CIRA

sigla del Centro Italiano Ricerche Aerospaziali. Istituito nel 1984, il CIRA ha sede a Capua e ha il compito di gestire il Programma nazionale di Ricerche Aerospaziali (PRORA). Ha realizzato numerose installazioni con criteri d'avanguardia in campo mondiale: un centro di supercalcolo collegato alle reti nazionali e internazionali; un centro di documentazione che ricerca ed elabora l'informazione nel settore aerospaziale; una galleria per prove aerodinamiche in condizioni di ghiaccio (Icing wind tunnel) unica al mondo, in grado di simulare anche le condizioni più avverse di gocce di grosse dimensioni superraffreddate; una galleria subsonica, con velocità di prova fino a 350 km/h per prove aerodinamiche su modelli in grande scala di aerei, elicotteri e manufatti di ingegneria civile, oltre che su modelli a grandezza naturale di automobili; un impianto di prove d'impatto (Crash) per simulare realisticamente la caduta a terra con vari angoli di impatto di aerei ed elicotteri per studiarne le modifiche strutturali che possano ridurre i danni alle persone; una galleria transonica per prove su modelli da 0,4 a 1,4 mach (quasi una volta e mezza la velocità del suono); una galleria del vento al plasma che è l'impianto più grande al mondo per studi su traiettorie di veicoli spaziali e per i sistemi di protezione termica per le fasi di rientro nell'atmosfera; un laboratorio per la propulsione criogenica, quella impiegata per i razzi vettori, di cui la più nota è quella con idrogeno e ossigeno conservati allo stato liquido e inviati con turbopompe nella camera di combustione. Per quel che riguarda le attività di ricerca, il CIRA opera nelle aree aerodinamica e aropulsione, aerodinamica sperimentale, meccanica del volo e controlli, flight safety e human factors, strutture e materiali, acustica e vibrazioni, calcolo scientifico, collaborando con aziende nazionali, centri di ricerche e università europee e americane. Nel 1998 il CIRA ha modificato l'assetto societario con un regolamento del Ministero per la ricerca che assegna la maggioranza all'Agenzia Spaziale Italiana, per garantire un più stretto collegamento tra le ricerche nel settore spaziale e aeronautico. Il centro dispone della galleria del vento al plasma più grande del mondo per studiare il rientro di veicoli spaziali nell'atmosfera terrestre e la loro traiettoria. Nell'impianto, il plasma ad aria calda portato alla temperatura di 6.200 gradi (ovvero un gas ionizzato generato ad altissime temperature e con una velocità di circa 4 km al secondo) viene prodotto con iniettori ad arco. L'impianto è composto da un grande riscaldatore ad arco elettrico a segmenti della potenza di 70 megawatt e da un ugello di 2 metri di diametro utilizzato per sottoporre a collaudi i modelli a grandezza naturale dei sistemi di protezione termica dei veicoli spaziali per un periodo di 30 minuti al massimo, ovvero un tempo che corrisponde alla durata della fase di rientro sulla Terra. È stato adottato un procedimento a tappe per minimizzare il rischio che comportava l'avvio di un tale impianto ad altissima potenza. L'impianto è stato avviato per la prima volta nel settembre 2000, con l'utilizzo di un riscaldatore ad arco da 2 megawatt di scala inferiore a quello reale, mentre nel dicembre dello stesso anno è stato acceso per la prima volta Argon, il riscaldatore ad arco a grandezza naturale. Dopo il completamento delle prove, il progetto ha raggiunto la totale operatività nel maggio 2001. L'Agenzia Spaziale Europea è responsabile della gestione del programma, con il supporto dell'agenzia spaziale francese CNES per quanto riguarda il cofinanziamento, assicurato dall'agenzia stessa e dal Ministero italiano dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca, mentre il progetto è gestito dal CIRA.

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