Alechinsky, Pierre

pittore belga (Bruxelles 1927). Si formò presso la scuola di Arti Decorative di Bruxelles e nel 1947 entrò a far parte del gruppo “Jeune Peinture”. Nel 1949 divenne il più giovane membro del gruppo “Cobra”³. Trasferitosi a Parigi nel 1951, l'anno seguente iniziò ad avere i primi contatti epistolari con artisti giapponesi e nel 1955, di ritorno da un viaggio in Estremo Oriente, realizzò il film Calligrafia giapponese nel quale rivendicava il significato espressivo dell'ideografia. Anche la sua pittura, orientata verso l'astrattismo espressionista, si avvicinò, nell'uso di grandi segni vorticosi e rapidi, al gusto figurativo orientale. Recatosi negli Stati Uniti nel 1965, cominciò a fare uso di colori acrilici che gli consentivano di ricreare in pittura effetti di chiazze colorate e fluide, simili ai risultati ottenibili con l'uso degli inchiostri litografici . Di questo periodo sono la serie Vulcanologia, del 1970, e Mickey del 1972. Sperimentò tecniche quali la carta incollata su tela e si avvicinò alla pittura gestuale pop americana. In tutto il mondo è riconosciuta l'importanza delle sue opere, che sono esposte in numerosi musei e gallerie d'arte moderna d'Europa e d'America. La veemenza del suo linguaggio si esprime anche nelle opere letterarie, che in Belgio si sono imposte con successo. In lui la parola si associa all'immagine senza che l'una prevalga sull'altra; la sua prosa è tuttavia temperata dall'ironia, che ha il potere di ‘‘distanziare'' l'autore dalla realtà descritta. Tra le opere, ricordiamo Fragments de lettres 1984-1989 (1990) e Lettre suit (1992).

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