òttico

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agg. e sm. (pl. m. -ci) [sec. XVI; dal greco optikós, visivo].

1) Agg. proprio dell'occhio; relativo al senso della vista: nervo ottico, secondo paio di nervi cranici, esclusivamente sensoriale, che trasmette le stimolazioni nervose visive ai centri encefalici; origina dalle cellule della retina e penetra nel cranio attraverso il foro ottico dello sfenoide; papilla ottica, area chiara rotonda, posta medialmente alla macula e dovuta al passaggio delle fibre nervose della retina del nervo ottico; essendo priva di strutture retiniche, tale zona è cieca (punto cieco della retina); vie ottiche, i percorsi delle fibre nervose del nervo ottico, tra l'occhio e il talamo ottico e da questo ai centri nervosi della corteccia (vedi anche sistema nervoso).

2) Relativo all'ottica come disciplina scientifica: fenomeno ottico, proprietà ottiche, mezzo ottico, strumento ottico. Più in generale, relativo a tutti i fenomeni visibili e anche ad alcuni non visibili, come quelli relativi ai raggi infrarossi e ultravioletti. Per finestra ottica, vedi finestra; per illusione ottica, vedi illusione; fibra ottica; per centro ottico, asse ottico, sistema ottico, vedi sistema. Profondità ottica, misura della trasparenza di una sostanza; nel caso di uno strato omogeneo, la profondità ottica τ è data dal prodotto dello spessore in centimetri dello strato per il coefficiente di assorbimento della sostanza.

3) In fisica nucleare, per il modello ottico, vedi nucleo. In astronomia, stella doppia ottica, insieme di due stelle che appaiono vicine sulla volta celeste ma che sono in realtà molto distanti l'una dall'altra.

4) Sm. (f. -a), chi costruisce o vende occhiali, lenti e strumenti o. in genere. Meno comune, studioso di ottica.