(République du Congo). Stato dell'Africa centrale (342.000 km²). Capitale: Brazzaville. Divisione amministrativa: dipartimenti (10), comuni (6). Popolazione: 3.733.548 ab. (stima 2008). Lingua: francese (ufficiale), kikongo, kituba, lingala. Religione: cattolici 41%, animisti/credenze tradizionali 32,8%, protestanti 24,4%, musulmani 1,8%. Unità monetaria: franco CFA (100 centesimi). Indice di sviluppo umano: 0,619 (130° posto). Confini: Camerun e Repubblica Centrafricana (N), Repubblica Democratica del Congo (E e S), Angola e oceano Atlantico (SW), Gabon (W). Membro di: ONU, UA e WTO, associato UE.

Generalità

Si trova nella sezione nordoccidentale del bacino congolese, in piena Africa equatoriale. Il suo territorio è per così dire il risultato dell'espansione coloniale perseguita dai francesi lungo la sponda destra del fiume Congo, mentre i belgi si assicuravano un assai più vasto dominio sulla riva opposta. Di qui la convenzionalità dei confini, che hanno ben scarsa ragione geografica ed etnica. La Repubblica del Congo teoricamente potrebbe godere di una ricchezza cospicua, ma in realtà si trova alle prese con i problemi della pura e semplice sopravvivenza. La sua ricchezza potenziale non deriva solo dalle risorse naturali, ma anche dai servizi che può vendere ai Paesi confinanti: nel settore dei trasporti, infatti, all'inizio del Duemila, è discretamente attrezzato e sta vivendo un primo accenno di sviluppo e di diversificazione del terziario. Il processo di crescita, però, incontra difficoltà dovute ai riaggiustamenti politico-economici e al pesante debito contratto con i creditori internazionali negli ultimi anni, al disancoramento della popolazione di più recente inurbamento, all'incertezza politico-istituzionale, alla ripresa della mortalità e della mobilità legate al peggioramento delle condizioni di vita, alla contrazione delle attività di trasformazione industriale.

Lo Stato

Indipendente dal 1960, il Paese è una Repubblica presidenziale. Nel 2002 è stata approvata una nuova Costituzione; essa sostituisce la prima Costituzione multipartitica del 1992, che aveva sancito la svolta in senso democratico del Paese e il cambiamento del nome da Repubblica Popolare del Congo in Repubblica del Congo. Essa prevede l'elezione diretta del presidente, con un mandato di 7 anni; un Parlamento bicamerale composto dall'Assemblea nazionale, i cui membri vengono eletti con mandato di 5 anni, e il Senato. Il sistema giudiziario si basa sul diritto francese e sulle consuetudini locali. La Corte suprema e la Corte d'appello, con sede nella capitale, costituiscono i vertici del sistema, sotto i quali sono presenti i Tribunaux d’istance, che agiscono nelle regioni. La pena di morte è in vigore, ma non ci sono esecuzioni dal 1982. Insieme con le forze armate, divise nelle tre armi tradizionali, lavorano alla difesa del Paese due forze paramilitari: la gendarmeria e la milizia popolare. Il servizio militare viene effettuato su base volontaria, ha una durata di 2 anni ed è aperto sia alle donne che agli uomini. L'istruzione è obbligatoria e gratuita dai 6 ai 16 anni di età. L'insegnamento primario dura 6 anni, quello secondario 7. Il particolare rilievo dato all'insegnamento negli anni fa si che la percentuale di adulti analfabeti nel 2005 fosse del 14,2%, una delle più basse dell'Africa. Nel 1971 è stata fondata a Brazzaville l'Università Marien Ngouabi.

Territorio: geografia fisica

Il territorio, morfologicamente poco unitario, si stende ad arco dalla riva destra del fiume Congo e dell'Oubangui alle alteterre orientali del Gabon, affacciandosi per breve tratto all'Atlantico e spingendosi a N sino ai primi rilievi della dorsale centrafricana. Strutturalmente il Paese poggia su un basamento di rocce archeozoiche in parte affioranti, anche se fortemente peneplanate, e in parte ricoperte da sedimentazioni di varie ere, dal Mesozoico in poi. La breve costa – in genere bassa e sabbiosa, bordata da una stretta pianura alluvionale – si innalza a S, dove giungono al mare i contrafforti degli altopiani interni. Questi occupano più della metà del territorio congolese, mantenendosi a un'altezza media di 300-400 m; li sovrastano però massicci intrusivi granitici, alti sino a 900 m, che formano a volte vere e proprie dorsali come quella del Mayombe, che costituisce la zona mineraria per eccellenza del Paese. La sezione nordorientale presenta invece bassi rilievi sedimentari del Cenozoico, digradanti via via verso la depressione congolese, che in larga misura appare ricoperta da terreni alluvionali neozoici. § Repubblica del Congo sudoccidentale è drenato da alcuni corsi d'acqua, in genere brevi, che sfociano nell'Atlantico; il più importante è il Kouilou, che rappresenta una buona via di comunicazione dalla costa verso l'interno. Il resto del Paese manda le sue acque al fiume Congo, sia direttamente (fiumi Sangha, Likouala, Alima ecc.), sia tramite l'affluente Oubangui. In effetti Oubangui e Congo interessano il territorio della Repubblica del Congo solo in parte, in quanto ne formano il confine orientale. Il fiume Congo, che scorre lungo la frontiera per ca. 750 km, prima di superare con rapide e cascate la dorsale costiera, si allarga in una specie di bacino lacustre assai ampio, il Pool Malebo, sul quale si affacciano sia la capitale della Repubblica del Congo sia quella della Repubblica Democratica del Congo. Il clima del Paese è di tipo equatoriale, uniformemente caldo-umido (a Brazzaville la temperatura media invernale è di 21 ºC, quella estiva di 26 ºC), ma sulla costa è mitigato per effetto della corrente fredda del Benguela, mentre all'interno, via via che si procede verso N, si fa più marcata la distinzione tra stagione umida e stagione secca. Le precipitazioni sono regolate fondamentalmente secondo due stagioni, una più asciutta quando il sole si trova a N dell'equatore e una piovosa quando il sole swi trova a S; le piogge, che si manifestano principalmente da gennaio a maggio, sono torrenziali e improvvise. Complessivamente piove molto di più nelle regioni centroccidentali (oltre i 2000 mm l'anno), mentre nella zona di Brazzaville le precipitazioni si mantengono intorno a una media annua di circa 1300-1400 mm.

Territorio: geografia umana

In origine il territorio dell'odierna Repubblica del Congo era abitato dai pigmei, nomadi cacciatori e raccoglitori che sono sempre vissuti nelle foreste, e di cui sopravvivono poche migliaia di individui, costituendo solo l'1,5% della popolazione. La quasi totalità infatti è composta da bantu, che si suddividono in gruppi e sottogruppi (bakongo, i più numerosi, 51,5%; bateke 17,3%; mboshi 11,5%; mbeti 4,9%; punu 3%; sango 2,7%; maka 1,8%; altri 5,8%). Paese prevalentemente forestale, il Congo è complessivamente poco abitato, con una densità di appena 11 ab./km². Lo scarso popolamento è stato comunque uno degli aspetti caratteristici dell'area; nel 1910 la popolazione non superava i 400.000 abitanti. Nel primo censimento completo (1951), avendo censito tutte le tribù presenti nel territorio, risultarono 759.000 individui. L'aumento costante che si è avuto a partire dagli anni Cinquanta del Novecento è dovuto sia all'alto tasso di natalità sia alla diminuzione del tasso di mortalità infantile. Oltre un terzo della popolazione vive nelle campagne, in villaggi dove abitano poche centinaia di persone. I maggiori addensamenti si registrano nella zona costiera e nell'immediato retroterra, dove la capitale Brazzaville, che ospita circa un terzo della popolazione, esercita una forte attrazione demografica, essendo il principale centro amministrativo e commerciale del Paese e accogliendo alcune delle maggiori attività industriali. È inoltre un attivo porto fluviale sulla principale via navigabile interna che la collega all'unico importante sbocco marittimo del Paese, Pointe-Noire. Brazzaville vide crescere la sua importanza come punto di passaggio obbligato per le merci provenienti dalle aree circostanti quando fu aperta, nel 1934, la linea ferroviaria Congo-Océan, lunga 500 km. Le città riflettono nella loro struttura il proprio passato coloniale francese: un nucleo centrale con funzioni amministrative e commerciali, e intorno le zone residenziali. Prima dell'indipendenza le differenze tra i quartieri europei e quelli africani erano abbastanza marcati: i primi infatti erano caratterizzati da un'accentuata modernizzazione, e i secondi da un' espansione rapida ma molto poco controllata. Successivamente la maggiore mobilità economica e sociale della popolazione africana nel suo insieme ha spinto a un rinnovamento urbano e i massicci flussi migratori dalle campagne verso le città hanno contribuito ad attenuare le differenze.

Territorio: ambiente

La foresta pluviale, ricca di essenze pregiate, ricopre gran parte del territorio, specificamente la piana di NW, la catena del Mayombe e le zone più umide degli altopiani interni. É una foresta ricca di legname pregiato come l'okoumé, il mogano, l'ebano, il cedro africano, il kapok e varie specie di palme. Nelle zone meno piovose (altopiani e regioni a NE) prevale la savana erbosa e alberata, interrotta lungo i corsi d'acqua dalla foresta a galleria. Nelle aree soggette alle inondazioni del Congo e dell'Oubangui la vegetazione ha carattere erboso e anfibio. Molte sono le specie di animali che vivono sul territorio congolese, dai mammiferi (antilopi, giraffe, ghepardi, gorilla e scimpanzè), ai rettili (coccodrilli), agli uccelli e, infine, alle numerose specie di insetti come per esempio libellule, zanzare e la mosca tsè-tsè. I principali problemi ambientali del Paese derivano dall'inquinamento dell'aria e dell'acqua, dalla deforestazione e dall'urbanizzazione disordinata. Questi fattori hanno condotto numerose specie di animali selvatici al rischio d'estinzione. In Congo esistono tre parchi nazionali, per un totale del 8,9% di aree protette su tutto il territorio nazionale.

Economia: generalità

Fra i Paesi africani in via di sviluppo la Repubblica del Congo occupa un posto abbastanza privilegiato . Lo avvantaggiano sia la sua posizione chiave tra l'oceano Atlantico e gli Stati interni del Ciad e della Repubblica Centrafricana (in particolare i fiumi Congo Oubangui hanno sempre rappresentato la tradizionale via d'accesso a questa vasta area del continente), sia le varie e spesso abbondanti risorse naturali (tra cui il petrolio). Già i francesi, durante l'occupazione coloniale, stimolarono l'economia congolese, aprendo importanti arterie di comunicazione, introducendo moderne tecniche agricole nelle colture destinate all'esportazione, dando avvio allo sfruttamento minerario e dell'ingente patrimonio forestale, e scelsero Brazzaville quale capitale dell'Africa Equatoriale Francese. Dopo l'indipendenza, i vari governi via via succedutisi mantennero sempre buoni e stretti rapporti con la ex potenza coloniale e attuarono una struttura economica di tipo misto. Così, accanto alle molte nazionalizzazioni realizzate, come nei trasporti e nei servizi pubblici, nei settori minerario, energetico e del legname, nell'ambito finanziario e bancario e accanto all'istituzione di vari enti statali di sviluppo e controllo sui principali prodotti agricoli, altri settori economici, in specie il settore petrolifero, godettero di maggiore apertura verso gli investitori stranieri o privati. In generale la situazione economica, pur potendo contare su solide e crescenti basi di risorse naturali, denota squilibri finanziari e una gestione poco trasparente dei proventi, sopratutto petroliferi, tanto gravi da aver indotto più volte il Fondo Monetario Internazionale a chiedere spiegazioni e a sospendere il credito al Paese in determinati periodi. Grazie alla crescita del prezzo del greggio e ai buoni rapporti mantenuti con Francia, Stati Uniti e Paesi del Medio Oriente la Repubblica del Congo ha fatto registrare nei primi anni del sec. XXI una crescita del PIL che nel 2008 era di 10.774 ml di $ USA; il PIL pro capite, nello stesso anno si attestava sui 2.952 $ USA.

Economia: agricoltura, foreste, allevamento e pesca

L'agricoltura impiega ca. la metà della popolazione attiva ma contribuisce solo per il 5% alla produzione del PIL (2006); i raccolti destinati al consumo interno non hanno ancora raggiunto l'obiettivo dell'autosufficienza alimentare e si tratta in una larga misura di attività di pura sussistenza, praticata spesso dalle donne (gli uomini ritengono più importante lavorare nelle piantagioni) con tecniche arcaiche. Il Paese deve ricorrere all'importazione di taluni generi di prima necessità, come i cereali e il riso. Per il consumo interno si coltivano soprattutto manioca, mais e altri cereali, patate e banane. Ben maggiore importanza economica hanno i prodotti destinati all'esportazione, che provengono in genere da vaste piantagioni, dove l'impiego di moderne tecniche consente di ottenere un'elevata produttività. Di particolare rilievo sono varie oleaginose (palma da olio, arachidi, sesamo), la canna da zucchero, il caffè, il cotone, il tabacco. § La principale risorsa del Paese è però rappresentata dalle foreste, che coprono ca. la metà della superficie nazionale, ricoprendo i monti Mayombe e gran parte delle aree centroccidentali dello Stato. Lo sfruttamento, iniziato in prossimità della costa, con lo sviluppo delle vie di comunicazione si è spinto nell'interno del Paese, seguendo il percorso della ferrovia: lo sfruttamento delle foreste è così costantemente cresciuto fino a diventare la principale risorsa economica dopo il petrolio. Il patrimonio boschivo fornisce essenze pregiate che vengono lavorate in buona parte all'interno del Paese stesso; annualmente si producono ca. 2,3 ma di m3 annui di legname, in particolare okoumé, mogano ed ebano. § Scarsissimo rilievo ha invece l'allevamento del bestiame (la Repubblica del Congo è costretta a importare carne e latticini), anche se si è cercato di introdurre per esempio razze bovine resistenti alla tripanosomiasi. § Nonostante la creazione da parte del governo di apposite istituzioni anche la pesca non riesce a dare un contributo significativo all'alimentazione della popolazione..

Economia: industria e risorse minerarie

L'industria estrattiva fornisce ca. il 90% delle esportazioni e il settore secondario nel 2006 contribuiva per oltre il 66% alla formazione del PIL. Oltre ad operare nel settore chimico e petrolchimico l'industria continua a essere rappresentata soprattutto da aziende operanti nel settore alimentare (oleifici, zuccherifici, complessi molitori) e in quello della lavorazione del legno; si annoverano inoltre manifatture di tabacchi, birrifici, cementifici, cotonifici. § I primi giacimenti di petrolio furono scoperti negli anni Cinquanta del Novecento (La Pointe-Indienne) e l'estrazione crebbe esponenzialmente negli anni Settanta e Ottanta con la costruzione della prima raffineria e la successiva scoperta di nuovo giacimenti offshore. Anche l'apporto di gas naturale è aumentato considerevolmente. Il Congo estrae anche modesti quantitativi di rame, zinco, stagno, piombo. Molto ricco è anche il patrimonio idroelettrico, benché la produzione di energia sia tuttora piuttosto scarsa (quasi completamente di origine idrica).

Economia: commercio, comunicazioni e turismo

Il commercio estero si svolge essenzialmente con la Francia, per quanto riguarda le importazioni, con vari Paesi (tra cui Stati Uniti, Italia, Spagna, Francia ecc.) per le esportazioni. Le importazioni riguardano soprattutto generi alimentari, macchinari, mezzi di trasporto, prodotti chimici e tessili mentre le esportazioni sono in prevalenza rappresentate da petrolio (tra l'80 e il 90% del valore complessivo), legname e taluni prodotti agricoli (caffè, cacao, zucchero); la bilancia commerciale registra da anni un buon attivo grazie alla consistente esportazione di petrolio e prodotti petroliferi. § In confronto ad altri Paesi dell'Africa centrale la Repubblica del Congo ha un sistema di vie di comunicazione abbastanza sviluppato, che risulta importante non solo per il Paese stesso ma anche per alcuni Stati che raggiungono il mare attraversando il suo territorio, come il Ciad e la Repubblica Centrafricana. I francesi, dati i precipui interessi nella regione, investirono molto nella costruzione di strade e ferrovie. La principale linea ferroviaria, costruita nel 1934, é la linea Congo-Océan da Brazzaville a Pointe-Noire (da cui si dirama un tronco sino a Mlinda, realizzato per raggiungere l'area mineraria del Gabon). Discreta è la rete stradale: nel 2004 erano 17.289 i km di strade di cui però solo 864 km asfaltati. La maggior parte del traffico continua tuttavia ad avvalersi delle vie navigabili interne, specie dei fiumi Congo e Oubangui. Infine Brazzaville, oltre a essere un attivo porto fluviale, è sede di un importante aeroporto internazionale, mentre Pointe-Noire è uno dei principali scali marittimi dell'Africa equatoriale. § La Repubblica del Congo si attende inoltre in futuro un buon apporto di valuta dal turismo, grazie alle incontaminate bellezze paesaggistiche.

Storia: la sovranità francese

Alla fine del sec. XV era, col nome di Loango, provincia tributaria del re del Congo. Riacquistò in seguito autonomia e i suoi sovrani (Ma Loango) si dedicarono con notevole profitto alla tratta degli schiavi, che facevano affluire sulla costa dove erano acquistati e imbarcati dai mercanti europei. Nel sec. XVIII la Francia cominciò a interessarsi a questa zona del litorale; nel 1766 una missione cattolica francese si installò a Loango e nel 1839 Bouet-Willaumez si stabilì sull'estuario del fiume; dieci anni più tardi fu fondata Libreville e dal 1870 ebbe inizio la ricognizione delle regioni costiere e dei bacini dell'Ogoué e dell'Alima, a opera soprattutto di Savorgnan di Brazzà, impegnato a contrastare i disegni espansionistici di Leopoldo II del Belgio nel bacino del Congo. Il 10 settembre 1880 Brazzà concluse un trattato di amicizia col re Makoko, mentre nel 1883 il tenente di vascello Cordier (che aveva raggiunto il fiume Congo precedendo Stanley) ottenne dal re il riconoscimento della sovranità francese. Una legge del 17 dicembre 1882 istituì intanto la colonia del Congo francese, della quale il Brazzà fu nominato primo commissario il 2 febbraio 1883. Alla fase di regolamentazione dei confini con lo Stato indipendente del Congo di Leopoldo II, col Portogallo e con la Germania, insediatasi nel Camerun, seguì il periodo della pacificazione e organizzazione della colonia (1885-1920) che prese il nome di Moyen Congo e divenne, nel 1910, uno dei quattro territori dell'Africa Equatoriale Francese. Per la valorizzazione della colonia si diede inizio nel 1921 alla costruzione della ferrovia Brazzaville-Mayombè, ultimata solo nel 1934 con un impressionante tributo di vite umane. Tra il 1921 e il 1941 nel territorio sorsero e si diffusero movimenti profetico-religiosi (come quelli di Simon Kimbangu, di Simon-Pierre MPadi e soprattutto di André Matsua) che, predicando la disobbedienza alle autorità coloniali e la cacciata dei bianchi, provocarono gravi disordini e dure repressioni. Dopo la seconda guerra mondiale, il Congo francese seguì le tappe dell'evoluzione politica tracciate dalla metropoli con l'Unione francese (1946), con la Loi Cadre (1956) e con la Comunità francese (1958), optando per lo status di repubblica autonoma, nel quadro della predetta comunità, il 28 novembre 1958. Il 15 agosto 1960 il Congo-Brazzaville accedette alla piena indipendenza come Repubblica del Congo. Un colpo di stato rovesciò nell'agosto 1963 il presidente Foulbert Youlou e portò al potere Alphonse Massemba-Débat, che diede al Paese una nuova Costituzione, approvata l'8 dicembre 1963. Ma una successiva crisi politica interna si concluse nel 1968 con l'insediamento al vertice d'un Consiglio Nazionale rivoluzionario, presieduto dal capo dell'esercito Marien Ngouabi, divenuto capo dello Stato il 31 dicembre 1968.

Storia: la nascita della Repubblica Popolare e la guerra civile

Una nuova Costituzione, promulgata il 3 gennaio 1970, diede vita (fino al 1992) alla Repubblica Popolare del Congo, nella quale preminenza assoluta ebbe il Partito Congolese del Lavoro (PCT) di ispirazione marxista-leninista. In politica estera restarono però inalterati i rapporti di collaborazione con la Francia e con l'Africa francofona. Una drammatica svolta si ebbe nel marzo 1977, quando il generale Ngouabi cadde vittima di un complotto ispirato, secondo la giunta militare, dall'ex presidente Massemba-Débat, il quale venne arrestato e fucilato. A succedere a Ngouabi fu designato il colonnello Joachim Yhorubi Opango il quale, non riuscendo a controllare la difficile situazione del Paese, rimise il potere nelle mani del Comitato Centrale del Partito Congolese (febbraio 1979). Dalle elezioni del marzo dello stesso anno fu eletto presidente Denis Sassou-Nguesso, che emanò una nuova Costituzione “socialista”, approvata nel luglio 1979. Sassou-Nguesso fu rieletto nel 1984 e nel 1989. La seconda metà degli anni Ottanta, in un clima di accresciute difficoltà economiche, vide una più forte opposizione al governo, espressa da manifestazioni anche violente. Nel 1989 si svolsero le prime elezioni con candidati esterni al partito al potere (ma solo in minima parte) e nel settembre 1990, infine, sotto la pressione della Chiesa e del sindacato unico, Sassou-Nguesso accettò di instaurare un sistema multipartitico, varato contemporaneamente alla rinuncia al marxismo-leninismo da parte del PCT, che adottò un programma socialdemocratico. Successivo passo verso la Repubblica fu la riunione, nel febbraio 1991, di una Conferenza nazionale, che nel giugno dello stesso anno, sottraendo al presidente Sassou-Nguesso molte delle sue prerogative, elesse un governo provvisorio presieduto dall'indipendente A. Milongo; contemporaneamente venne istituito un Consiglio superiore della Repubblica, organo legislativo con il compito di gestire la difficile transizione verso la democrazia. Nel 1992, in un clima di grande instabilità sociale e politica, si tennero le prime elezioni presidenziali libere, vinte da P. Lissouba, leader dell'Unione panafricana per la democrazia sociale (UPADES). Sciolta l'Assemblea (novembre 1992), nella quale il suo partito risultò minoritario, Lissouba indisse nuove elezioni politiche tenutesi tra maggio e giugno 1993, questa volta favorevoli al presidente che tuttavia furono duramente contestate dall'opposizione che accusò l'UPADES di brogli. Ne scaturirono violenti scontri, con alcune centinaia di vittime. Nel gennaio del 1994 venne firmato un accordo tra Lissouba e i deputati dell'opposizione e istituita una forza armata di interposizione, ma nel 1997 riesplose più grave che mai lo scontro tra Lissouba e il suo predecessore Sassou-Nguesso, e la Repubblica del Congo precipitò in una devastante guerra civile e a nulla servì l'intervento della Francia e quello dei Paesi limitrofi. Nell'ottobre dello stesso anno, dopo aver destituito Lissouba (grazie anche all'intervento dell'esercito angolano), Sassou-Nguesso (già presidente dal 1979 al 1992) si autoproclamò capo dello Stato, sospese la Costituzione e formò un governo di unità nazionale: il Paese ripiombò nell'anarchia e nella violenza e tutte le parti in conflitto (forze regolari, milizie e gruppi armati dell'opposizione) commisero diffusi abusi e uccisioni. I due cessate il fuoco firmati nel corso dello stesso anno tra i Ninja, sostenitori dell'ex presidente Lissouba e rappresentanti governativi vennero rinnegati dai leader dell'opposizione in esilio. Nel corso degli anni successivi, il clima di indiscriminata violenza di ambo le parti anche nei confronti di civili disarmati provocò un esodo massiccio di popolazione verso i Paesi vicini, soprattutto in Gabon. Sassou-Nguesso veniva riconfermato nelle presidenziali del 2002 e del 2009; il suo partito si affermava con una maggioranza assoluta nelle legislative del 2007.

Cultura: generalità

Fino agli anni Novanta del Novecento, quando è scoppitata la guerra civile, il Paese presentava un quadro folcloristico complesso, con numerose mescolanze, specie negli insediamenti urbani. L'uso di feticci e le credenze animistiche erano assai diffusi. Fra i più autentici rappresentanti del tradizionale mondo africano vanno ricordati i bateke, noti per le loro danze. Assai persistenti erano anche gli usi delle popolazioni settentrionali, in prevalenza dedite alla pesca. Le loro tradizioni si presentavano più ricche di quelle delle genti degli altopiani, mentre gli usi tribali condizionano tutte le manifestazioni del ciclo vitale. In ambiente urbano si assisteva a un recupero dei valori tradizionali che si esprimeva in manifestazioni artistiche; tipico è il caso di certi pittori del rione Poto-Poto (uno degli insediamenti non europei sorti intorno a Brazzaville), che dettero vita a una scuola di pittura popolare, fondata su una raffigurazione stilizzata. Interessante è stata pure la produzione di statuette di legno.

Cultura: letteratura

È esistita, in lingala, una letteratura tradizionale orale, comprendente vari tipi di canti, racconti, favole, miti. La letteratura in lingua francese dette i primi frutti negli anni Cinquanta del Novecento, quando la Francia promosse una politica di assimilazione culturale delle élites, che trovarono una tribuna nella rivista Liaison (1950-59). È di questi anni l'esordio di J. Malonga, uno dei primi scrittori congolesi, autore di Coeur d'Aryenne (1954). Successivamente, il nazionalismo ha però volto gli scrittori verso la ricerca e la fissazione del patrimonio culturale autoctono. La narrativa, lucida e aspra, denuncia gli abusi della società postcoloniale. In piena fioritura per quantità e qualità, la produzione letteraria rivelò un forte slancio creativo e alcune tendenze caratteristiche. La prima è la preferenza accordata al romanzo; la seconda è la militanza, più morale e intellettuale che ideologica, che dilata la lotta contro il potere espressivo, personalizzato in un dittatore, in una rivolta contro la stupidità e per la libertà dello spirito, usando le armi del sarcasmo, dell'ironia, della farsa grottesca, dell'assurdo. Altra caratteristica fu il profondo radicamento nel Paese e nella tradizione orale. Tra gli scrittori più significativi ricordiamo G. F. Tchikaya U'Tamsi (1931-1988), drammaturgo, poeta e romanziere, una delle più alte voci dell'Africa nera (Mauvais Sang, 1954; Le Zulu, 1977; Ces fruits si doux de l’arbre à pain, 1987), S. Bemba (1934-1995; Le soleil est parti à Mpemba, 1982; Léopolis, 1985). Nel corso degli anni Settanta apparvero sulla scena letteraria congolese autori destinati a conquistare fama internazionale: E. Dongala (n. 1941; Un fusil dans la main, un poème dans la poche, 1973; Jazz et le vin del palmes, 1982), J.B. Tati-Loutard (Les normes du temps, 1974), S. Labou Tansi (1947-1995), prolifico autore di teatro oltre che romanziere (La vie et demie, 1979; L’anté-peuple, 1983; Le commencement des douleurs, 1995). Negli anni Ottanta si affermarono anche numerose scrittrici, indirizzate prevalentemente alla poesia e ai racconti brevi, tra cui F. Hazoume (n. 1959), A. Néné, C.-I. Diamoneka e l'inquieta M.-L. Tsibinda, esule dal 1999 (Poèmes de la terre, 1980; L’oiseau sans arme, 1999; Moi, Congo ou les rêveurs de la souveraineté (2000), mentre in campo saggistico domina T. Obenga. Il teatro, in francese e in lingala, ha acquistato importanza dopo l'indipendenza, con la creazione dell'Associazione Teatrale Congolese (1963), rivelando autori come G. Menga, che è anche romanziere, il cui Oracle è stato recitato a Parigi nel 1969, e i già citati S. Bemba (L’enfer c’est Orféo, 1969; Tarentelle noire et diable blanc, 1975; Qu’est devenu Ignouba le chasseur?, 1990) e G. F. Tchikaya U'Tamsi, il quale ha dato nei suoi drammi una visione altamente poetica e nazionalistica della storia africana. Altri autori significativi sono stati F. Mouangassa, P. J. Lhono, F. Loubaki, E. Boundzeki Dongela, A. Letembat-Ambili, M. Malinda e M. N'Debeka. In seguito agli eventi sanguinosi degli anni Novanta molti scrittori, come E. Dongala, sono stati costretti a lasciare il Paese. Dongala ha continuato a scrivere della realtà africana anche all'estero; il suo ultimo romanzo (Johnny chien méchant, 2002), tradotto in Italia nel 2006 con il titolo Johnny Mad Dog, che narra la storia di un bambino soldato, è stato trasposto in film nel 2008.

Cultura: arte

La Repubblica del Congo è stata nettamente dominata dalla produzione scultorea del gruppo fang, diffuso anche nel Gabon e nella Guinea Equatoriale. Le soluzioni formali delle figurine lignee di antenati, che sovrastano i panieri dove sono raccolte le ossa dei defunti, hanno largamente influenzato gli artisti europei. Da menzionare anche le astrazioni dell'arte dei kota e gruppi affini, di cui sono da ricordare le maschere, a forma piatta, interamente rivestite di lamine di ottone. Interessanti, infine, sono le misteriose maschere bianche, dall'aria orientalizzante, dei Mpongwe del fiume Ogoué, in cui, sul volto umano dipinto di bianco, spiccano i capelli e gli occhi neri e le labbra rosse.

Bibliografia

Per la geografia

G. Bocquier, R. Guillemin, Aperçu sur les principales formations pédalogiques de la République du Congo, Brazzaville, 1959; Asecna, Aperçu sur le climat du Congo, Brazzaville, 1964; P. Vennetier, Géographie du Congo-Brazzaville, Parigi, 1966; V. Thompson, R. Adloff, Historical Dictionary of the People's Republic of the Congo, Metuchen, 1984.

Per la storia

Ch. de Chavannes, Le Congo français, Parigi, 1937; J. M. Wagret, Histoire et sociologie politique de la République du Congo (Brazzaville), Parigi, 1963; C. Coquery-Vidrovitch, Brazza et la prise de possession du Congo, Parigi, 1969.

Per la letteratura

R. Pageard, Littérature Négre-Africaine, Parigi, 1966; R. Cornevin, Le théâtre en Afrique Noire et à Madagascar, Parigi, 1970; R. Chemain, A. Chemain-Degrange, Panorama critique de la littérature congolaise contemporaine, Parigi, 1979.

Per l'arte

F. M. Olbrechts, Les arts plastiques du Congo Belge, Bruxelles, 1959.

Per il folclore

G. Bruel, La France Equatoriale africaine, Parigi, 1935; M. Bedel, Tropiques noirs, Parigi, 1950; G. Balandier, Sociologia des Brazzavilles noirs, Parigi, 1955; S. Tchichelle, Congo moderne, Brazzaville, 1960.

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