Còsta, Andrèa

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uomo politico italiano (Imola 1851-1910). Mazziniano convinto, fu attratto dalle teorie di Bakunin, divenendo segretario della commissione di corrispondenza dell'Internazionale. Arrestato per il tentativo di insurrezione anarchica di Bologna del 1874 e rilasciato dopo un trionfale processo (1876), si rifugiò in Svizzera e in Francia, dove subì una condanna per la sua attività internazionalista (1878). Nel 1879 scrisse la famosa lettera Ai miei amici di Romagna, che segnò il suo passaggio nelle file del socialismo. Ritornato in Italia, fondò a Milano la Rivista internazionale del socialismo (1880) e a Imola il settimanale Avanti! (1881); nel 1882 fu eletto deputato per il Partito socialista rivoluzionario, da lui fondato l'anno precedente. Condannato per ribellione alla forza pubblica (1889) e costretto a rifugiarsi all'estero dalla repressione crispina, fu nuovamente incarcerato dopo i disordini del 1898. Liberato, dal 1908 al 1910 fu vicepresidente della Camera.

F. Della Peruta, La banda del Matese, Milano, 1954; A. Romano, Storia del movimento socialista in Italia, Roma, 1956; P. C. Masini, Storia degli anarchici italiani. Da Bakunin a Malatesta (1862-1892), Milano, 1969; N. Galassi, Vita di Andrea Costa, Milano, 1989.

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