Catóne, Marco Pòrcio, detto il Censóre

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(latino Marcus Porcíus Cato Censoríus), uomo politico e scrittore latino (Tuscolo 234-149 a. C.). Appartenente a una famiglia di proprietari terrieri, presto si trasferì a Roma, dove fece una fortunata carriera pubblica: questore in Sicilia nel 204, fu console nel 195 e censore nel 184. Combatté nella II guerra punica, in Oriente e in Spagna, dove si meritò anche il trionfo; governò la Sardegna, fu attivissimo nei tribunali e in Senato, rendendosi celebre per la sua opposizione a ogni novità e all'influsso crescente della Grecia, favorito in Roma dagli Scipioni. Morì poco prima della distruzione, da lui ostinatamente propugnata, di Cartagine. Compose la maggior parte delle sue opere letterarie in vecchiaia, ritirato ormai dalla vita attiva, e ispirandosi a scopi pratici. Per evitare al figlio Marco maestri greci, scrisse per lui una breve enciclopedia di nozioni utili (Praecepta ad filium); molti precetti gli diede anche nelle Epistulae. Sviluppando queste opere, scrisse poi più ampi trattati a uso pubblico. Ci resta quello sull'agricoltura (De agri cultura), la più antica opera latina in prosa giunta per intero fino a noi. Moltissime le orazioni, assai efficaci e personali, semplici nello stile, come possiamo giudicare da frammenti. Anche della grande opera storica di Catone, le Origines, non conosciamo che pochi frammenti. Vi era narrata la fondazione di Roma e le origini delle altre stirpi italiche, quindi la storia della penisola, con le due prime guerre puniche e le operazioni in Oriente e in Spagna fino al 151 a. C., in 7 libri.

F. Della Corte, Catone il Censore: la vita e la fortuna, Torino, 1949; P. Ross, I distici di Catone, Brescia, 1984.

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