Attàlidi

(greco Attalídai), dinastia ellenistica del Regno di Pergamo. Gli Attalidi riconoscevano il loro fondatore in Eumene I, nipote di quel Filetero di Tios che, ribellatosi a Lisimaco, aveva ottenuto per Pergamo, sotto la protezione dei Seleucidi, una semindipendenza. Grazie all'appoggio di Tolomeo II, Eumene riuscì ad affermare, vincendo Antioco I (262 a. C.), la piena indipendenza dai Seleucidi. Solo il suo successore Attalo I, però, assunse per sé e per i suoi discendenti il titolo di re dopo aver vinto i Galati, alleati di Antioco Ierace. Eumene II fu alleato di Roma nella guerra contro Antioco III e nella III guerra macedonica contro Perseo. Il fratello Attalo II (159-139), succedendogli, preferì rinunciare a una politica estera indipendente a causa dei sospetti che colpirono Eumene II per la politica adottata nei confronti di Antioco IV. Il suo successore Attalo III, figlio di Eumene II, lasciò per testamento il proprio regno ai Romani. Affermatasi nelle lotte contro i Galati e contro i Seleucidi, la dinastia attalide dovette soprattutto all'alleanza con Roma la sua massima espansione e la sua rapida fine. Diversamente dai Seleucidi gli Attalidi non fondarono molte città; essi arricchirono tuttavia la loro capitale, Pergamo, di splendidi monumenti e ne fecero un centro intellettuale e artistico capace di rivaleggiare con Alessandria. Usarono anche maggiore liberalità dei Seleucidi nella loro colonizzazione, favorendo la fusione tra Greci e Asiatici.

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