Barlach, Ernst

scultore, incisore e scrittore tedesco (Wedel-Holstein 1870-Rostock 1938). Tra i maggiori rappresentanti dell'espressionismo. Studiò ad Amburgo, Dresda (dove sentì l'influenza dello Jugendstil) e a Parigi (dove lo interessarono specialmente Millet, Meunier e Van Gogh). Importante per la sua formazione fu un viaggio in Russia (1906), dal quale riportò la predilezione per i temi di carattere sociale e di primitivismo religioso cari a tutto il movimento espressionista tedesco. Scolpì, di preferenza in legno, figure singole (Il fuggitivo, 1920; Donna che piange, 1923; ecc.) e gruppi (monumenti ai caduti a Magdeburgo e Güstrow) nei quali ai ricordi della scultura medievale si associano accenni cubisti. Di rilievo fu la sua attività grafica. Nel 1924 ottenne il premio Kleist e nel 1933 l'Ordre pour le mérite; ma, considerato dai nazisti tra gli artisti “degenerati”, subito dopo molte sue opere figurative furono distrutte e quelle letterarie messe al bando. I suoi drammi (Der tote Tag, 1904, Il giorno morto; Der arme Vetter, 1918, Il cugino povero; Die Sündflut, 1924, Il diluvio; Die gute Zeit, 1929, Il tempo migliore) sono sequele di scene lirico-monologiche in cui immagini abbaglianti e deformazioni grottesche generano un tessuto simbolico oscuro e avvincente. I conflitti mistico-sociali della generazione espressionista sfociano in Barlach nell'utopia mistica della rinascita dell'uomo dall'intimo. Oltre ai drammi restano di Barlach frammenti in prosa (Güstrower Fragmente, 1951, Frammenti di Güstrow; Drei Pariser Fragmente, 1952, Tre frammenti parigini), scritti autobiografici e un importante epistolario.

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