Aréne Càndide, cavèrna delle

cavità naturale che si apre a 80 m s.m. nei pressi di Finale Ligure (provincia di Savona). Il suo nome è legato alla presenza, nelle vicinanze, di una duna di sabbia silicea bianca. Scoperta nel 1864 da A. Issel, è considerata una delle stazioni preistoriche più importanti dell'Europa mediterranea per la ricca successione di livelli culturali contenuti nel suo deposito interno; sopra i livelli più antichi, riferibili al Paleolitico superiore o al Mesolitico, sono venuti alla luce resti assegnabili al Neolitico inferiore con molta ceramica impressa, al Neolitico medio con vasi a bocca quadrata, al Neolitico finale della cultura della Lagozza, al Neolitico superiore, all'Età del Bronzo, all'Età del Ferro e infine al periodo romano. Nei livelli mesolitici, riferiti a una fase avanzata del Dryas III (10.330±95 anni fa), gli scavi di L. Cardini, avviati a partire dagli anni Quaranta del Novecento, hanno messo in luce la più importante necropoli italiana di quest'epoca, con resti di ca. 20 individui ripartiti in 15 sepolture. Queste ultime erano singole o doppie, talvolta parzialmente coperte con blocchi o lastre di calcare, con gli inumati provvisti di numerosi elementi di corredo, tra cui macine e pestelli intrisi di ocra rossa, conchiglie, selci, denti atrofici di cervo e numerosissime vertebre caudali di scoiattoli, che molto probabilmente dovevano costituire indumenti. Sono talvolta anche documentati episodi di riutilizzazione di precedenti sepolture con riposizionamento delle parti scheletriche dei primi inumati. Una sepoltura di un giovane di 13-15 anni fu scoperta nei livelli del Paleolitico superiore compresi tra la fine del Würm III e il Dryas I. Il giovane, con una grave mutilazione in corrispondenza del volto, era stato deposto su abbondante ocra che ricopriva anche parte dello scheletro e del corredo; questo era composto, fra l'altro, da quattro bastoni di comando (o raddrizzatori di freccia), da una lunga lama di selce stretta nella mano destra, da braccialetti di nasse e pendagli di osso e da un copricapo composto da centinaia di conchiglie (Nassa neritea), rinvenute attorno al cranio.

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