Ashbery, John

poeta e critico statunitense (Rochester, New York, 1927- Hudson, 2017). Stevens, Whitman e la poesia russa (soprattutto Pasternak) sono i modelli dichiarati della sua poesia, influenzata anche dagli sviluppi di altre manifestazioni artistiche (pittura astratta, musica seriale). Contrario alla poesia melodiosa, Ashbery è tuttavia un attento studioso della metrica tradizionale, in particolare del sonetto, che adatta alla sua poesia ellittica, basata sulle libere associazioni e su un continuo spostamento del punto di vista. È vincitore di vari premi di poesia, tra cui il National Book Award e il Pulitzer. Oltre che di numerose raccolte poetiche (Rivers and Mountains, 1966, Fiumi e montagne; The Double Dream of Spring, 1970, Il doppio sogno della primavera; Three Poems, 1972), è autore anche di un romanzo e di svariati saggi critici. Celebratissime le opere poetiche più recenti, linguisticamente assai raffinate: Self Portrait in a Convex Mirror (1977; Autoritratto in uno specchio convesso), As We Know (1979; Come sappiamo), Shadow Train (1981; Treno d'ombra). Ha pubblicato inoltre: A Wave (1984; Un'onda), Selected Poems (1985-86; Poesie scelte), April Galleons (1987), The Ice Storm (1987; La tempesta di ghiaccio), Flow Chart (1991), Hotel Lautreamont (1992), And the Stars Were Shining (1994; E le stelle splendevano), Can You Hear, Bird: Poems (1995), Wakefulness (1998; Insonnia), As Umbrellas Follow Rain (2001), Where shell I Wander (2005), A Wordly Country (2007), Planisphere (2009), Quick question (2012), Breezeway (2015), Commotion of the Birds (2016).

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