òrzo

sm. [sec. XIV; latino hordĕum]. Nome comune del genere Hordeum, appartenente alla famiglia Graminacee, e in particolare delle specie coltivate. Sono erbacee di aspetto simile a quello del frumento, a foglie lanceolate, ruvide, spighe aristate portanti successivi gruppi di tre spighette, ognuna a un solo fiore, semi (cariossidi) quasi sempre vestiti (con glumette aderenti). Se ne conoscono tre gruppi: Hordeum dystichum, a spiga compressa e allungata perché solo le spighette mediane sono fertili; Hordeum vulgare (o comune) , a spighe rettangolari in sezione; Hordeum hexastichum, a spighe esagonali. L'orzo è un cereale di grande coltura, con varietà a semina primaverile o autunnale, assai adattabile al clima freddo o arido; richiede terreni sciolti, asciutti, non acidi. Si coltiva per ottenere farina per panificazione, alimenti dietetici e zootecnici, alcol, amido e come succedaneo del caffè; le varietà distiche, povere di glutine (meno del 10%), sono gli orzi da birra; l'orzo comune è spesso impiegato in erbai come foraggio. L'orzo “perlato”, inoltre, cioè quello ben nettato e ridotto a granelli tondeggianti di grandezza uniforme, è usato come ingrediente principale di saporite zuppe, minestre e minestroni (particolarmente diffuse nel Trentino-Alto Adige e nel Friuli-Venezia Giulia). Nel 1999 la produzione mondiale di orzo è stata di 130.064.000 t. I principali produttori sono la Germania, il Canada, la Federazione Russa, la Francia. Nello stesso anno l'Italia ha prodotto 1.318.300 t di orzo .

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