comune in provincia di Oristano (6 km), 6 m s.m., 102,18 km², 8804 ab. (cabraresi), patrono: Maria Santissima (24 maggio).

Generalità

Centro situato sulla sponda sudorientale dello stagno omonimo attraverso cui comunica con il golfo di Oristano. Il paesaggio della vicina penisola del Sinis è caratterizzato dalla presenza di grandi stagni (Cabras, Mistras, Sale Porcus), che nel loro insieme formano uno degli ambienti palustri più importanti d'Europa, di grande rilievo economico (pesca) e ambientale. Il territorio è inoltre ricco di testimonianze archeologiche.

Storia

Ricordato nel Medioevo come Capra o Capriles, munito di castello, fece parte dal sec. XI del Giudicato d'Arborea, di cui seguì le sorti passando, nel sec. XV, sotto la dominazione spagnola. Dopo aver subito una devastante incursione barbaresca (1509), nel 1514 ottenne da Ferdinando il Cattolico statuti propri e l'esenzione fiscale. La parrocchiale, eretta probabilmente nel sec. XVI con materiali di spoglio del castello medievale (di cui sussistono pochi resti), fu ricostruita nel Seicento.

Arte

Alla periferia dell'abitato è l'interessante Museo Civico, che espone reperti provenienti dagli scavi di Cuccuru is Arrius e di Tharros.

Economia

Tra i centri principali della provincia, Cabras conta su una fiorente agricoltura, che produce ortaggi, frutta, cereali, foraggi e uva da vino (arborea, cannonau, monica, vernaccia di Oristano e vermentino di Sardegna DOC). Rilevante è il ruolo della pesca e del turismo balneare e culturale, favorito dal ricco patrimonio paesaggistico e archeologico.

Curiosità e dintorni

La prima domenica di settembre tra la città e il villaggio di San Salvatore (che dista circa 7 km) si svolge la cosiddetta “Corsa degli Scalzi”, in cui centinaia di giovani (is curridoris), a piedi nudi e vestiti con un saio bianco, riportano nella parrocchiale di Cabras la statua del Salvatore, portata nove giorni prima nella chiesetta del villaggio. Sulla sponda occidentale dello stagno di Cabras è il sito prenuragico di Cuccuru is Arrius, con tracce di villaggi preistorici (il più antico risale al IV millennio a. C.) e di età punica, una necropoli del Neolitico medio (la più antica della Sardegna), un tempio a pozzo nuragico e, infine, una necropoli romana di età imperiale. Tra gli stagni di Cabras e Mistras è la piccola chiesetta di San Salvatore, costruita su un tempio ipogeo pagano di origini nuragiche. Oltre lo stagno di Mistras è la chiesa di San Giovanni in Sinis, uno dei più antichi monumenti cristiani dell'isola; alla primitiva struttura con pianta a croce greca e copertura a cupola (sec. VI) venne anteposto tra i sec. IX e X un imponente avancorpo protoromanico. La testimonianza più importante è quella delle imponenti rovine della città di Tharros, situata sul promontorio che dal Sinis si protende verso S e termina nel roccioso Capo San Marco, dominato dalla torre di San Giovanni (sec. XVI-XVII). Fondata dai Fenici verso la metà del sec. VIII a. C., passò ai Cartaginesi (sec. VI a. C.) e poi ai Romani (fine sec. III a. C.). La città fu a lungo uno dei più importanti empori del Mediterraneo; esposta alle incursioni saracene, fu abbandonata verso il Mille.

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