Živkov, Todor

uomo politico bulgaro (Praves, Betevgrad, 1911-Sofia 1998). Tipografo, si iscrisse ventunenne al Partito comunista. Durante la guerra si unì ai partigiani. A guerra finita, mostrò capacità organizzative e direttive: fu deputato al Parlamento (1945) ed entrò nel Comitato Centrale del partito (1948). Fu poi primo segretario per la circoscrizione di Sofia (1948-49), membro del Presidium (1951) e infine primo segretario del partito (1954). Dopo il 1956 il potere effettivo in Bulgaria andava già concentrandosi nelle sue mani: il piano quinquennale 1956-60, che avviò verso nuovi obiettivi l'economia bulgara, fu da lui voluto e messo in opera. Nel 1962 rifiutò di lasciarsi attrarre nell'orbita di Pechino iniziando così la sua lunga, assoluta fedeltà a Mosca. Nell'agosto 1968 approvò con calore l'intervento sovietico a Praga ed ebbe parole dure per il contegno riservato di Belgrado e di Bucarest. Nel 1971 Ž. diventò presidente del Consiglio dei ministri; nello stesso anno assunse il titolo di capo dello Stato, conservando la carica di segretario del partito, ma rinunciando alla presidenza del Consiglio a favore di S. Todorov. Padrone assoluto della Bulgaria sino al 1989, fu costretto a dimettersi subendo anche un breve periodo di reclusione (1990) e un processo per reati di peculato e malversazione (1991) .

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