Àrtico, Mar Glaciale-

bacino dipendente dall'Oceano Atlantico, esteso per oltre 14 milioni di km² intorno al Polo Nord e compreso fra le estremità settentrionale dell'Europa, dell'Asia e dell'America, donde talora l'appellativo di Mediterraneo Artico. Ben evidente è il confine con l'Oceano Pacifico, che nello stretto di Bering corre lungo il Circolo Polare Artico. Il confine con l'Oceano Atlantico, meno netto, segue il limite meridionale del passaggio di Nord-Ovest: lungo il parallelo di 70º N nella baia di Baffin, da capo Raper (isola di Baffin) all'isola di Disko (Groenlandia occidentale); da capo Eiler Rasmussen (costa nordorientale della Groenlandia) alle Svalbard; infine dal Sørkapp (estremità meridionale delle Svalbard) a Capo Nord (Norvegia), passando per l'isola degli Orsi. Le coste, molto articolate, sono disseminate di arcipelaghi e isole che individuano parecchi mari interni: il Mare dei Čukči, tra l'Alaska e la Siberiaorientale; il Mare di Beaufort, tra l'Alaska e l'isola di Banks; il Mare di Lincoln, tra l'isola di Ellesmere e la Groenlandia; il Mare di Barents (con la dipendenza del Mar Bianco), tra le Svalbard, la Novaja Zemlja, la Terra di Francesco Giuseppe, la Norvegia e la costa europea dell'ex URSS; infine, tutti prospicienti la costa asiatica della Russia, il Mare di Kara, tra la Novaja Zemlja e la Severnaja Zemlja, il Mare dei Laptev, tra la Severnaja Zemlja e le isole della Nuova Siberia, il Mare della Siberia Orientale, fra le isole della Nuova Siberia e l'isola di Vrangel. La profondità media è di 1230 m; quella massima (5450 m) è stata registrata a N delle isole Svalbard. La morfologia del fondo marino è caratterizzata dalla presenza di due enormi bacini, separati da una dorsale sottomarina (dorsale di Lomonosov) che dalle isole della Nuova Siberia si allunga fino alla Groenlandia; la piattaforma continentale è molto più estesa lungo le coste siberiane e scandinave che lungo quelle americane. Le acque superficiali hanno bassa salinità, con valori variabili dal 21‰ presso il Polo al 30‰ lungo la piattaforma continentale siberiana, in prossimità delle foci dei maggiori fiumi, al 32‰ presso le isole Svalbard; il valore aumenta però con la profondità. Per i bassi valori della salinità e della temperatura la superficie del mare gela, coprendosi di estesi campi di ghiaccio (banchisa) spessi da 2,5 a 3,5 m. L'acqua marina, gelando, espelle il sale che contiene, sia in superficie sia nell'acqua sottostante, la quale di conseguenza presenta maggiore salinità. Per azione del vento e delle correnti marine i campi di ghiaccio possono spezzarsi in frammenti, che, accavallandosi irregolarmente, danno luogo a una banchisa dalla superficie molto accidentata (pack). Dagli orli della banchisa e dalle fronti dei ghiacciai che scendono al mare possono staccarsi dei blocchi di ghiaccio galleggianti (iceberg) che si portano verso le basse latitudini fino a sciogliersi; i ghiacci di acqua dolce si distinguono da quelli di acqua salata per la maggior lucentezza e per la colorazione biancastra o di un bel verde vitreo. Le acque, ricche di plancton, ospitano un'abbondante fauna marina e anfibia; la loro importanza economica e strategica si è notevolmente accresciuta dopo la scoperta del passaggio di Nord-Est e di quello di Nord-Ovest. Da alcuni studiosi, in particolare americani e russi, è chiamato Oceano Artico.

Il riscaldamento globale causato dell’emissione nell’atmosfera di gas serra, sta provocando una progressiva fusione dei ghiacci artici e il loro conseguente ritiro in termini di estensione. Questo fenomeno, iniziato nel XX secolo, è tutt’ora in atto e, secondo alcuni esperti, se non verrà limitato porterà al totale  scioglimento dei ghiacciai dell’Artico intorno al 2100. Lo scioglimento dei ghiacci artici, dannosissimo per l'ambiente, offre però nuove opportunità economiche per i paesi che si affacciano sull’Artico, perché consentirà entro la metà del secolo la navigazione di vasti tratti di mare ora inaccessibili, l’allargamento del Passaggio di Nordovest e della Rotta del Mare del Nord, e l’apertura di nuove rotte commerciali. In particolare si calcola che l’apertura del Passaggio a Nordest, accorcerà del 40% circa la distanza tra l’Europa e l’Asia rispetto al percorso lungo il Canale di Suez.

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