(République de Côte-d'Ivoire). Stato dell'Africa occidentale (320.763 km²). Capitale: Yamoussoukro. Divisione amministrativa: province (50). Popolazione: 26.453.542 ab. (stima 2020). Lingua: francese (ufficiale). Religione: musulmani 38,7%, cattolici 20,8%, protestanti 5,3%, animisti/credenze tradizionali 17%, non religiosi/atei 13,4%, altri 4,8%. Unità monetaria: franco CFA (100 centesimi). Indice di sviluppo umano: 0,516 (165° posto). Confini: Mali e Burkina Faso (N), Ghana (E), Oceano Atlantico (golfo di Guinea) (S), Liberia Guinea (W). Membro di: CEDAO, ONU, UA e WTO, associato UE.

Generalità

Affacciata sull'oceano Atlantico nel golfo di Guinea, la Costa d'Avorio è stata una delle più fiorenti colonie dell'AOF (Francia Occidentale Francese) e uno dei Paesi più ricchi di tutta l'Africa a S del Sahara. Rispetto al florido passato coloniale, meno soddisfacenti risultano, all'inizio del XXI secolo, le condizioni sociali della popolazione, soprattutto per i tassi elevati di mortalità infantile e di analfabetismo. Le difficoltà economiche e le turbolenze politiche hanno inoltre provocato negli ultimi anni un peggioramento della situazione, segnalato dalla graduatoria dell'indice di sviluppo umano, che lo colloca ormai tra i 15 Paesi più arretrati del mondo.

Lo Stato

Indipendente dal 1960, il Paese è una Repubblica presidenziale. In base alla Costituzione del 7 agosto 1960, più volte emendata, il presidente della Repubblica è eletto per 5 anni a suffragio diretto, al pari dell'Assemblea nazionale. Gli emendamenti effettuati fra il 1999 e il 2000 hanno limitato agli ivoriani puri (ossia a chi ha entrambi i genitori e i quattro nonni ivoriani) il diritto di candidarsi alle principali cariche politiche. Il sistema giudiziario si basa sul diritto francese e sulle consuetudini locali. La Corte suprema, massimo grado di giudizio del Paese, è composta da 4 sezioni: costituzionale, giudiziaria, amministrativa e dei conti. Quindi troviamo 2 Corti d'appello e Tribunali di prima istanza. La pena di morte è stata abolita nel 2002. Prima del 2003 le forze militari del Paese erano composte dalle tre armi tradizionali e da forze paramilitari; il servizio militare veniva effettuato su base selettiva e la ferma era semestrale. Da quella data il quadro è del tutto stravolto, dal momento che sul territorio è presente una missione di pace ONU, affiancata da un contingente militare francese. Nella Costa d'Avorio l'istruzione, gratuita a tutti i livelli, è obbligatoria dai 7 ai 13 anni. L'insegnamento primario dura 6 anni, mentre quello secondario 7 anni e si articola in due cicli rispettivamente di 4 e 3 anni. Nel 2018 la percentuale di adulti analfabeti era del 52,8%. Nel 2006 la percentuale di adulti analfabeti era del 51,3%. L'istruzione superiore viene impartita nelle università di Abidjan, Yamoussoukro e Bouaké.

Territorio: morfologia

Dal golfo di Guinea a S la Costa d'Avorio si spinge a N sino agli altopiani sudanesi; presenta una morfologia non molto complessa, così come semplice è la struttura geologica. Il Paese poggia infatti su uno zoccolo di rocce precambriane (scisti, gneiss, quarziti, graniti), con prevalenza di affioramenti granitici nelle regioni settentrionali e occidentali, e di vaste formazioni scistose in quelle sudorientali. La fascia costiera orientale infine presenta una copertura sedimentaria del Cenozoico, con limitate sovrapposizioni alluvionali più recenti. Prevalgono le aree pianeggianti e le distese tabulari; il prolungato processo di erosione ha logorato ovunque i rilievi. Si possono distinguere tre principali regioni fisiche: una fascia pianeggiante meridionale, che penetra profondamente nell'interno ed è sovrastata da vari dossi, la cui quota non supera i 200 m; una zona centrale, con cime isolate relativamente più elevate (monte Tiguititi, 604 m) e che a W è accidentata dalle propaggini del massiccio dei monti Nimba (monte Tonkoui, 1189 m), estremo tratto orientale dell'ampia dorsale guineana; infine una regione settentrionale di alteterre, con altitudine media di 350-500 m, che formano vaste distese tabulari separate le une dalle altre da ripide scarpate e sovrastate anch'esse nella sezione occidentale da affioramenti granitici (monte Tiouri, 914 m). La costa, che si sviluppa per 550 km, è per lo più rocciosa a W, dato che qui i rilievi si spingono sino al mare, bassa e sabbiosa a E, dove presenta sino al confine con il Ghana una caratteristica serie di lagune (di Ébrié, Aby ecc.) che formano uno specchio d'acqua pressoché ininterrotto per quasi 350 km.

Territorio: idrografia

Data la generale morfologia del territorio – sorta di piano inclinato da N a S – il sistema idrografico del Paese poggia su corsi d'acqua, pressoché paralleli, defluenti dagli altopiani settentrionali all'Atlantico; i maggiori sono il Sassandra, il Bandama, il Comoé e il Cavally, che segna in parte il confine con la Liberia: tutti hanno il corso interrotto da rapide e sono perciò scarsamente utilizzabili per la navigazione. La Costa d'Avorio nordoccidentale tributa però al fiumeNiger, cui apportano le loro acque, tramite il Bani, il Bagoé e il Baoulé.

Territorio: clima

Per la sua posizione, tra i 4º e i 10º di lat. N, la Costa d'Avorio ha un clima di transizione tra il subequatoriale e il tropicale; fondamentalmente esso trae origine dall'alternanza nel corso dell'anno degli influssi delle masse d'aria continentali e di quelle oceaniche, queste ultime però sempre meno marcate man mano che si procede verso Nord. Nella regione meridionale si hanno di conseguenza piogge abbondanti (2000-2500 mm annui, con punte massime persino di 5000 mm nella zona costiera occidentale), che cadono in due stagioni, da maggio a luglio e da settembre a ottobre, cui si alternano quelle secche; le temperature sono invece costantemente elevate, con medie annue sui 27 ºC. Nell'area settentrionale le precipitazioni diminuiscono a 1000 mm e nell'estremo NE persino a 700 mm annui, concentrate in un'unica stagione piovosa, da maggio a ottobre, cui si contrappone quella secca, durante la quale fa sentire il suo influsso l'harmattan, vento secco d'origine sahariana. La zona settentrionale, infine, è caratterizzata da precipitazioni sensibilmente meno abbondanti, che raggiungono in media i 1200 mm annui. In rapporto all'alternanza delle due stagioni, le temperature variano notevolmente durante l'anno; anche le escursioni giornaliere sono particolarmente accentuate arrivando, durante la stagione secca, fino a 20-25 °C.

Territorio: geografia umana

Area di popolamento abbastanza recente e piuttosto limitato a causa soprattutto delle non favorevoli condizioni ambientali offerte dalla foresta, la cui estensione era un tempo assai superiore all'attuale, la Costa d'Avorio fu presumibilmente alle origini abitata da genti pigmoidi, cacciatori e raccoglitori, stanziate nella fascia forestale e di cui esistono ancora modestissimi gruppi. Furono le successive immigrazioni di genti sudanesi dedite all'agricoltura a originare i primi consistenti nuclei stabili. L'attuale popolazione ivoriana è molto eterogenea, essendo mancato un processo di fusione dei differenti gruppi, molti dei quali sono presenti anche nei Paesi limitrofi; è composta da akan (42%), voltaici (18%), mande del Nord (17%), krou (11%), mande del Sud (10%), altri (2%). Prevalgono numericamente gli anyi e i baulé, appartenenti al grande gruppo degli akan; affini perciò agli ashanti del Ghana, donde giunsero, sono in prevalenza concentrati nelle regioni centrorientali del Paese. Tra gli altri i gruppi principali sono: i mande, d'origine sudanese, che vennero dal bacino del Niger e si stabilirono nell'area savanica occidentale; i senufo e i lobi, anch'essi sudanesi ma appartenenti al gruppo “voltaico” e che abitano invece la regione delle savane orientali; le varie popolazioni genericamente denominate kru (gueré, dan, dida ecc.), stanziate nella regione forestale di SW, dalla Liberia al corso del Bandama e tra le quali vengono talvolta inclusi anche i cosiddetti “lagunari”, giunti da E e concentrati appunto nella fascia delle lagune, dove tradizionalmente praticano la pesca. Mancano dati precisi riguardo alla passata consistenza demografica del Paese; si ritiene però che la popolazione sia stata lungamente stazionaria e che sin verso la prima metà del sec. XIX si aggirasse sui 2 milioni di abitanti. Negli ultimi quarant'anni del Novecento i valori numerici appaiono essersi quadruplicati, oltre che a causa dell'elevata natalità, sia per effetto del diminuito indice di mortalità, conseguente alle migliorate condizioni igienico-sanitarie e alla lotta condotta contro le molte e gravi malattie endemiche, sia per la forte immigrazione dai Paesi confinanti. Il Paese ospita infatti un elevatissimo contingente di stranieri, soprattutto africani, che provengono dai Paesi vicini (Burkina, Mali, ecc.). La densità della popolazione (65 ab./km²) è tra le più elevate dell'area guineana; le zone di più fitto insediamento sono quella centrale e quella meridionale attorno ad Abidjan, città che, essendo stata in passato la capitale, è stato un forte polo di attrazione demografica. Il tradizionale insediamento del villaggio, comunque, è ancora molto diffuso, anche se nel 2006 già il 46% della popolazione era urbanizzato. Nel frattempo con un fenomeno tipico di tutto il continente africano, dovuto inizialmente all'avvento coloniale, sono nate città sulla costa ma anche nell'interno, nella zona delle foreste e nella savana. Altri centri importanti sono Bouaké, tradizionale centro economico-culturale dei baulé, che ha registrato un notevole sviluppo grazie anche all'installazione di nuove industrie e Yamoussoukro, villaggio natale di Houphouet-Boigny, scelto nel 1983 dall'allora presidente come nuova capitale del Paese. Sorge a 220 km a NW di Abidjan, in corrispondenza di un importante nodo stradale per la Guinea e il Burkina. La scelta della nuova capitale era servita ad alleggerire la pressione demografica su Abidjan, divenuta insostenibile.

Territorio: ambiente

In relazione alle condizioni climatiche il paesaggio vegetale presenta in tutta la parte meridionale del Paese la foresta pluviale, ricca di essenze pregiate da ebanisteria (mogano soprattutto), tra una profusione di liane e una grande varietà di palme. La foresta si prolunga verso N con sottili fasce ai margini dei corsi d'acqua, in un ambiente già dominato dalla savana, che è prevalentemente arborata nella zona centrale, caratterizzate da alberi come il lingué (Afzelia africana), il teli (Erythrophloeum guineense), l'iroko e la samba; nelle zone più aride dell'estremo settentrione predomina la savana erbacea e arbustiva, con piante come la noce di karité. Sciacalli, iene, pantere, elefanti, ippopotami, numerose varietà di scimmie, e molti altri mammiferi sono ampiamente diffusi. Tra i rettili abbondano coccodrilli e serpenti velenosi come vipere, mamba e molti altri. La deforestazione e l'inquinamento delle acque costituiscono i problemi ambientali più gravi a cui il Paese deve far fronte. Le sue foreste, in passato le più grandi dell'Africa occidentale, sono state quasi interamente distrutte. Inoltre liquami domestici e rifiuti chimici, agricoli e industriali avvelenano le sorgenti d'acqua. La superficie protetta copre complessivamente il 20,4% del territorio, all'interno della quale si individuano otto parchi nazionali e tre aree dichiarate patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO, e sono: il Parco nazionale Taï (1982), la riserva naturale del Monte Nimba (1981) e il Parco Nazionale di Comoè (1983). Purtroppo le ultime due aree sono state inscritte nella lista dei patrimoni mondiali in pericolo.

Economia: generalità

Durante la colonizzazione francese il Paese vide lo sviluppo di grandi piantagioni gestite da coloni provenienti dalla madrepatria. Solo dagli anni Venti del Novecento questa forma di schiavitù cessò e nacquero le prime "piantagioni indigene". Con l'indipendenza (1960) gli introiti prodotti dal settore agricolo cominciarono a essere investiti in altri settori economici e la Costa d'Avorio conobbe una crescita rapida e costante divenendo un simbolo di liberalismo economico, nonostante l'intervento determinate dello stato, e un modello per tutta l'Africa occidentale. Il processo di industrializzazione, relativamente più intenso e anticipato rispetto agli altri Stati limitrofi, determinò la formazione di un ceto operaio che, a sua volta, diede vita a piccole iniziative imprenditoriali locali. Questa crescita permise un incremento costante del PIL che 2019 era di 4.4439 ml $ USA (il PIL pro capite di 1.691 $ USA). Tra il 2002 e il 2007, però, le drammatiche vicende sociali e politiche influirono pesantemente sulla struttura economica del Paese. Queste gravi tensioni in cui sono riemersi bruscamente gli effetti di una divisione etnica regionale rimasta assai marcata, nonostante i fenomeni di mescolamento dovuti alle migrazioni interne e dai Paesi contermini, hanno fortemente compromesso l'immagine del modello di sviluppo ivoriano. Gli investimenti stranieri sottoposti a un alto tasso di rischio si sono ridotti. Anche la principale risorsa agricola del Paese, il cacao, è stata messa in crisi dalla guerra civile: la maggior parte delle piantagioni di questa coltura, infatti, si concentra nella zona settentrionale della Costa d'Avorio, che, negli anni di guerra, si trovò sotto il controllo dei ribelli. Alla fine del primo decennio del Duemila il governo punta molto sullo sfruttamento dei pozzi di petrolio e confida nell'aumento sostanzioso della produzione giornaliera.

Economia: agricoltura, foreste, allevamento e pesca

Le colture industriali, il cacao principalmente, sono state la chiave del miracolo ivoriano e continuano a essere la principale risorsa del Paese. Il settore primario contribuisce per il 25,4% alla formazione del PIL (2008) e impiega il 49% della forza lavoro. D'altro canto il settore sconta le sensibili fluttuazioni della domanda sul mercato internazionale e i programmi governativi volti ad aumentare esponenzialmente le superfici coltivate hanno fatto sì che vaste porzioni di foresta andassero distrutte e si sviluppasse, nelle zone settentrionali, un preoccupante processo di desertificazione. Il principale prodotto di esportazione è il cacao che rappresenta l'80% delle esportazioni, seguono il caucciù (la cui produzione è aumentata notevolmente durante gli anni di guerra e la conseguente crisi del cacao) e il caffè, di cui è il terzo produttore africano (2007). Il panorama agricolo comprende anche banani, ananas, cotone, palme da olio, canna da zucchero ecc. I principali prodotti agricoli destinati al consumo locale sono la manioca e alcuni cereali, coltivati con metodi decisamente arretrati sia nelle regioni centrosettentrionali, come il miglio, il sorgo e il mais, sia nella fascia meridionale, come il riso. § L'altra grande risorsa della Costa d'Avorio è il patrimonio forestale, già soggetto però a un eccessivo sfruttamento che ne ha ridotto l'importanza economica. Una carente politica di riforestazione ha visto scendere, nell'arco di un ventennio, le aree forestali che, nel 2008, comprendevano il 32,7% della superficie del Paese. Le foreste danno legname assai pregiato, mogano soprattutto; anche in questo settore la Costa d'Avorio è tra i maggiori produttori africani, che in parte alimenta varie segherie locali, ma che essenzialmente viene esportato verso i mercati europei e nordamericani. § L'allevamento è invece assai meno sviluppato. Nelle aree savaniche centrosettentrionali sono presenti ovini e caprini, oltre ai bovini, mentre un poco ovunque si allevano animali da cortile; si deve però ricorrere all'importazione per soddisfare il fabbisogno interno. § Rilevante è la pesca: Abidjan è il maggiore centro per la pesca del tonno dell'Africa.

Economia: industria e risorse minerarie

Il settore secondario impiega solo il 14% della forza lavoro, ma produce quasi il 28% del PIL (2008). L'industria si è sviluppata, come accennato, grazie ai guadagni provenienti dall'agricoltura e fin dai primi anni dopo l'indipendenza ha visto nascere manifatture alimentari e industrie per la lavorazione di legno e cotone. Tra gli altri impianti sono alcuni cementifici alcuni zuccherifici. Una grande raffineria di petrolio e stabilimenti metallurgici e meccanici si trovano a Vridi (periferia di Abidjan). Abidjan e l'area circostante rappresentano la zona di maggior concentrazione industriale dello Stato; questa crescita, avvenuta senza predisporre organici piani regolatori, ha provocato un fortissimo esodo rurale verso la città ex-capitale e quindi un forte squilibrio territoriale, tanto che sono aumentati gli sforzi del governo per determinare un più omogeneo sviluppo del Paese mediante il decentramento delle nuove attività industriali. § La Costa d'Avorio possiede modeste risorse minerarie: alcuni giacimenti di diamanti, piccole riserve di ferro, bauxite, oro e gas naturale. Nel 1995 sono entrati in produzione i giacimenti petroliferi off shore la cui produzione è in costante crescita. La produzione di energia elettrica è sopratutto di origine idrica: sono in funzione diversi impianti idroelettrici sui fiumi Bia, Bandama, Comoè e Cavalla.

Economia: commercio, comunicazioni e turismo

La bilancia commerciale si è mantenuta attiva (si è notato un decremento globale e rimane, in seguito alle difficoltà dell'economia del Paese, un consistente debito estero (13.938 ml $ USA nel 2007), grazie al notevole peso delle esportazioni; esse poggiano sui prodotti agricoli e forestali (caffè, cacao, legname, banane, cotone, frutta fresca ecc.), benché un discreto ruolo comincino a svolgere taluni prodotti industriali e minerari. Oltre alla Francia, gli scambi si svolgono soprattutto con Paesi Bassi, Stati Uniti, Nigeria e Germania. § Molto sviluppate, se comparate agli altri Paesi del continente, sono le vie di comunicazione. La Costa d'Avorio possiede una linea ferroviaria che da Abidjan attraversa da S a N tutto il Paese, proseguendo poi nel Burkina Faso; ma è sulla rete stradale, che nel 2004 si estendeva per 80.000 km di cui ca. 6.500 asfaltati, una delle migliori dell'Africa occidentale, che si svolge la maggior parte dei traffici. Scarso rilievo hanno invece le vie navigabili interne; i tratti inferiori dei fiumi e le lagune costiere sono però usati per i trasporti locali. Infine il Paese può contare, a sostegno dei sempre più vivaci scambi con l'estero, sull'attivissimo porto di Abidjan, di San Pedro e di Tabou, al confine con la Liberia. Esistono una quindicina di aeroporti: quello internazionale si trova nella capitale. § A partire dagli anni Settanta del Novecento, si è promosso molto il turismo, creando anche un apposito ministero, tanto che negli anni precedenti alla guerra civile si erano registrati fino a 300.000 ingressi all'anno.

Storia

Le numerose emigrazioni succedutesi sul territorio della Costa d'Avorio vanno quasi certamente poste in relazione col fiorire e col dissolversi degli imperi e dei regni del Sudan occidentale (Ghana, Mali, Songhai, Mossi) e del Sudan centrale (Kanem, Bornu, Stati Haussa ecc.) e collocate quindi lungo un arco di tempo che va dal sec. IV al XVIII. I primi contatti col mondo esterno risalgono invece alla seconda metà del sec. XV, allorché i portoghesi riconobbero tutto il litorale del golfo di Guinea, destinato a diventare nei secoli successivi uno dei teatri più spietati della tratta degli schiavi; le difficoltà di clima e dell'ambiente umano frustrarono però ogni tentativo di insediamento europeo. Nel 1687 i missionari cappuccini francesi fondarono, con scarso successo, una stazione ad Assinie, né carattere duraturo ebbero i tentativi di dar vita a una piccola colonia francese che dovette essere evacuata nel 1703. Sotto Luigi Filippo, una missione ufficiale comandata dall'ammiraglio Bouet-Willaumez riuscì, tra il 1838 e il 1842, a concludere alcuni accordi con sovrani o capi della Costa d'Avorio, assicurando alla Francia le regioni di Grand-Bassam e di Assinie. Nel 1870 ogni responsabilità fu però trasferita nelle mani di Verdier, un armatore di La Rochelle che assunse il titolo di ministro residente della Francia. Con l'aiuto del suo agente Treich-Laplene e del capitano Binger, Verdier intraprese una sistematica esplorazione delle zone settentrionali del Paese, le cui regioni più interne e impervie furono assicurate alla Francia tra il 1908 e il 1915, grazie anche alla costruzione della ferrovia Abidjan-Bouaké (1913). Nel contesto dell'AOF, la Costa d'Avorio partecipò all'evoluzione politica dell'impero coloniale francese dapprima in seno all'Unione francese (1946), poi con le riforme previste dalla “Loi Cadre” (1956) e infine con l'ingresso nella Comunità francese (1958) che prevedeva la concessione dell'autonomia interna ai Territori d'Oltremare. Contraria, per la sua privilegiata posizione economica, all'idea di Federazioni primarie nell'Africa Occidentale Francese, la Costa d'Avorio autorevolmente guidata da Félix Houphouet-Boigny, si fece sostenitrice di un'associazione di tipo federale tra i singoli territori e la Francia. In armonia con questo suo atteggiamento osteggiò con vigore la Federazione del Mali (1959), dando vita al “Conseil de l'Entente”, insieme all'Alto Volta (odierno Burkina), al Dahomey (odierno Benin) e al Niger, unione di carattere essenzialmente economico-doganale. Indotta dagli avvenimenti a seguire il rapido processo evolutivo della Comunità francese, si proclamò indipendente il 7 agosto 1960. Houphouet-Boigny assunse la presidenza della Repubblica. Filoccidentale e moderata, con un'economia di tipo capitalistico, la Costa d'Avorio conservò fin dall'indipendenza una notevole stabilità, garantita anche dal sistema a partito unico (PDCI, Partito democratico ivoriano). Mutamenti intervennero durante la seconda metà degli anni Ottanta, in relazione alla crisi determinata dalla caduta del prezzo del cacao e del caffè sui mercati internazionali, con forte crescita dell'indebitamento estero. In particolare, nei primi mesi del 1990 il largo scontento per la corruzione nell'amministrazione pubblica e per la politica d'austerità varata (con proposta di riduzione dei salari e stipendi) causò disordini e proteste, diffusesi queste ultime anche nell'esercito e nella polizia, che successivamente indussero il regime alla formale accettazione del multipartitismo (maggio 1990). Alle prime elezioni presidenziali nelle quali erano in lizza più candidati (ottobre 1990), Houphouet-Boigny, venne nuovamente confermato, ottenendo una netta vittoria. Il 6 novembre il presidente fece emendare la Costituzione per organizzare la sua successione, stabilendo che il presidente dell'Assemblea nazionale avrebbe dovuto assumere le funzioni di capo dello Stato in caso di morte o di incapacità di quest'ultimo. Alle elezioni politiche di novembre, cui parteciparono una ventina di partiti (la maggior parte dei quali fu in grado di presentare solo un pugno di candidati), il PDCI si confermò primo a grandissima maggioranza, dimostrando quindi una notevole tenuta. Alla morte di Houphouet-Boigny (1993) un altro membro del PDCI, Henri Konan-Bédié, prese il suo posto e lo mantenne nelle elezioni presidenziali dell'ottobre 1995 che si svolsero in un clima di grave tensione. Conferme anche per il partito del presidente. Forte di questi risultati, Konan-Bédié impose un regime sempre più autoritario, fino a dichiarare fuori legge (settembre 1999) i militanti dell'RDR (Raggruppamento Dei Repubblicani), il maggior partito d'opposizione. Lo scontento popolare, accentuato dalla perdurante crisi economica provocata dal crollo del prezzo delle materie prime, diede avvio a una lunga serie di disordini e proteste, fino a sfociare, nel dicembre 1999, in un colpo di stato militare che pose fine a quarant'anni di democrazia nel Paese: il generale Robert Gueï, ex capo di stato Maggiore, destituì Konan-Bédié, costretto all'esilio, e si autoproclamò presidente di un Comitato nazionale di salute pubblica, sospendendo la Costituzione e il Parlamento e indicendo le elezioni legislative e presidenziali per la fine del 2000. Tuttavia durante queste consultazioni si impose il socialista Laurent Gbagbo: Robert Gueï tentò un nuovo colpo di stato autoproclamandosi vincitore, ma, a seguito di violente sommosse popolari, fu costretto a fuggire. Solo pochi mesi più tardi, nel gennaio 2001, venne sventato un ulteriore tentativo di colpo di stato, organizzato da alcuni militari ribelli, legati all'ex primo ministro repubblicano Alassane Outtara, escluso dalle elezioni presidenziali e legislative in virtù di un emendamento costituzionale del luglio 2000 che vietava la candidatura a coloro che non fossero di origine ivoriana. Un ennesimo colpo di stato, nel corso del quale venne ucciso il suo ispiratore, l'ex presidente Gueï, venne sventato nel settembre 2002, da quel momento il Paese divenne teatro di una guerra civile con scontri tra ribelli di opposte fazioni organizzati nell'MPCI (Movimento Patriottico della Costa d'Avorio) e il governo. Nel gennaio 2003, a Marcoussis, in Francia, venne firmato, sotto l'egida della Francia, un accordo di pace tra governo e forze ribelli: venne creato un governo di unità nazionale a cui partecipavano anche i rappresentanti delle fazioni ribelli. L'accordo venne subito contestato in patria e ripresero gli scontri. Una breve tregua avvenne nel febbraio del 2003 quando il presidente Gbagbo, accettando gli accordi di Marcoussis, conferì a Seydou Diarra il compito di formare un nuovo governo di unità nazionale; come conseguenza in luglio le forze ribelli dichiararono la fine delle ostilità. Fu una pace di breve durata tanto che nel marzo dell'anno seguente l'opposizione accusò il governo di non aver rispettato l'accordo e, come protesta, alcune formazioni politiche tra cui MPCI (che aveva cambiato il nome in "Forze Nuove"), abbandonavano il governo; si arrivò così alla fine del 2004 alla ripresa del conflitto armato tra truppe governative e ribelli. Mentre l'ONU mandava un contingente internazionale di pace per evitare un ulteriore aggravarsi della situazione, si succedevano accordi di pace (Accra, luglio 2004 e Pretoria, 2005) che il governo non era poi in grado di rendere effettivi. Nel novembre del 2004 il presidente fece bombardare alcune roccaforti dei ribelli e una base militare francese: come risposta i francesi annientarono l'aeronautica militare della Costa d'Avorio. Nel marzo del 2007 un accordo decretava la fine del conflitto. Nonostante fosse iniziata la procedura per il disarmo e si fosse deciso di concedere la cittadinanza agli ivoriani espulsi durante la guerra, il presidente Gbagbo continuava a rimanere in carica. Le elezioni parlamentari e presidenziali previste, prima per il 2008 poi per il 2009, e in seguito rimandate al 2010, venivano ulteriormente rinviate sine die da Gbagbo. Queste ultime si svolgevano il 28 novembre 2010 in un clima di altissima tensione; gli ivoriani eleggevano Alassane Ouattara, ma il presidente Gbagbo si attribuiva illegalmente la vittoria, facendosi nominare per un nuovo mandato dal Consiglio costituzionale. L'Unione Africana, attraverso il suo presidente, Bingu Mutharika, esortava Gbagbo a lasciare e a rispettare la volontà popolare. Nel marzo del 2011 le forze fedeli a Gbagbo lanciavano un'offensiva militare contro le zone controllate dai sostenitori di Ouattara, ma dopo alcune settimane di violenti scontri, soprattutto nella capitale, militari delle forze speciali francesi e dell'ONU arrestavano Gbagbo. In dicembre si tenevano le elezioni legislative vinte con una larghissima maggioranza dal partito del presidente Ouattara. In base alla Costituzione del 2016 il Presidente della Repubblica è eletto a suffragio diretto con mandato di 5 anni, rinnovabile una sola volta, e detiene il potere esecutivo; il Parlamento è formato dall’Assemblea nazionale (255 membri eletti a suffragio diretto) e dal Senato (99 membri, un terzo eletti dalle istituzioni locali e due terzi designati dal Presidente); il limite del mandato delle Camere è temporanemente fissato al 2020, in seguito avranno mandato di 5 anni. In vista delle elezioni dell’autunno 2020 il Presidente Ouattara ha annunciato di presentarsi per un terzo mandato dopo che il candidato del partito di governo, il Primo Ministro Coulibaly, è deceduto per malattia. Ouattara è stato confermato in carica con più del 94 per cento dei voti dopo che i suoi avversari avevano boicottato le elezioni. Gli osservatori internazionali temono tensioni interne dopo il voto, come già successo negli anni passati, secondo le opposizioni 30 persone sarebbero state uccise durante le elezioni.

Cultura: generalità

Le guerre civili che ancora all'inizio del sec. XXI dilaniano il Paese hanno bloccato in gran parte i rapporti con il resto del mondo e lo sviluppo ulteriore di una 'cultura' moderna così come viene comunemente intesa. Fortunatamente le produzioni artigianali e artistiche, che sono sempre state straordinarie, restano tra le migliori di questa parte del continente: maschere e statue di legno intagliato o di rame, stoffe dipinte con motivi geometrici e animali, strumenti musicali. Tra le feste, molto suggestive sono quelle legate al periodo di carnevale. Uno dei carnevali più importanti del continente è quello di Bouaké, una sorta di festa dell'amicizia che dura circa una settimana. Particolarmente interessante è la Fête de l'Abissa a Grand Bassam (ottobre), in occasione della quale si onorano i defunti. Altro evento notevole è la Festa delle Maschere, che si svolge vicino a Man nel mese di febbraio: danzatori e maschere delle regioni circostanti si riuniscono qui, a testimoniare la grande importanza che le maschere mantengono per l'etnia dan. Per quanto riguarda la musica, ha assunto una risonanza internazionale il reggae di Alpha Blondy (nome d'arte di Seydou Koné), nato a Dimbokro nel 1953. Le aree dichiarate patrimonio dell'umanità dall'UNESCO sono parchi nazionali.

Cultura: tradizioni

Nella grande varietà delle tradizioni culturali è possibile ravvisare, a grandi linee, alcune concezioni comuni a tutto il Paese. Le tante ricorrenze sono spesso riferibili a momenti della vita familiare o della vita del villaggio, in genere connesse con le stagioni e i lavori agricoli e collegate a musiche, danze e all'impiego di maschere . Molto famose sono le danze sui trampoli dei giovani dan che si svolgono nei villaggi di montagna; i partecipanti danzano su trampoli alti tre metri, indossando maschere e travestimenti spaventosi. Altro spettacolo molto particolare è quello a cui si può assistere in alcuni centri come Bloleu e Diourouzon, dove alcuni uomini organizzano esibizioni come giocolieri utilizzando delle bambine. La donna conserva il semplice costume tradizionale (pagne) ma è ampiamente affermato l'abbigliamento europeo. L'alimentazione si incentra su un piatto di base, di solito riso, attiéké (manioca) o fufu (igname), integrato da una “salsa” di arachidi, o di noci oppure di melanzane, arricchito talvolta con della carne. La pietanza tradizionale è pollo o faraona cotti con verdure in una pentola di terracotta (kedjenou). Altro piatto molto popolare è l'aloco, a base di banane fritte nell'olio di palma.

Cultura: letteratura

La Costa d'Avorio presenta il caso di una cultura nazionale in gestazione. La varia tradizione orale conserva la sua vitalità, ma ha perso le radici rituali e sta per ridursi a folclore. Molti studiosi, dei quali A. J. Amon d'Aby è il più illustre, cercano di salvarne il patrimonio evitando però di ridurlo a reperto archeologico. La scolarizzazione in lingua francese ha prodotto una nuova cultura, in cui gli apporti della civiltà occidentale si sono sovrapposti o fusi con le culture autoctone, e la lingua francese stessa si evolve sotto l'influsso delle lingue vernacolari. La produzione scritta del Novecento appare, nel suo insieme, di buon livello. Il teatro è il genere più ampiamente rappresentato, con drammi storici e commedie satiriche. Si segnalano le opere di Essoi Adiko, Joseph Miezan Bognini, Amadou Koné, Charles Zegono Nokan, Bernard Zadi Zaouru, che sono anche poeti e prosatori. Ma su tutti campeggia Bernard B. Dadié, le cui opere ben rappresentano le tendenze letterarie nazionali: da un lato l'esaltazione dei grandi eroi del passato, dall'altro la satira dei costumi e la critica morale o sociale della vita contemporanea. A Dadié si deve inoltre il primo romanzo, Climbié (1956). La poesia, pur cantando l'amore, la natura e l'angoscia della morte, è dominata dal tema della libertà, ed è spesso strumento di denuncia delle ineguaglianze sociali, rimanendo sempre nell'ambito della négritude. A partire dagli anni Sessanta del Novecento il romanzo ha subito un processo di maturazione non solo contenutistica, con l'immissione di una più esatta valutazione della realtà sociale, ma anche formale. Nei decenni successivi lo sviluppo letterario è stato potenziato da due case editrici operanti ad Abidjan, che incoraggiano la narrativa e promuovono ricerche nel campo della tradizione orale. Il romanzo raggiunge la piena maturità e prevale sugli altri generi, con una produzione quantitativamente impressionante che affronta tutti i temi della società. Vanno ricordati Ahmadou Kourouma (1927-2006), che con Monné, outrages et défis (1990; Monné, oltraggi e provocazioni) ha ottenuto una larga e meritata fama internazionale per lo stile personalissimo; Jean-Maria Adiaffi, scrittore assai originale (La carte d'identité, La carta d'identità, 1980); e poi G. Oupoh, T. Dem, I. B. Koulibaly (Les deux amis, I due amici, 1978), P. Yao Akoto. La narrativa si è arricchita con le opere di Jérôme Carlos e con i novellisti P. Demanois, J. C. Guenaman e Bandama Maurice, il cui libro Le fils de la femme mâle (1993; Il figlio della donna uomo) è stato coronato dal Gran Premio letterario dell'Africa nera. Avvincenti ricerche letterarie, inaugurate da Niangoran Porquet e A. Touré con il lancio della griotique (sintesi teatrale dell'arte del narratore, del poeta e del drammaturgo), continuano con B. Zadi, A. Kodé e L. A. Kanié. Nel mondo letterario contemporaneo fanno spicco Tanella Boni (n. 1954), che insegna in università in Francia: scrittrice, poetessa, critica letteraria e d'arte, è osservatrice attenta e attiva del mondo femminile africano.

Cultura: arte

La Costa d'Avorio è assai importante nell'intero panorama storico-artistico dell'Africa, in quanto in essa, con gli stili astrattisti dei Senufo del Nord , con l'arte aulica di tipo guineano dei Baulé e degli Anyi e con le maschere del gruppo Man, sono presenti le principali correnti artistiche del continente. Testimoni di un passato più prestigioso sono alcuni reperti di età archeologica; particolarmente degne di menzione le delicate testine di terracotta collegate col regno del Krinjabo, che rivelano come si fosse estesa a quasi tutti i Paesi del golfo di Guinea l'alta tradizione artistica di cui Ife e Benin furono i centri più evoluti. Della produzione contemporanea, accanto alle maschere e alle statuine, che sono il genere più diffuso, sono da ricordare i tamburi cultuali pregevolmente intagliati, i seggi lignei degli antenati (oggetto di culto), l'evoluta metallurgia, nonché la tessitura che qui, come nell'Ashanti, raggiunge vertici artistici.

Cultura: cinema

Due cineasti formatisi a Parigi spiccano nel panorama degli anni Sessanta: Timité Bassori (n. 1933), che si può considerare il “decano” del cinema locale, autore di documentari e cortometraggi e del film La donna col coltello (1969), di stile molto europeo, sul tema di un'inibizione sessuale esposta oniricamente; e il più dotato Désiré Ecaré (n. 1938), che ha girato direttamente in Francia Concerto pour un exil (1968) e À nous deux, France (1970), personalissimi apologhi, con un ritmo musicale straordinario, di intellettuali e di donne del suo Paese che non sanno decidersi tra le due civiltà. Il cinema ha avuto presto una notevole importanza nel Paese; proprio qui, infatti, nel 1962, è stata fondata la Ivory Coast Cinema Company; i film più importanti sono tutti in lingua francese. Altri nomi si sono affacciati negli anni successivi: il guineano H. Duparc (La famiglia, 1971; L'erba selvaggia, 1977), e il nativo R. Gnoan M'Bala (n. 1943), regista alla televisione di Abidjan, autore di cortometraggi satirici (Come va?, 1972; La valigia, 1974; Il cappello, 1976). Una delle sue ultime opere (Adanggaman, 2000) racconta il discusso ruolo degli africani nel periodo della tratta degli schiavi.

Bibliografia

Per la geografia

D. Desanti, Côte d'Ivoire, Losanna, 1962; B. Holas, La Côte d'Ivoire, Abidjan, 1963; G. Rougerie, La Côte d'Ivoire, Parigi, 1967; P. du Prey, La Côte d'Ivoire de A à Z, Abidjan, 1969; I. W. Zartman, C. Delgado, The Political Economy of Ivory Coast, New York, 1984; Autori Vari, Senegal, Mali, Costa d'Avorio, Milano, 1986.

Per la storia

E. Avice, La Côte d'Ivoire, Parigi, 1951; P. du Pray, Histoire des Ivoriens: naissance d'une Nation, Abidjan, 1962; Cl. Rougerie, La Côte d'Ivoire, Parigi, 1964; A. R. Zolberg, One-Party Government in the Ivory Coast, Princeton, 1969; D. Domergue-Cloarec, La décolonisation de la Côte d'Ivoire, etc., Tolosa, 1970; J., M. R. Bartolomei, L'organizzazione costituzionale in Costa d'Avorio, Milano, 1990.

Per la letteratura

F. J. Amon d'Aby, Le théâtre populaire en République de Côte d'Ivoire, Abidjan, 1965; R. Bonneau, Ecrivains, cinéastes et artistes ivoiriens, Abidjan, 1973; G. Lézou, La création romanesque devant les transformations actuelles en Côte d'Ivoire, Abidjan, 1977; A. Koné, G. Lézou, J. Mlanhoro, Anthologie de la littérature ivoirienne, Parigi, 1983; J. Chevrier, Letteratura negra di espressione francese, Torino, 1986.

Per l'arte

B. Holas, Cultures materielles de la Côte d'Ivoire, Parigi, 1960.

Per il cinema

G. Hennebelle, Les cinémas africains en 1972, Dakar-Parigi, 1972.

Per il folclore

H. Davis, Il villaggio degli stregoni, Milano, 1957; B. Holas, Changements sociaux en Côte d'Ivoire, Parigi, 1961; P. E. Joset, Gli uomini leopardo, Milano, 1961; M. Fantin, Sènufo e Baulè, Rovereto, 1968; P. Basson, La Téte, Parigi, 1969; H. Glarey, The Baulé, Their Language and Folklore, Londra, 1981.

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