Agósti, Stèfano

critico letterario e poeta (Caprino Veronese 1930-Negrar 2019). Docente di lingua all'università di Venezia, collaboratore delle più importanti riviste di orientamento strutturalista, ha elaborato una complessa teoria sull'autonomia, nel linguaggio poetico, del significante, passando dalla linguistica strutturale, alla semiotica e alla psicoanalisi lacaniana. Dopo Il cigno di Mallarmé (1969), ha pubblicato Il testo poetico. Teoria e pratiche d'analisi (1972), dove sono esplorate le omologie fra la struttura formale di un testo e le strutture profonde di tipo psicoanalitico. Ha poi esemplificato il suo metodo di lettura in Introduzione alla poesia di Zanzotto (1973), Tecniche della rappresentazione verbale in Flaubert (1981). In Modelli psicanalitici e teoria del testo (1987), ha offerto esempi di convergenza, nell'analisi di un testo, di diversi contributi teorici e metodologici. Dopo gli apprezzati testi di critica Il fauno di Mallarmé (1991), Gli occhi, le chiome. Per una lettura psicoanalitica del Canzoniere di Petrarca (1993), analisi freudiana e lacaniana dell'opera del grande scrittore italiano, e Critica della testualità (1994), Agosti ha pubblicato Realtà e metafora. Indagine sulla Recherche (1997), saggio nel quale ha svelato i messaggi più impliciti e sotterranei del capolavoro proustiano e nel 2004 un'indagine psicologica su Pasolini con il volume La parola fuori di sé. Scritti su Pasolini. Nel 2006 ha rivolto il suo sguardo verso l'arte in . In (2007) ha ripreso l'elaborazione teorica sul linguaggio poetico e ha pubblicato La grammatica della poesia.

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