Aub, Max

scrittore spagnolo (Parigi 1903-Città di Messico 1972). Di padre tedesco e madre francese, visse in Francia fino al 1914, poi in Spagna. Dopo la guerra civile spagnola ritornò in Francia, dove, arrestato sotto l'accusa di comunismo, rimase in campo di concentramento fino al 1942, quando si stabilì in Messico. Come per altri scrittori spagnoli, la guerra ha significato per Aub un mutamento di orientamento estetico. Del suo primo periodo, legato all'avanguardia europea, durante il quale fu anche collaboratore della Revista de Occidente, sono da ricordare le poesie di Los poemas cotidianos (1925), le prose di Fábula verde (1933) e le farse raccolte in Teatro incompleto (1931). In Messico pubblicò la serie di romanzi El laberinto mágico, composta da Campo cerrado (1943; Campo chiuso), Campo de sangre (1945), Campo abierto (1951), Campo del moro (1963) e Campo de los almendros (1967; Campo dei mandorli), costruiti intorno alla guerra civile spagnola. Seguì una copiosa produzione teatrale, di cui ricordiamo: Morir por cerrar los ojos (1944; Morire per chiudere gli occhi), Deseada (1950; Desiderata) e No (1952), nonché il saggio Discurso de la novela española contemporánea (1945; Discorso del romanzo spagnolo contemporaneo). In contrasto con la prosa precedente il 1936, lo stile di queste opere è conciso ed essenziale, spesso ironico e risentito. In Italia è stato tradotto di Aub Jusep Torres Campalans (1957), monografia immaginaria d'un pittore contemporaneo di Picasso, in cui rivive il clima artistico della Parigi del primo Novecento.

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