Òschiri

Indice

comune in provincia di Olbia-Tempio, 202 m s.m., 216,07 km², 3749 ab. (oschiresi o oschiesi), patrono: santi Lucia e Demetrio (9-11 settembre).

Centro situato in una conca fra il braccio meridionale del lago artificiale del Coghinas e il rio Mannu di Oschiri, tributario del lago. Sorto in un territorio che reca traccia d'insediamenti preistorici e della presenza romana, nel Medioevo fece parte della curatoria di Montacuto, nel Giudicato di Torres (sec. XI). Sede della diocesi di Castro, soppressa nel 1505, e munito di castello, alla morte di Adelasia di Torres (1255) passò con tutto il Logudoro ai Doria e quindi ai Malaspina che, nel 1308, lo cedettero ai giudici d'Arborea. Conquistato dagli Aragonesi nel sec. XV, subì poi la dominazione spagnola (sec. XV-XVII); nel Settecento fu incluso nel Ducato di Montacuto, feudo dei Tellez-Giron fino al 1839, anno dell'abolizione dei feudi.Nel paese sorgono la chiesetta romanica di San Demetrio, che funge da cappella del cimitero, e l'imponente parrocchiale (sec. XVIII-XIX).§ L'agricoltura produce cereali, ortaggi, frutta e uva da vino; si pratica l'allevamento ovino e bovino (con produzione di latte). La piccola industria è presente nei settori alimentare, tessile, dei materiali da costruzione, della lavorazione del legno e in particolare del sughero. Nel territorio è in funzione una centrale idroelettrica, alimentata dal lago artificiale del Coghinas, creato nel 1927.§ Nei dintorni si trovano la chiesetta romanica di Nostra Signora di Otti (sec. XII), con grande campanile a vela in facciata, e la chiesa di Nostra Signora di Castro, di forme romanico-lombarde, con facciata in trachite rossa sormontata da un campanile a vela. Il territorio è disseminato di costruzioni nuragiche, tra le quali i recinti del monte Ulia e del castello di Castro, accanto cui sorse una stazione fortificata romana, di cui restano ruderi.

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