Avana, L'- (città)

Indice

(La Habana). Capoluogo della provincia omonima, provincia estensiva con la città dell'Avana 728 km², 2940,32 ab./km² e capitale di Cuba, 2.141.320 ab. (stima 2018).

Generalità

La città è situata sulla costa nordoccidentale dell'isola, alla foce del fiume Almendares, sulla baia omonima, in una zona aperta e pianeggiante. Il clima è tropicale ma temperato dai venti che soffiano con regolarità. La Gran Habana comprende i centri di Guanabacoa, Marianao, Regla, Santa María del Rosario, Santiago de las Vegas e altri minori. Nell'abitato si mescolano i più diversi stili architettonici, con diffusione dello stile barocco e neoclassico nella città vecchia, che si trova alle spalle del porto. Nella fascia periferica meridionale trovano spazio, oltre a numerosi parchi, l'orto botanico e il nuovo campus universitario. La città vecchia, con i resti delle sue fortificazioni e suoi edifici che mescolano lo stile neoclassico al barocco, è stata inserita dall'UNESCO fra i patrimoni dell'umanità nel 1982. L'Avana è stata la culla del pensiero marxista rivoluzionario in America Latina; dopo la caduta dell'Unione Sovietica e dei regimi comunisti europei, un clima di maggiore apertura, che ha riguardato tutto il Cuba, si è riflesso anche nella vita della capitale, che risulta maggiormente inserita nei traffici e nei commerci internazionali. È sede universitaria sin dalla metà dell'Ottocento; importante è anche l'Accademia di Belle Arti.

Urbanistica

Alle spalle del porto è situata la città vecchia, che conserva la sua netta impronta coloniale (le mura furono abbattute solo nella seconda metà del XIX secolo), con una regolare pianta a scacchiera; ospita bei palazzi barocchi e insigni edifici pubblici e religiosi, tra cui la cattedrale (1724) e il municipio, affacciato alla Plaza de Armas. Le più interessanti testimonianze della città spagnola sono però forse le fortezze erette a difesa del porto: il Castillo del Morro e il Castillo de la Punta. Le vicende urbanistiche, demografiche ed economiche recenti sono strettamente legate a quelle politiche. Dopo l'indipendenza del Paese, l'agglomerato urbano prese a svilupparsi in direzione W, per l'ampia disponibilità di terreni pianeggianti, con caratteri architettonici di marcata derivazione statunitense: un distretto centrale degli affari denso di grattacieli e ampi quartieri residenziali. La popolazione, che nel 1899 superava di poco i 250.000 abitanti, fece registrare una crescita accelerata (540.000 ab. nel 1930; 1.880.000 ab. nel 1958), seguendo l'andamento tipico delle grandi città latino-americane: fortissimo incremento naturale (3,5% annuo) e massiccia immigrazione dalle zone rurali. L'apertura, nel 1950, di una galleria che sottopassava il canale di accesso al porto, mise in moto una nuova fase di espansione topografica, verso E (Cojímar o Habana del Este; Alamar), dove sarebbe stata poi realizzata una tangenziale di raccordo con gli assi stradali di penetrazione verso SE e S. Dopo la rivoluzione castrista, L'Avana, già centro fondamentale dell'influenza capitalistica esterna, vide il suo sviluppo improvvisamente frenato da una politica, se non di vera e propria deurbanizzazione, quanto meno di contenimento. Il decentramento delle attività economiche, passate sotto il controllo statale, invertì i flussi migratori fra città e campagna, mentre il tasso di crescita demografica scese progressivamente al di sotto dell'1% annuo. Così, nel 1970 la popolazione risultava diminuita (1.750.000 ab.), e riprese ad aumentare lentamente solo in seguito alla decisione di tornare a rinforzare la struttura industriale dell'area metropolitana, per utilizzarne il grande potenziale di infrastrutture e di manodopera qualificata. Nel 2005, l'intero abitato è stato gravemente danneggiato da due uragani che a distanza di breve tempo si sono abbattuti sulla città. In anni recenti L’Avana ha registrato estati sempre più calde a causa del riscaldamento globale che hanno prodotto a gravi siccità.

Storia

Fondata il 25 luglio 1515 dal conquistador Diego Velázquez col nome di San Cristóbal de la Habana, in località prossima all'attuale insediamento, fu dal 1550 sede provvisoria del governatore dell'isola, prima residente a Baracoa e a Santiago. La città, uno dei principali porti delle isole, rifugio dei galeoni spagnoli e uno dei più importanti empori delle Antille, fu più volte attaccata dai pirati; nel 1555 fu aggredita e depredata dal francese Jacques de Sores, un bucaniere calvinista, e più tardi nel 1586 riuscì a resistere, grazie alle fortezze del Morro e della Punta, costruite dopo l'aggressione francese, all'attacco del pirata inglese Drake. Nel Seicento, quando già i Caraibi erano teatro di tutte le rivalità europee, gli spagnoli edificarono una terza fortezza, la Fuerza. Seguì nel primo quarto del secolo un periodo di rivolte, incendi e cicloni, che devastarono la città; inoltre Francia, Inghilterra e Olanda saccheggiarono le coste cubane e la stessa Avana dovette subire ripetuti assedi da parte degli olandesi (1626-70). L'amministrazione civile, in quel tempo molto debole, venne sostituita dalle autorità ecclesiastiche che fondarono scuole, ospedali e asili; l'Università di S. Gerolamo fu appunto fondata nel 1728 per iniziativa del vescovo. Anche l'attività commerciale cominciò gradualmente a rifiorire. Dopo una sconfitta subita nel 1746 in vista delle coste da parte della marina spagnola, il 13 agosto 1762, gli inglesi riuscirono a ottenere la resa della città che si era difesa per quattro mesi ed era ormai decimata dalla febbre gialla. Fu governata dal visconte Augustus Keppel, finché il Trattato di Versailles la ridiede alla Spagna (1783). L'Avana non incontrò da quel momento alcun ostacolo a un rapido sviluppo; durante i primi moti indipendentistici in America, Cuba e la sua capitale rimasero fedeli alla Spagna; i fermenti rivoluzionari iniziarono però poco dopo e nel 1898 gli Stati Uniti, prendendo pretesto dallo scoppio della corazzata Maine nel porto della capitale, dichiararono guerra alla Spagna. La guerra portò all'indipendenza di Cuba il 10 gennaio 1899. Dal 1959, con la caduta di Fulgencio Batista e l'avvento al potere di Fidel Castro, la città è divenuta il centro-guida dei rivoluzionari latino-americani. Dopo la caduta dell'Unione Sovietica e dei regimi comunisti europei, un clima di maggiore apertura, che ha riguardato tutta Cuba, si è riflesso anche nella vita della capitale, che risulta maggiormente inserita nei traffici e nei commerci internazionali. Dal 2011 la Provincia de L'Avana è stata suddivisa nelle province di Artemisa a ovest e Mayabeque a est. In occasione dei 500 anni dalla fondazione, il governo cubano ha realizzato importanti interventi nella capitale, in particolare sulla avenida del Puerto dove sono stati nuovamente istallati una coppia di ingressi monumentali con medaglioni originali che custodivano l’entrata della città nel XIX secolo, uno a Plaza San Francisco de Asis e l’altro all’inizio di Calle O’Reilly. Nel 2014 L’Avana è stata inserita tra le sette città meraviglia del mondo. Anche se in generale Cuba ha reagito bene alla pandemia di COVID-19, questa ha influito negativamente sul turismo (con un importante calo rispetto al milione di turisti annui pre-covid) e sulle forniture di beni essenziali.

Arte

La maggior parte degli edifici artisticamente interessanti a L'Avana sono concentrati nella città vecchia. Da quando la città è stata dichiarata patrimonio dell’UNESCO, è oggetto di restauri, eseguiti da un team di storici e architetti, Oficina del Historiador de La Habana, guidati da Eusebio Leal, incaricato dei lavori di ristrutturazione. I palazzi più significativi, oltre alla Catedral de San Cristóbal de la Habana, sono considerati il Palacio de los Marquéses de Aguas Claras, in Plaza de la Catedral, e il Palacio de los Capitanes Generales, in Plaza de Armas, entrambi risalenti al XVIII secolo. Il Museo de la Revolución racconta con foto e documenti di vario genere l'epoca della rivoluzione cubana.

Economia

L'Avana conserva una spiccata centralità nel sistema delle comunicazioni dell'isola, per quanto riguarda sia la rete stradale sia quella ferroviaria (principali collegamenti con Pinar del Río-Guane, a SW, e Santa Clara-Camagüey-Santiago de Cuba, a SE). Il porto movimenta le merci in esportazione, in prevalenza prodotti agricoli, e quelle in importazione, manufatti (macchine, materiale elettrico ecc.). Accanto alle tradizionali lavorazioni alimentari (zuccherifici, distillerie, birrifici) e del tabacco (famosi i sigari “avana”), i maggiori complessi operano nei settori petrolchimico, meccanico (fabbriche di autobus, cantieri navali), cementiero, tessile, conciario e calzaturiero. Si segnala anche un importante centro di ricerche biotecnologiche che esporta prodotti come medicinali, attrezzature e vaccini, che competono con le controparti dei Paesi più sviluppati del settore. Il terziario è caratterizzato da un pesante apparato burocratico e dalla diffusione capillare di servizi pubblici (sanitari, culturali ecc.), efficaci anche come forma di controllo sociale, mentre appare insufficiente la distribuzione commerciale. Nel primo decennio del XXI secolo la situazione economica della capitale è migliorata grazie all'incremento della collaborazione e del commercio con l'India e con la Cina, e agli accordi economici presi con il Venezuela e la Bolivia, che hanno attenuato gli effetti dell'embargo imposto a Cuba dagli Stati Uniti. La rete di trasporto pubblico è costituita unicamente da linee di autobus, essendo stato accantonato il progetto per la costruzione di una metropolitana. All'aeroporto internazionale José Martí fanno capo le linee aeree da e per numerose città americane ed europee, fra cui Montréal, Città del Messico, Lima, Parigi, Madrid, Berlino e Mosca.

Bibliografia

Per la geografia

H. Bradley, Havanna, New York, 1941; L. Marrero, Geografía de Cuba, L'Avana, 1950; H. Mitchell, Caribbean Patterns, Londra, 1967; M. Casiraghi, Cuba, Verona, 1986; M. Kurlansky, L'Avana: un delirio subtropicale, Milano 2018.

Per la storia

J. J. Le Riverend Brusone, La Habana, L'Avana, 1960; J. Lamore, Cuba, Parigi, 1970; R. Massari, Storia di Cuba, Roma, 1987; La città delle colonne, Città di Castello, 2006; L. Pini, L’Avana ritratto di una città, Città di Castello, 2015.

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