Blake, William (poeta, incisore e pittore)

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poeta, incisore e pittore inglese (Londra 1757-1827). Spirito ribelle, inquieto, visionario, è il più immediato precursore del romanticismo inglese. Subì l'influsso dello svedese E. Swedenborg e del tedesco J. Boehme, dai quali mutuò la concezione di una mistica corrispondenza tra il cosmo e l'uomo. Anche la Bibbia, nella traduzione di Lowth (1778), in prosa ritmica, ebbe un profondo influsso su Blake, in particolare sul suo stile. Nella sua prima opera, i Poetical Sketches (1783; Schizzi poetici), già si rivela una musa personale nel tono, fresco e gioioso, e nelle innovazioni metriche e tematiche. La libertà della prosodia si accompagna nei Songs of Innocence (1789; Canti dell'innocenza) a un'ineguagliata felicità poetica. A queste liriche si affiancano, contrastando per l'atmosfera cupa, greve di mistero e di senso del male, i Songs of Experience (1794; Canti dell'esperienza) che sono anche espressione di ribellione contro le leggi morali. Fra gli uni e gli altri Songs, a rivelare il mutamento che maturava nella visione del poeta, si registra Marriage of Heaven and Hell (1790; Matrimonio del Cielo e dell'Inferno), operetta in prosa, nella quale Blake si sforza di trovare una sintesi armonica tra le antinomie della vita. Il poeta manifestò la propria simpatia per le rivoluzioni americana e francese, scrivendo le due “profezie” America (1793) e Europe (1794), sotto l'influsso di Paine, Godwin e la Wollstonecraft; rivoluzioni che celebrò perché gli apparivano come episodi di cosmici sconvolgimenti che avrebbero condotto al trionfo finale della libertà e delle aspirazioni individuali. A queste opere seguirono i “libri profetici” The Book of Urizen (1794), The Book of Ahania (1795), The Book of Los (1795), Milton (1804), Jerusalem (1804): in essi si sprigionano le intuizioni morali e le visioni di Blake. Con The Four Zoas (1795-1804; I quattro Zoa) egli, che aveva attribuito alle forze solitarie dell'uomo la capacità di liberarsi dalla tirannia della ragione e della legge morale, ritornò a vedere l'opera di Dio e di Satana interferire con le azioni degli uomini. La poesia di Blake trovò i suoi primi ammiratori nei preraffaelliti e ha esercitato un influsso reale sulla letteratura del Novecento: su W. B. Yeats, D. Thomas, J. Joyce, A. Gide, G. Ungaretti e A. Ginsberg. Come artista, compì l'apprendistato di incisore presso J. Basire, poi continuò a studiare all'Accademia Reale, dove conobbe J. H. Mortimer e J. H. Füssli, le cui opere costituiscono il precedente del lato fantastico e visionario della sua arte. Ammiratore dell'arte gotica, Blake ebbe vivo il culto di Michelangelo. Nel 1784 aprì una calcografia dove non solo stampava, ma illustrava opere proprie e altrui. Famose sono le illustrazioni all'acquerello per la Divina Commedia (Londra, Tate Gallery). Sono inoltre da ricordare, oltre al quadro I pellegrini di Canterbury (1809); le illustrazioni al Libro di Giobbe e ai Pensieri notturni di Young.

Bibliografia

M. Wilson, The Life of William Blake, Londra, 1948; idem, A Blake Dictionary, Londra, 1964; C. Corti, Il primo Blake: testo e sistema, Ravenna, 1980.

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