Andròmeda (mitologia)

(greco Androméda; latino Andromĕda), figlia di Cefeo, mitico re d'Etiopia, e della nereide Cassiope. Per espiare una colpa della madre, fu abbandonata a un mostro sulla riva del mare, ma l'eroe Perseo la liberò e ne fece la sua sposa. La mitica vicenda fu ripresa da Euripide, che ad Andromeda intitolò una delle sue migliori tragedie, poi andata quasi completamente perduta. § Raffigurata legata a tre pali o a una roccia, Andromeda è presente in hidrìe greche arcaiche, vasi frigi e italioti del sec. IV a. C., urne etrusche. Nella serie di pitture pompeiane che illustrano i vari episodi del mito di Andromeda e Perseo (65-70 d. C., Napoli, Museo Archeologico) è probabilmente ripresa l'iconografia derivante dalla pittura greca del sec. IV a. C. Di tono idilliaco è la raffigurazione di Andromeda e Perseo seminudi, al centro di paesaggi “romantici”, che si ritrova in una serie di undici pitture pompeiane. Il tema è frequente anche nei sarcofagi romani di età imperiale.

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