Alegría, Ciro

romanziere peruviano (Huamachuco 1909-Lima 1967). Per aver svolto attività di propagandista dell'APRA, fu imprigionato (1932) ed esiliato (1933). Il suo realismo è improntato alle esperienze dei lavoratori peruviani e, sul piano formale, al modello dei grandi scrittori americani (Dreiser, Faulkner, Dos Passos). I lavoratori e i contadini indios di Alegría sono i protagonisti di una lotta che si scontra con la brutale repressione padronale, di frequente coloritura razzista. È questo il tema del suo lavoro più famoso: El mundo es ancho y ajeno (1941; Il mondo è grande e degli altri; trad. it. I peruviani). Anche i romanzi (La serpiente de oro, 1935, Il serpente d'oro; Los perros hambrientos, 1939, I cani affamati) rispecchiano le sofferenze e i problemi degli indios.

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