Borromèo, Federico

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cardinale (Milano 1564-1631). Cugino di San Carlo, addottoratosi a Pavia in teologia, si recò poi a Roma, dove ebbe come direttore spirituale san Filippo Neri. Fu creato cardinale da Sisto V nel 1587 e nel 1595 divenne arcivescovo di Milano. In perfetta conformità con le direttive del Concilio di Trento, continuò nella diocesi l'opera del suo santo cugino, eliminando con fermezza quanti nel clero e negli istituti religiosi non avevano una condotta conforme al proprio stato, fondando le scuole di catechismo per l'istruzione religiosa del popolo e dando esempio di abnegazione e di sacrificio nella carestia durata dal 1625 al 1629 e durante la peste (1630). Il suo amore per lo studio lo portò a ideare e realizzare la Biblioteca Ambrosiana. A essa fu annessa la pinacoteca (opere di Caravaggio, Dürer, Tiziano, ecc.), per la quale Borromeo scrisse un catalogo ragionato, il Musaeum, in calce al De pictura sacra (1625-34), trattato controriformistico sulla concezione moralistica dell'arte. Scrisse circa un centinaio di opere su vari argomenti religiosi: di esse si ricordano il De gratia principum e il Philogium. Celebre il ritratto biografico che di lui tracciò il Manzoni nei .

Bibliografia

C. Castiglioni, Il cardinale Federico Borromeo, Torino, 1931; A. Barera, L'opera scientifico-letteraria di Federico Borromeo, Milano, 1931; A. Martini, I tre libri delle laudi divine di Federico Borromeo, Padova, 1975.

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