òstia

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sf. [sec. XIII; latino hostía, vittima].

1) La vittima che, in molte religioni, gli antichi sacrificavano agli dei. Nella terminologia cristiana, Gesù Cristo offertosi in sacrificio per la redenzione degli uomini. In senso concr., sottile disco di farina di frumento, consacrato dal sacerdote nel sacrificio della Messa, simbolo del sacrificio di Cristo sulla croce. Usata presso tutte le religioni di confessione cristiana per la comunione dei fedeli, l'ostia è di origine antica, rappresentando il pane distribuito agli apostoli da Cristo nell'Ultima Cena. Le ostie (grandi per il celebrante e piccole per i fedeli) vanno conservate in chiesa diligentemente per evitare profanazioni e devono essere rinnovate spesso per evitarne il deterioramento: ricevere l'ostia, comunicarsi; ostia!, escl. blasfema spesso sostituita da forme eufemistiche (osteria, ostrega e simili).

2) Per estensione, sottile sfoglia di pasta di farina di frumento, per lo più di forma rotonda, usata specialmente per avvolgervi polveri medicinali in modo da facilitarne l'ingestione.

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