Calvàrio

(latino calvariae locus, che traduce l'ebraico gulgōlet, luogo del teschio), località fuori delle antiche mura di Gerusalemme verso NW; è una collina alta ca. 100 m e di forma tondeggiante simile a un cranio, da cui il nome (Luca 23,33). Secondo altri (Origene) il termine Calvario ricorda “il fatto che ivi fu sepolto il cranio di Adamo”. Essendo proibita tra gli Ebrei l'esecuzione delle pene capitali dentro le mura della città, il Calvario era generalmente scelto per le condanne a morte. Su di esso fu crocifisso Gesù Cristo (Matteo 27,33 seg.). Attualmente sul posto dell'antico Calvario si eleva la basilica del Santo Sepolcro (sec. IV). § Fin dal Medioevo l'arte popolare s'impossessò di questo tema, con risultati spesso assai apprezzabili. I calvari più diffusi nell'Europa settentrionale e orientale in genere sono collocati accanto a basiliche e santuari, sulle strade percorse dai pellegrini e nei cimiteri. Possono consistere in una semplice croce o essere complesse composizioni scultoree, fino a vere e proprie edicole con altare, in cui la croce, decorata su entrambe le facce con bassorilievi rappresentanti scene della vita di Gesù e della Vergine, è il centro attorno al quale una piccola folla di statue rievoca nel suo insieme la Passione di Cristo (le stazioni della Via Crucis). I più noti sono i calvari bretoni di Notre-Dame de Tronoën (1470-90), di Plougonven (1554), di Guimiliau (1581-88), con più di 200 statue, di Plougastel-Daoulas (1602-04) e di Pleyben (1632). § Fig., pena, sofferenza, dolore: ognuno ha il suo calvario; è stato il calvario della sua vita; salire il calvario, sopportare grandi sofferenze.

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