Aichinger, Ilse

scrittrice austriaca (Vienna 1921-1998). Membro del Gruppo 47, insieme col marito Günter Eich, a poco a poco si distacca dal surrealismo iniziale per volgersi alla rappresentazione di una realtà alienante in cui traspaiono, sempre più chiari, i significati trascendenti. In Spiegelgeschichte (1954; Storia speculare) il motivo del “precorrimento della propria morte” ci conduce a ritroso dalla tomba alla nascita del protagonista. Ribaltamenti esistenzialistici di tempo e spazio appaiono anche nel grande romanzo Die grössere Hoffnung (1948; La speranza maggiore) e nella raccolta Eliza Eliza (1965), in cui il mondo appare una pura e semplice giustapposizione di ipotesi. È anche autrice di Dialoge, Erzählungen, Gedichte (1971; Dialoghi, racconti, poesie), Schlechte Wörter (1976; Cattivi vocaboli), del volume di racconti Meine Sprache und ich (1978; La mia lingua ed io) e della raccolta di liriche Verschenkter Rat (1978; Il consiglio regalato). Nel 1986 ha pubblicato la miscellanea Werke in einem Band (Opere in un volume) e nel 1987 la raccolta di prose brevi, racconti e memorie Kleist, Moose und Fasane (Kleist, Paludi e fagiani). Merita menzione la ristampa nel 1989 dell'importante raccolta di novelle Der Gefesselte (In catene), già apparsa sotto il titolo Rede unter dem Galgen (1952; Discorso sotto il patibolo) che richiama il motivo sartriano della dipendenza dell'uomo dalle situazioni. Del 1990 è la pubblicazione di La mia lingua ed io, mentre del 1996 è il lavoro teatrale Zu keiner Stunde (A nessuna ora).

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