capoluogo della provincia autonoma omonima, 262 m s.m., 52,29 km², 107.201 ab. (2020), densità 2050,12 ab/km2 (bolzanini/Bozner), patrono: Maria Santissima Assunta (15 agosto).

Generalità

La città si estende in un'ampia e soleggiata piana alluvionale, in corrispondenza dello sbocco del fiume Talvera nell'Isarco e poco a monte della confluenza dell'Isarco nell'Adige, in favorevole posizione all'incrocio di importanti vie naturali di comunicazione verso Verona e la Pianura Padana, la Germania, la Svizzera e l'Austria. La città non ebbe una rilevante espansione sino al sec. XIX; un decisivo impulso provenne dalla costruzione della ferrovia del Brennero, nel 1867. Lo sviluppo urbanistico si intensificò agli inizi del sec. XX e soprattutto dopo la prima guerra mondiale, con la nascita di nuovi quartieri residenziali a W e della zona industriale a S e SW, sui due lati dell'Isarco. È sede universitaria e vescovile.

Storia

La città, ricordata per la prima volta da Paolo Diacono con il nome di Castrum Bauzanum, sorse in un'area di antichissimo insediamento preistorico. La sua origine risale al 15 a. C., quando Druso, vittorioso sui Rezi, impiantò nel territorio una stazione militare (Pons Drusi), facendone un caposaldo della penetrazione romana nella regione alpina. In epoca barbarica fu capitale di una contea longobarda a lungo insidiata dai Bavari (sec. VII) e successivamente conquistata dai Franchi (sec. VIII). Assegnata ai vescovi di Trento (1027), venne loro contesa dalla famiglia dei Vanga e dai conti del Tirolo, che alla fine prevalsero. Nel sec. XIII fu formalmente riconosciuta come possesso di Corradino di Svevia; passò quindi ai Mainardi di Gorizia e dal 1363 agli Asburgo. Ricco centro di scambi fra l'Italia e la Germania, fu sede di commerci, di banche e di quattro famose fiere annuali di quattordici giorni ciascuna (due in primavera e due in autunno), che ricevettero nuovo impulso nel 1635, quando, codificate dalla contessa del Tirolo Claudia de' Medici, ottennero speciali privilegi e l'istituzione di un apposito magistrato che ne governasse l'andamento. Invasa dai francesi nel 1797, la città fu assegnata alla Baviera (1806-09), contro il cui dominio si scatenò l'insurrezione di A. Hofer. Fece poi parte del Regno Italico come viceprefettura del dipartimento dell'Alto Adige dal 1810 al 1814, anno in cui tornò agli austriaci con il resto del Trentino. Passata all'Italia nel 1918, durante la seconda guerra mondiale fu sottoposta a massicci bombardamenti da parte degli Alleati e dal 1943 al 1945 venne annessa con tutta la sua provincia alla Germania. Dopo il conflitto, Bolzano rimase all'Italia; tuttavia nell'accordo De Gasperi-Gruber era prevista una forte autonomia per il Trentino-Alto Adige con precise garanzie per la minoranza di lingua tedesca. Il primo statuto del Trentino-Alto Adige ripristinò l'insegnamento del tedesco e ristabilì la toponomastica bilingue, ma gli abitanti di lingua tedesca non accettarono l'arrivo di immigrati da altre zone dell'Italia e rifiutarono la presenza maggioritaria di italiani nelle pubbliche amministrazioni della provincia di Bolzano e il centralismo regionale trentino. Ne scaturì una lotta con connotazione, anche terroristica (gruppi BAS), per l’autonomia provinciale. Italia e Austria si accordarono, in seguito all'internazionalizzazione della questione davanti all'ONU nel 1960-61, su un "Pacchetto" di misure a favore della popolazione di lingua tedesca, base del secondo statuto del Trentino-Alto Adige/Südtirol del 1972, che creò una forte autonomia per l'Alto Adige (completamente attuato dal 1992). La convivenza fra i gruppi linguistici italiano e tedesco-ladino è stata messa a dura prova soprattutto negli anni Sessanta, anche a causa dell'attendismo del governo italiano e di alcuni attentati dinamitardi sul territorio della provincia di Bolzano, compiuti da elementi estremisti sudtirolesi, che provocarono danni ai tralicci della rete elettrica nazionale e più di venti morti, appartenenti per lo più ai vari corpi dello Stato, di presidio militare o della sicurezza pubblica. Furono Aldo Moro, Kurt Waldheim e l’SVP a trovare una soluzione politica alla questione.

Arte

La città, profondamente germanizzata a partire dal sec. XII, conserva numerose chiese gotiche (sec. XIII-XVI) di stile prettamente tedesco, opera di maestranze sveve. Il duomo (sec. XIV) è caratterizzato dal tetto a forti spioventi con tegole colorate e da un campanile alto 65 metri (1501-19) con cuspide a traforo di Giovanni Lutz e Burcardo Engelberg; il coro è dell'architetto svevo Pietro di Augusta. La chiesa dei Domenicani, eretta alla fine del sec. XIII in forme gotiche tedesche per i banchieri fiorentini Bocci (Botsch), conserva importanti cicli di affreschi di pittori veneti ed emiliani del Trecento (cappelle di San Giovanni e di Santa Caterina) e una pala del Guercino. La chiesa dei Francescani (fondata nel 1221 e ricostruita nella prima metà del Trecento) ha un bel chiostro con archi trilobati su colonnine e affreschi giotteschi del Trecento. Il Rinascimento giunse a Bolzano con ritardo (Municipio Vecchio di A. Carloni, 1597-98). Tra la fine del sec. XVI e il XVIII dominarono gli architetti lombardi (i Delai) e veneti. Tra il Sei e Settecento furono costruite ville suburbane e case urbane con portici e cortili a logge: (palazzo Mercantile di F. Perotti, 1708-27; la farmacia dell'Aquila Nera). Un altro punto assai caratteristico è la piazza delle Erbe, antico centro della città e mercato della frutta, con la fontana del Nettuno (1745-46). Tra la fine del sec. XIX e il 1918 si costruirono tetri edifici in stile neomedievale tedesco; durante il fascismo venne attuato invece un vistoso ampliamento e rinnovamento urbano in forme retoriche e massicce (arco della Vittoria di M. Piacentini, 1928). Unito alla città è il sobborgo di Gries, che si estende tra giardini e vigneti ed è frequentato soggiorno climatico; presenta il monastero dei Benedettini di Muri e la bella chiesa barocca di Sant'Agostino, interamente decorata con pale e affreschi del pittore austriaco M. Knoller. La vecchia parrocchiale, dedicata a Nostra Signora, che sorge sul luogo del più antico insediamento urbano (sec. V), conserva una pala lignea (ca. 1471) di M. Pacher. Sui monti che circondano la città sorgono numerosi castelli: castel Mareccio, castel Firmiano (complesso romanico e gotico eretto sul luogo di una fortificazione romana), castel Flavon e castel Sarentino (cinquecenteschi), e soprattutto castel Roncolo, che conserva importanti cicli di affreschi di soggetto cavalleresco della fine del Trecento e del Quattrocento.

Musei

Il Museo dell'Alto Adige offre una ricca documentazione dell'arte altoatesina dai sec. XIII-XVIII e dedica alcune sale ai ritrovamenti archeologici preistorici e romani. Ben rappresentate sono la scultura dei sec. XIII-XVI, soprattutto lignea; la pittura dei sec. XV-XVI (tavola degli Austrunk dalla certosa di Senales, 1403, con influssi boemi; dipinti di Federico Pacher, Simone di Tesido, Tommaso da Villaco; tavole del Maestro dell'altare di Oberstenfeld, 1514); la pittura altoatesina e veneta dei sec. XVII-XVIII (P. Vecchia, G. Angeli, G. C. Loth, B. Strozzi, D. Feti, F. Unterberger, G. C. C. Henrici, P. Troger; le arti applicate (oreficerie, ceramiche, mobili, stoffe, sigilli, stufe). Un interesse particolare presenta la raccolta di Wohlgemuth di lavori d'arte popolare altoatesina. Il Museo Archeologico dell'Alto Adige documenta la storia della regione dal Paleolitico all'epoca carolingia; il reperto di maggior rilievo è il cosiddetto “uomo venuto dal ghiaccio” (più conosciuto con i nomi di “uomo di Similaun” e “Otzi”), la mummia di un cacciatore di circa 5300 anni fa, perfettamente conservata con vestiti ed equipaggiamento, ritrovata ai confini tra Italia e Austria, sul massiccio dell'Ötztal. A Bolzano è presente il Museo Internazionale della Montagna di Reinhold Messner; la città è sede anche con Innsbruck dal 2003 del Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi e della segreteria dell’Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino. La città fa parte della comunità di lavoro Città delle Alpi. Nel 2008 la comunità di interessi "Città delle Alpi" ha attribuito a Bolzano il titolo di Città alpina dell’anno 2009.

Economia

Solo negli ultimi decenni del Novecento la città ha vissuto una vera e propria industrializzazione, con lo sviluppo, favorito dalla disponibilità di energia elettrica, dei comparti siderurgico, metallurgico e chimico. Oggi l'economia della città poggia su un sostanziale equilibrio fra agricoltura, industria e attività terziarie, vivaci queste ultime grazie soprattutto al comparto turistico. In campo agricolo primeggiano per importanza la frutticoltura specializzata (soprattutto mele) e la vitivinicoltura, alla base della produzione di vini pregiati. Bolzano è sede di aziende piccole, medie e grandi, con un numero maggiore di quelle medio-piccole. Molte operano anche su un mercato internazionale, mentre altre svolgono un ruolo di primaria importanza solo in Alto Adige. Bolzano è il maggior polo produttivo della provincia: le aziende maggiori sono la multinazionale dei trasporti Fercam e gli stabilimenti Iveco. Nel complesso del quadro occupazionale gli italofoni prevalgono nell'industria e nel pubblico impiego, mentre il gruppo di madrelingua tedesca ha una maggiore incidenza nel settore terziario (commercio, finanza e turismo).

Curiosità

Floralia è la festa dei fiori che si tiene in primavera ogni cinque anni. A luglio si tiene il Bolzano Danza, con la partecipazione di artisti e coreografi di fama internazionale; alla fine di agosto si svolge il Concorso Pianistico Internazionale “Ferruccio Busoni”.

Bibliografia (per l'arte e la storia)

W. Arslan, Il Museo dell'Alto Adige a Bolzano, Roma, 1942; N. Rasmo, Il chiostro monumentale di S. Domenico a Bolzano, Bolzano, 1953; N. Rasmo, Il Museo Civico di Bolzano, Bolzano, 1957; D. Giannelli, Il muro di Bolzano, Calliano, 1987; R. Roveda, M. Pellegrini, Il confine settentrionale. Austria e Svizzera alle porte d’Italia, Sestri Levante 2018; R. Roveda, Alto Adige conteso, 1920-2020, Gorizia 2020.

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