Lessico

sm. [sec. XVI; dal latino apex-pícis].

1) Cima, vertice, culmine, sommità: l'apice della montagna era innevato. Fig., punto culminante, grado più alto di una condizione: essere all'apice della carriera; raggiungere l'apice della felicità.

2) La parte terminale superiore di un corpo: A) In anatomia, la parte estrema di un organo, opposta alla base; apice polmonare, la porzione del polmone che si trova al di sopra della prima costa. B) In botanica, porzione terminale, detta anche cono vegetativo, dell'asse principale del fusto delle piante (apice caulinare); anche parte estrema di una radice (apice radicale) o di un ramo. C) In zoologia, tratto iniziale della spirale tipica della conchiglia dei Molluschi Gasteropodi; in alcuni Brachiopodi, invece, l'apice è formato da un prolungamento della valva ventrale dalla forma assai simile a un becco. D) In tettonica, punto a maggior altezza della cresta di un'anticlinale.

3) Nell'antica Roma il berretto del flamine (albus galerus), ornato con una verghetta d'olivo.

4) Segno particolare a forma di accento o di apostrofo con diversi valori simbolici. In particolare: A) In linguistica, lo stesso che apex. B) Nell'antica scrittura greca dei numeri per mezzo delle lettere alfabetiche, sorta di accento acuto che, collocato in alto a destra, indicava unità, decine e centinaia e, posto in basso a sinistra, indicava le migliaia. C) In geometria (simbolo´), indica i punti o le rette o le superfici corrispondenti a punti o rette o superfici date; per esempio, P´, , si intendono in corrispondenza rispettivamente con P, r, S. Nella misura degli angoli, indica il primo, cioè la sessantesima parte del grado sessagesimale; il doppio apice indica il secondo, cioè la sessantesima parte del primo; per esempio, 30º 20´ 13‟ si legge: trenta gradi, venti primi, tredici secondi. In analisi matematica, indica la derivata di una funzione f: per esempio, indica la derivata prima di f e f‟(con il doppio apice) la derivata seconda di f.

Astronomia

Punto verso il quale si muove un corpo celeste: si parla così di apice terrestre, punto della sfera celeste verso il quale si muove istantaneamente la Terra; di apice solare, o semplicemente apice, punto della sfera celeste verso il quale si muove il Sole, alla velocità di 20 km/s con tutto il sistema solare, rispetto alle stelle circostanti; di apice stellare, punto verso cui si muovono le stelle di una determinata corrente stellare. Determinazioni eseguite da Luyten all'Osservatorio di Monte Palomar, hanno consentito di collocare l'apice stellare nella costellazione della Lira, nel punto a 19h di ascensione retta e a +37º di declinazione.

Botanica: apice caulinare

L'apice caulinare è la zona responsabile dell'accrescimento in lunghezza delle piante, da cui derivano le strutture primarie del fusto. Nelle Cormofite si possono distinguere tre tipi fondamentali di apici caulinari. Un primo tipo, presente nelle Briofite e in molte Pteridofite, è caratterizzato da un'unica cellula apicale a forma generalmente tetraedrica (che si divide alternativamente in modo anticlinale secondo piani paralleli alle facce laterali) e anche (Azolla,Salvinia) a forma di cuneo con la faccia esterna convessa. Un secondo tipo è presente in alcune Gimnosperme (Cicadacee) ed è caratterizzato da un gruppo di cellule iniziali superficiali che danno origine a file di cellule che convergono all'interno verso il centro dell'apice. Il terzo tipo si può considerare comune alla maggior parte delle Gimnosperme e a tutte le Angiosperme: presenta un'organizzazione del tipo “tunica corpus” (Schmidt). In questi apici si possono distinguere uno strato superficiale, formato da 1-5 assise di cellule in cui le divisioni avvengono secondo piani anticlinali per cui si accresce la superficie dell'abbozzo, e una massa interna, in cui le cellule si dividono secondo piani sia periclinali sia anticlinali, venendo a incrementare la massa interna dell'apice. Gli abbozzi fogliari e quelli dei rami laterali avrebbero inizio prevalentemente dalla tunica.

Botanica: apice radicale

A differenza di quello caulinare, l'apice radicale si presenta come una zona abbastanza omogenea, tranne per la presenza degli abbozzi fogliari, e risulta quasi sempre interessato da una netta zonazione. In esso è sempre presente una porzione esterna che costituisce la cuffia radicale (caliptra) e all'interno sono generalmente ben evidenziabili un cilindro centrale, una zona corticale e un'epidermide. Anche nelle radici si conoscono tipi diversi di apici. Il più primitivo, comune a quasi tutte le Pteridofite, possiede, come nel fusto, un'unica cellula apicale di forma tetraedrica. A differenza dell'apice caulinare in questo caso la cellula apicale si divide anche secondo piani paralleli alla propria base e dà origine, all'esterno, alle cellule iniziali della cuffia. All'interno, invece, per divisioni successive delle cellule derivate, si differenziano le iniziali dell'epidermide, della corteccia e del cilindro centrale. Nelle Gimnosperme e in alcune Angiosperme si ha un tipo di apice radicale a organizzazione più complessa. In esso si può distinguere un gruppo di cellule profonde che fungono da iniziali del cilindro centrale. All'esterno di queste, spesso separate da un gruppo di cellule apparentemente quiescenti, si organizzano delle file longitudinali di cellule meristematiche, che si dividono prevalentemente secondo piani periclinali, strette a pila a formare la columella. Lateralmente a questa si originano le iniziali della corteccia, mentre nella porzione terminale si producono le cellule iniziali dell'epidermide e della cuffia. Nelle Angiosperme compare il centro quiescente, zona costituita da cellule che non vanno incontro a frequenti divisioni e che separa alla sua periferia le iniziali del cilindro centrale, situate internamente, le iniziali della corteccia, che si trovano lateralmente, e le iniziali dell'epidermide e della cuffia, poste esternamente. L'apice radicale non è interessato dalla comparsa degli abbozzi delle radici laterali che compaiono in profondità a livello dell'endodermide o del periciclo nella parte già differenziata della radice.

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