Zoologia

sm. pl. [da an-+greco urá, coda]. Ordine (Anura) di Anfibi diffuso in tutto il mondo a eccezione dell'Antartide e delle regioni settentrionali più estreme, detti anche “saltanti” (Salientia, superordine comprendente anche altri ordini ormai estinti), che comprende organismi ben noti, come le rane e i rospi, e i cui rappresentanti, generalmente abili saltatori, devono il proprio nome al fatto di essere, da adulti, privi di coda (salvo rarissime eccezioni). Altre loro caratteristiche morfologiche, particolarmente evidenti, sono la fusione del capo (che ha dimensioni notevoli) con il torace, nonché il grande sviluppo degli arti, in modo particolare di quelli posteriori. Questi ultimi, specializzati per la locomozione a salti sul terreno e muniti di cinque dita anziché di quattro, come gli arti anteriori, sono straordinariamente lunghi per il notevole sviluppo delle due ossa del tarso, l'astragalo e il calcagno, e possono talvolta superare, con esclusione del piede, la lunghezza del corpo. Tuttavia la normale locomozione dei tetrapodi per zampe alternate non è stata perduta. Inoltre, poiché i piedi possiedono un'ampia membrana fra le dita, gli arti posteriori sono anche propulsori molto efficienti nel nuoto. La colonna vertebrale risulta divisa in quattro regioni: cervicale (costituita unicamente dall'atlante), dorsale (generalmente formata da sette vertebre, raramente ridotte fino a cinque o in sovrannumero di un'altra), sacrale (solitamente costituita da una sola vertebra) e caudale (costituita negli adulti dalle vertebre caudali non riassorbite durante la metamorfosi e fusesi a formare un osso unico detto urostilo o osso coccigeo). Salvo poche eccezioni, le costole sono generalmente assenti o comunque molto ridotte. Il cranio è sottile e privo di una volta solida, piuttosto semplice e con poche ossa, con permanenza di strutture cartilaginee. Particolare importanza, ai fini della classificazione degli Anuri, rivestono proprio i caratteri osteologici, soprattutto quelli che si riferiscono alla struttura del cinto pettorale e alla forma dei centri vertebrali. Per quanto riguarda il cinto pettorale sono state riconosciute due tipologie: nel cinto di tipo “firmisterno” gli epicoracòidi (due elementi laterali cartilaginei della cintura toracica) possono fondersi tra loro lungo la linea mediana, mentre, nel tipo “arcifero” sono uno sovrapposto all'altro, mantenendo così reciproca autonomia di movimento; a questo carattere diagnostico, pur usato per la classificazione, si preferisce tuttavia quello basato sulla morfologia delle vertebre in quanto alcune rane possiedono un cingolo toracico che non può essere ben incluso né nel tipo fermisterno né in quello arcifero. Le vertebre possono essere distinte in base alla concavità in proceli, a concavità anteriore, opistoceli, a concavità posteriore, anficeli, a doppia concavità e sul contributo dei vari tipi nel formare la colonna vertebrale si basa la distinzione nei quattro sottordini di Anuri: Proceli (Procoela), Opistoceli (Opisthocoela), Anomoceli (Anomocoela), Diplasioceli (Diplasiocoela). A un esame esterno, anche sommario, di un rospo o di una rana, si rileva la presenza a breve distanza dagli occhi – muniti di palpebre mobili e di ghiandole atte a mantenerli costantemente umidi – della membrana timpanica, tondeggiante, che risulta esposta per mancanza dell'orecchio esterno. Le narici rappresentano l'unica via d'ingresso e d'uscita dell'aria che viene introdotta nei polmoni attraverso il pompaggio del pavimento boccale e della faringe. La bocca, munita di numerosi denti di piccole dimensioni, possiede una lingua incernierata anteriormente e assai viscosa, che viene rovesciata in fuori per catturare le prede. In casi rari (generi Bufo e Pipa) non è invece munita di dentatura. Non tutti gli Anuri hanno strettamente necessità dall'acqua, anzi alcune specie possono sopravvivere in climi aridi. Le uova sono per lo più deposte nell'acqua, ma in alcune specie arboricole possono essere attaccate alle foglie e svilupparsi nel liquido del rivestimento gelatinoso da cui sono protette; alla schiusa, le larve si getteranno in acqua. In alcune specie le uova, appena deposte, vengono trasferite sul dorso della femmina, sul quale si svilupperanno in particolari tasche cutanee. In rarissimi casi le uova sono circondate da una sorta di guscio e deposte nel terreno asciutto. Gli assembramenti degli Anuri presso l'acqua, specie in periodo riproduttivo, possono assumere dimensioni spettacolari, comprendendo un elevatissimo numero di individui. Fra gli Anuri non è presente il fenomeno del corteggiamento ma un meccanismo di attrazione tra gli individui dei due sessi in cui notevole importanza riveste il richiamo sonoro, reso particolarmente intenso da una cassa di risonanza rappresentata dalle sacche vocali (due come nelle rane, o impari come nelle raganelle). Tali sacche appaiono più sviluppate nei maschi, così da costituire un evidente carattere sessuale secondario. Durante l'accoppiamento il maschio, che spesso ha dimensioni minori, posizionato sul dorso della femmina la abbraccia tenacemente (vedi amplesso) cingendola all'altezza del petto (amplesso ascellare o pettorale) o alla pelvi (amplesso inguinale), emettendo lo sperma in coincidenza con l'emissione delle numerosissime uova; la fecondazione, pertanto, risulta esterna. Dalle uova fecondate, che sono in genere circondate da un involucro gelatinoso trasparente e che, per lo più, vengono lasciate incustodite dai riproduttori, fuoriesce in un secondo tempo la larva, il girino. Questo, fornito di un capo piuttosto voluminoso, presenta una coda appiattita in senso laterale, che funge da organo di propulsione. Negli Anuri la metamorfosi, indotta dal rilascio di ormoni tiroidei come in tutti gli Anfibi, comporta un vero e proprio sconvolgimento della struttura dell'animale: la coda viene gradualmente riassorbita e compaiono gli arti. In effetti non tutti i cambiamenti che avvengono nella larva, con il passare del tempo, rientrano nella metamorfosi. È più corretto parlare infatti di organogenesi fino allo stadio larvale che porta alla fuoriuscita degli arti posteriori, mentre l'inizio della metamorfosi (in senso stretto) è segnalata esternamente dalla comparsa ai lati del corpo del girino delle dita appartenenti alle zampe anteriori; la scomparsa della coda è sicuramente la manifestazione più spettacolare, altri importanti cambiamenti sono la perdita della forma globosa da parte della testa che assume la conformazione dell'adulto, la trasformazione della regione boccale che generalmente si allarga e si appiattisce unitamente alla scomparsa del becco corneo e dei cheratodonti e con la formazione della lingua, in previsione di un regime alimentare diverso. Mentre durante l'organogenesi il girino si alimenta con una dieta prettamente vegetariana e microfaga, con l'inizio della metamorfosi cessa totalmente di nutrirsi. La respirazione nei girini si realizza attraverso le branchie, le quali, in un primo tempo esterne, vengono poi rivestite da una plica cutanea comunicante con l'esterno attraverso un'apertura generalmente impari (lo spiracolo). La metamorfosi si conclude con l'assunzione della morfologia adulta, l'inizio della respirazione polmonare (le branchie sono scomparse) che coadiuva quella cutanea, la ripresa dell'alimentazione con l'acquisizione di un regime esclusivamente carnivoro e molto diversificato (vermi, insetti e altri invertebrati, piccoli vertebrati, talvolta della stessa specie), variando la scelta delle prede a seconda sia della specie sia delle dimensioni raggiunte dagli individui (per esempio, le rane verdi di grandi dimensioni si nutrono talvolta anche dei giovani di animali che vengono ritenuti normalmente loro predatori, come le bisce).

Paleontologia

L'origine degli Anuri risale a tempi piuttosto recenti se confrontati con la grande antichità dei primi rappresentanti degli Anfibi. Dal punto di vista evolutivo gli Anuri si fanno derivare dai Labirintodonti attraverso forme di passaggio quali il genere Miobatrachus del Carbonifero e l'ordine dei Proanuri del Triassico, ai quali probabilmente sono legati attraverso il protosauro Triadobatrachus del Triassico inferiore del Madagascar. Le maggiori somiglianze con gli anfibi primitivi vanno cercate nel Doleserpeton, un labirintidonte temnospondilo. I più antichi Anuri conosciuti risalgono al Giurassico: si tratta di alcune specie del sottordine degli Archeobatraci già molto simili nella struttura scheletrica e nell'aspetto esterno ai moderni rappresentanti del gruppo. Le prime specie appartenenti al genere Rana risalgono invece all'Eocene

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