Šafařík, Pavel Josef

filologo e storico ceco di origine slovacca (Kobeliarovo 1795-Praga 1861). Esordì giovanissimo con la raccolta di versi lirico-epici La musa dei Tatra con la cetra slava (1814); studiò poi filosofia in Germania, divenendo sostenitore della concezione panslavista. Al ritorno in patria divenne amico di F. Palacký, con cui scrisse Gli inizi della poesia ceca, in particolare della prosodia (1818), invitando i poeti a ispirarsi a temi patriottici. Tra il 1819 e il 1833 fu professore del liceo ortodosso serbo a Novi Sad, poi bibliotecario e infine direttore della biblioteca universitaria di Praga. Partecipò attivamente al congresso slavo nel 1848, ma dopo la sconfitta della rivoluzione svolse essenzialmente attività di studioso. Tra le sue opere principali sono: Geschichte der slawischen Sprache und Literatur nach allen Mundarten (1826; Storia della lingua e della letteratura slava nei suoi diversi dialetti), la prima storia complessiva delle letterature slave, e, soprattutto, le Antichità slave (2 vol.; 1836-37) che gli diedero fama mondiale, nelle quali dette un quadro completo e documentato della cultura unitaria degli Slavi dai tempi più antichi fino al sec. X, evidenziando il loro importante contributo nella formazione della civiltà europea. Tra gli altri suoi scritti si ricordano: Monumenta illyrica (1839), Etnografia slava (1842), Über den Ursprung und die Heimat des Glagolitismus (1858; Sull'origine e la patria del glagolitico), Geschichte der südslawischen Literatur (postuma, 1865; Storia della letteratura slava meridionale).

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