Bradbury, Ray

romanziere statunitense (Waukegan, Illinois, 1920-Los Angeles, California, 2012). Fu autore di numerose opere a metà strada tra la fantascienza sociale, la satira e la narrativa fantastica. Si affermò con The Martian Chronicles (1950; Cronache marziane), dove la storia della colonizzazione di Marte da parte dei terrestri ricalca quasi puntualmente la storia della colonizzazione dell'America, e con Fahrenheit 451 (1953), quadro desolato ma un po' ingenuo di una società che ha abolito la cultura (portato anche sugli schermi, con lo stesso titolo, nel 1966 da F. Truffaut). La propensione per il racconto fantastico, già evidente in alcune opere giovanili come The Illustrated Man (1951; L'uomo illustrato), fu ancora più chiara nei successivi volumi, tra i quali vanno ricordati The Small Assassin (1973; Il piccolo assassino) e Long After Midnight (1976; Molto dopo mezzanotte). Dopo aver pubblicato numerose raccolte di poesie (The Complete Poems, 1982, Poemi; The Art of Playboy, 1985, L'arte del playboy) e di racconti (Dinosaur Tales, 1983, Dinosauri; A Memory for Murder, 1984, Omicidi di annata), tornò al romanzo con Death is a Lonely Business (1985; trad. it. Morte a Venice), A Graveyard for Lunatics (1990; trad. it. La follia è una bara di cristallo). Tra le pubblicazioni successive si ricordano: Quicker Than the Eye (1996; trad. it. I fiori di Marte), la raccolta di saggi Journey to far Metaphor: Further Essays on Creativity, Writing, Literature and the Arts (1999; Viaggio oltre la metafora: ulteriori saggi sulla creatività, sulla scrittura, sulla letteratura e sulle arti), From the Dust Returned (2001; Ritornati dalla polvere), Let's Kill Constance (2002; trad. it. Constance contro tutti) e Farewell Summer (2006; Addio all'estate).

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