Anschluss

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sm. tedesco (annessione). Termine comunemente usato per designare l'unione dell'Austria alla Germania, obiettivo dei pangermanisti già verso la fine del sec. XIX e ripreso poi dai nazionalisti tedeschi e in particolare dai nazionalsocialisti (Hitler stesso era di origine austriaca) fra le due guerre mondiali. In Austria l'Anschluss figurò nei programmi dei maggiori partiti dopo la creazione della Repubblica, ma l'art. 88 del Trattato di Saint-Germain (1919) lo vietò esplicitamente. Nel 1920-21 una serie di plebisciti non ufficiali nelle province occidentali indicò in Austria una larga maggioranza popolare a favore dell'Anschluss, di cui rimasero attivi sostenitori i nazionalisti tedeschi guidati da J. Schober e poi i nazisti austriaci capeggiati da A. Seyss-Inquart. Nel 1931 la proposta di Schober per un'unione doganale con la Germania suscitò la violenta reazione della Francia e della Piccola Intesa e fu condannata dalla Corte dell'Aia. L'Anschluss si realizzò infine il 13 marzo 1938 con l'annessione proclamata da Hitler, dopo il fallimento di un primo tentativo di forza nel 1934. Il divieto dell'Anschluss è stato ribadito dal Trattato di Vienna che restituì l'indipendenza all'Austria nel 1955.

Bibliografia

U. Eichstädt, Von Dollfuss zu Hitler. Geschichte des Anschlusses Österreichs 1933-1938, Wiesbaden, 1955; G. Marsico, Il problema dell'Anschluss austro-tedesco, Milano, 1984.

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