Castèllo, Valèrio

pittore italiano (Genova 1624-1659), figlio di Bernardo, si educò sulle opere del padre e su quelle di Perin del Vaga. Più che la lezione accademizzante del Fiasella, importanti furono per Castello i contatti con Van Dick e lo studio delle pitture di Rubens, mediatori di alcuni elementi della pittura veneziana. Successivamente, a Parma, la conoscenza del Correggio e del Parmigianino portò nella pittura di Castello una sensualità non priva di un certo ambiguo languore (Ratto delle Sabine, già a Palazzo Rosso a Genova, distrutto nella seconda guerra mondiale; Ratto di Proserpina, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Antica).

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