Blandiana, Ana

pseudonimo della poetessa romena Otilia Valeria Rusan (Timisoara 1942). I suoi versi hanno assunto negli anni il ruolo di denuncia di un regime disumano e anche dopo la rivoluzione del 1989 la Blandiana resta una dissidente che continua a tener desta la coscienza critica del Paese. Le sue prime raccolte di versi rappresentano quasi una biografia sentimentale dal vitalismo esultante, ma si passa però subito a un lirismo più pensoso, dal timbro grave, al cui centro stanno problemi etici ed esistenziali (Prima persona plurale, 1964; Il tallone d'Achille, 1966; Il terzo mistero, 1969). Con la maturità la sua voce si fa riflessiva e malinconica, il tono si approfondisce e si umanizza (Ottobre, novembre, dicembre, 1972; Occhio di grillo, 1981). Con Stella predace (1985) la poetessa si impone un tipo di lirismo duro, quasi tagliente, che preannuncia l'ultima raccolta (L'architettura delle onde, 1990), di cui fanno parte molti poemi diffusi clandestinamente durante gli anni in cui il suo nome era interdetto. Nel 1990, delusa e disgustata dalla nuova lotta per il potere, si è dimessa dalla rivista Romania libera, per la quale lavorava, e dal Consiglio del Fronte di salvezza nazionale. Nel frattempo ha continuato la pubblicazione dei suoi versi, circolati clandestinamente durante gli anni del regime; fra i migliori volumi, Aborti di necessità, contenente anche una poesia in cui si fa chiaramente riferimento a un “gatto dittatore”, evidente allusione a Ceausescu. La poetessa dal 1991 è entrata attivamente in politica aderendo al movimento extraparlamentare Alleanza civica, nato spontaneamente da un gruppo di studenti universitari.

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