Brodskij, Iosif Aleksandrovič

poeta russo (Leningrado, oggi San Pietroburgo, 1940-New York, 1996). Scrisse le prime poesie nel 1958, ottenendo l'amicizia e la stima di Anna Achmatova. Nel 1964 venne arrestato e condannato per “parassitismo” a cinque anni di lavori forzati, scontandone poi solo uno. Dal 1972 visse negli Stati Uniti, ove insegnò letteratura russa all'Università del Michigan e dove apparvero le sue principali raccolte: Poesie e poemi (1965), Fermata nel deserto (1970), Fine di un'epoca meravigliosa (1977), Parte del discorso (1977), Elegie romane (1982), Nuove stanze per Augusta (1983). L'opera di Brodskij si ricollega alla grande tradizione filosofica della cultura russa pre-rivoluzionaria; la forma della sua poesia è piuttosto classica ed austera, improntata ad un grande rigore formale. Insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1987, Brodskij era anche autore di splendide prose scritte in inglese: Less than One (1987; Fuga da Bisanzio e Il canto del pendolo), una serie d'intense e sobrie memorie incentrate sulla città natale. Nel 1987 pubblicò la raccolta di versi Urania, cui seguì l'anno successivo Dall’esilio. In Fondamenta degli incurabili (1989) diede un resoconto diaristico dei suoi annuali soggiorni a Venezia, la città che amò più di ogni altra e nella quale decise di essere sepolto. Del 1995 è On Grief and Reason: Essay ( trad. italiana Dolore e ragione, 1998) e Discovery, romanzo per bambini scritto pochi mesi prima della sua morte per la figlia di due anni .

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