Castilho, António Feliciano de-

scrittore portoghese (Lisbona 1800-1875). Divenuto quasi cieco nell'infanzia, compì gli studi classici grazie anche a un'eccezionale memoria. Giovanissimo, si distinse con poesie, ricerche filologiche, traduzioni (da Goethe, Shakespeare, Molière) e ben presto divenne il capofila dei conservatori, sia in politica, sia in letteratura, attento alla purezza della lingua e fedele all'ideale monarchico. Nelle Cartas de Eco a Narciso (1821) Castilho manifestò l'influenza del neoclassicismo e nei Quadros históricos de Portugal (1839) tradusse in prosa oratoria episodi medievali e rinascimentali. Dal 1842 diresse la Revista Universal Lisbonense, dalle cui pagine esercitò una vera dittatura sul gusto. La sua vastissima opera comprende trattati di grammatica e di metrica (Tratado de versificação, 1851), poesie, racconti, lavori teatrali, ecc., tutti nell'ambito d'una concezione accademica.

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