àlbero (botanica e simbologia)

Indice

Botanica

Pianta a fusto e rami legnosi, capace di superare a completo sviluppo l'altezza di 3-5 m. "Vedi disegno al lemma del 1° volume." Gli alberi sono i vegetali più evoluti: possono vivere isolati oppure in associazioni di un'unica essenza (pineta, faggeta, ecc.) o di essenze diverse (macchia, bosco); alcuni raggiungono i 10-12 m di diametro (per esempio baobab), altri i 140-150 m di altezza (per esempio eucalipto e sequoia) "Vedi disegno vol. I, pag. 313" . L'età degli alberi (che in alcune specie può raggiungere i tre-seimila anni) viene solitamente accertata, con una buona approssimazione, dal numero dei cerchi concentrici che si formano ogni anno nella sezione trasversale del fusto. Gli alberi sono caratterizzati da un fusto legnoso (tronco se ramificato, stipite se porta solamente le foglie), colonnare sino a una certa altezza e che si articola in rami e foglie che formano la chioma. Le foglie possono essere caduche o persistenti e di varia forma (caducifoglie, sempreverdi, aghifoglie, latifoglie, ecc.). Le radici sono solitamente molto robuste. Poiché questo apparato assorbente è molto lontano dall'apparato disperdente (foglie), gli alberi non possono vivere in zone in cui le condizioni climatiche siano molto avverse, come nelle zone desertiche, subartiche e sui monti oltre una determinata altitudine, dove sono generalmente sostituiti da piante a portamento arbustivo. Dal punto di vista economico sono suddivisi in tre categorie: alberi forestali, che comprendono i boschivi e quelli coltivati per il pregio del legno; alberi fruttiferi, coltivati per i frutti commestibili; alberi ornamentali, comprendenti quelli che presentano interesse estetico. § L'albero è un bene immobile prima di essere abbattuto, mobile quando è reciso o sradicato. Quando vengono piantati alberi si devono osservare le debite distanze nei confronti dei poderi confinanti: di tre metri per gli alberi di alto fusto; di un metro e mezzo per quelli di medio e basso fusto; di mezzo metro per viti, arbusti, siepi vive, piante da frutto; di un metro per le siepi che si recidono periodicamente vicino al ceppo; di due metri per le siepi di robinia. Se esiste sul confine un muro divisorio, tali distanze non sono obbligatorie, ma le piante non devono eccedere la sommità del muro. Il vicino può esigere che siano estirpate le piante e le siepi piantate a minore distanza di quella prescritta e che siano tagliati i rami che si protendono sul suo terreno, salvi gli usi locali diversi; a sua volta deve consentire al loro proprietario la raccolta dei frutti caduti nel suo fondo. Gli alberi che sorgono sul confine si presumono di proprietà comune, salvo la prova del contrario, e non possono essere tagliati se non con il comune consenso o con l'autorizzazione del giudice. L'usufruttuario del fondo può disporre degli alberi da frutto che periscono, ma è tenuto alla loro sostituzione; gli alberi d'alto fusto appartengono invece al proprietario.

Simbologia

Nella storia delle religioni l'albero si riscontra frequentemente, carico di importanti significati. Esso è essenzialmente simbolo di vita, a tutti i livelli, fino a rappresentare l'Universo, il Cosmo vivente che ininterrottamente si rigenera. Ciò si esprime sia nelle credenze secondo le quali alcune piante fanno ringiovanire o danno lunga vita o l'immortalità (come nell'epopea sumero-accadica di Gilgamesh), sia nelle concezioni secondo cui l'Universo stesso, come realtà vivente, è rappresentato come un albero (nelle Upaniṣad, come in altri testi del pensiero indiano, il Cosmo è descritto come un gigantesco albero rovesciato, le cui radici affondano nel cielo e i rami si protendono sulla terra; analoga concezione si ritrova in testi della cabala ebraica). All'albero come simbolo di vita inesauribile si collegano anche le teofanie arboree di divinità associate alla fecondità, che spesso sono rappresentate in forma di albero o emergenti da alberi o collegate a essi (Attis, Artemide, Dioniso, la dea egizia Hathor, ecc.). Il simbolismo dell'albero è presente anche nei testi biblici (l'albero della conoscenza del bene e del male, l'albero della vita, nell'Eden); la tradizione e l'iconografia cristiana, inoltre, hanno spesso rappresentato la Croce come albero della vita. § Albero della Croce, tema iconografico della Croce di Cristo rappresentata come albero, derivante da quello dell'albero della vita, che ha avuto ampia diffusione nel periodo medievale (mosaico absidale di S. Clemente a Roma, sec. XII) e soprattutto nel Trecento, dopo la codificazione del tema a opera di S. Bonaventura da Bagnorea. Raffigura la Croce come albero ai cui rami sono appesi tondi con episodi della vita di Cristo (tavola di Pacino di Buonaguida, Firenze, Galleria dell'Accademia). § Albero della vita, rappresentazione simbolica della vita sotto forma di albero, già diffusa nel mondo antico e nell'arte islamica (vedi hôm), divenuta poi nell'iconografia cristiana simbolo della redenzione di Cristo e dell'Eucaristia. Tra le figurazioni più note è quella della leggenda di Barlaam (Antelami, lunetta del Battistero di Parma). § Albero di Iesse, motivo iconografico assai frequente nel Medioevo, e connesso con quello dell'albero genealogico, raffigurante Iesse, padre di David, addormentato, dal cui corpo nasce un albero, recante sui rami le figure degli antenati di Cristo e alla sommità la Vergine o il Cristo. Tra gli esempi più noti, la vetrata di facciata della cattedrale di Chartres (ca. 1150) e il rilievo di L. Maitani sulla facciata del duomo di Orvieto.

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