òttimo

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agg. e sm. [sec. XIII; dal latino optímus, da ops opis, ricchezza, potenza].

1) Agg., superl. irregolare di buono, usato normalmente nei vari sensi del positivo; quindi buonissimo, eccellente; in particolare, con riferimento alle qualità morali: un'ottima persona; ha degli ottimi principi; alla posizione sociale: è di ottima famiglia; alla capacità professionale: un ottimo artigiano; un ottimo insegnante. Di cose, che risponde egregiamente allo scopo; che dà piena soddisfazione: è un ottimo consiglio; un ottimo rimedio; godere ottima salute.

2) Sm., ciò che corrisponde alle varie qualità espresse dall'agg.; il massimo livello, il grado più alto possibile; il risultato o la condizione migliore (spesso con valore analogo al latino optimum): esigere, raggiungere l'ottimo. In particolare, il giudizio di merito più alto, punteggio massimo; la qualificazione maggiore nelle note informative dei dipendenti dello Stato. In economia, ottimo paretiano, situazione di massimo benessere definita dal Pareto come quella da cui è impossibile spostare qualsiasi individuo verso una posizione migliore senza danneggiare un altro membro della collettività.

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