Catanzaro (città)

Indice

capoluogo della provincia omonima e della regione Calabria, 320 m s.m., 111,34 km², 94.004 ab. secondo una stima del 2007 (catanzaresi), patrono: san Vitaliano di Capua (16 luglio).

Generalità

Città posta sul versante ionico dei rilievi calabresi, immediatamente a S della Sila e in vista del golfo di Squillace. L'abitato, che presenta una struttura raccolta e una rete viaria irregolare di chiara impronta medievale, si adagia su uno sperone roccioso, delimitato dalle profonde valli percorse dai torrenti Musofalo e Fiumarella. "Per la pianta della città vedi pg. 47 del 6° volume." "Per la pianta della città vedi il lemma del 5° volume." A NW lo sperone è collegato mediante uno stretto istmo alle estreme propaggini collinari della Sila meridionale, sulle quali sorgono i quartieri di recente costruzione. Gravemente danneggiata dai terremoti del 1638 e del 1783, a partire dal 1870 fu oggetto di un radicale rinnovamento edilizio e di una riorganizzazione urbanistica che condussero all'apertura di corso Mazzini, la maggiore arteria cittadina, e del giro di strade lungo il margine del primitivo nucleo urbano, che si affacciava in precedenza direttamente sui ripidi pendii verso il corso dei due torrenti. La costruzione della strada dei Due Mari e dell'ardito viadotto sul Fiumarella ha dato inizio all'espansione dell'abitato verso W e SW, favorendo il collegamento e l'espansione dei quartieri di Sant'Antonio e Gagliano. Sulla costa è Marina di Catanzaro (o Catanzaro Lido), frequentata stazione balneare. La città è sede arcivescovile e universitaria.

Storia

La città (Katantzarion) fu fondata dai Bizantini alla fine del sec. IX come borgo fortificato contro i Saraceni. Con la conquista normanna (1059) divenne sede di contea e importante centro per la manifattura serica. Passata al demanio regio (Regno di Sicilia) con Guglielmo I, nel 1252 venne ceduta da Federico II a Pietro Ruffo e successivamente ai Carafa e ai Soriano. Dal 1406 fu nuovamente città demaniale; nel 1420 tornò ai Ruffo, ai quali fu tolta dal catalano Antonio Centelles, promotore di una congiura contro gli Aragonesi. Riconquistata da Alfonso I d'Aragona, conobbe un periodo di grande prosperità, grazie alla fiorente arte della seta. Nel 1528 la città meritò da Carlo V il titolo di “fedelissima” resistendo all'attacco dei francesi del maresciallo Lautrec. Sotto il dominio spagnolo la città visse un lungo periodo di decadenza, aggravato dalla peste del 1668 e dal terremoto del 1783. La rinascita economica avvenne in età napoleonica e si consolidò sotto i Borbone. Catanzaro fu uno dei principali centri dell'attività carbonara del Regno di Napoli e prese parte attiva ai moti del 1820-21, del 1848 e del 1860. Con l'unità d'Italia divenne importante centro amministrativo, ma ebbe a risentire delle conseguenze del fenomeno del brigantaggio; fu centro propulsore del movimento popolare contadino, che diede vita a numerose iniziative di protesta (occupazione delle terre, lotte per i patti agrari ecc.).

Arte

Se l'intricata trama urbanistica medievale si è conservata sostanzialmente intatta nei secoli, i numerosi terremoti e i rinnovamenti edilizi di fine Ottocento hanno distrutto una parte consistente delle testimonianze monumentali precedenti all'epoca barocca. La costruzione più antica della città è la chiesetta di Sant'Omobono, di fondazione normanna (sec. XII). Il duomo, dedicato all'Assunta e ai Santi Pietro e Paolo e risalente al sec. XII, fu modificato agli inizi dell'Ottocento in forme neoclassiche e completamente rifatto dopo i bombardamenti del 1943; l'ampio interno custodisce interessanti opere d'arte, tra cui il gruppo marmoreo della Madonna col Bambino (1595) e il busto di San Vitaliano, opera di maestri orafi del sec. XVI; del Tesoro del Capitolo fanno parte preziosi oggetti sacri del sec. XVIII. La chiesa del Rosario (sec. XVI) presenta un'elegante facciata neoclassica; l'interno, a croce latina a una navata, è riccamente decorato con stucchi dei sec. XVIII-XIX. La basilica dell'Immacolata, rifatta nel 1765, presenta una bella facciata barocca rimaneggiata nel 1892 su disegno di Giuseppe Parisi; l'alta cupola è adorna di affreschi della scuola di Andrea Cefaly (sec. XIX). La quattrocentesca chiesa dell'Osservanza, successivamente modificata, conserva la notevole Madonna della Ginestra (1504), statua marmorea realizzata da Antonello Gagini, e il Mistero della Passione, con crocifisso del sec. XVI. Sui resti del castello normanno-svevo, eretto verso il 1060 per volere di Roberto il Guiscardo, tra i sec. XV e XVII sorse il complesso di San Giovanni, costituito dalla chiesa, dedicata ai Santi Giovanni Battista ed Evangelista (più volte rimaneggiata), cui si affiancarono l'oratorio della Congrega dei Bianchi di Santa Croce, l'Hospitio e il Convento dei Teresiani, trasformati in importanti poli culturali ed espositivi.

Musei

Interessanti sono il Museo dell'Arte della Seta, con telai, tessuti e rilevanti documenti dall'epoca bizantina al sec. XVIII, e il Museo Provinciale, che conserva importanti reperti archeologici, dipinti di scuola napoletana, collezioni di monete, terrecotte e maioliche. Degni di nota sono anche le raccolte del Museo Diocesano di Arte Sacra, ospitato nel Palazzo Vescovile, e del Museo del Risorgimento, con documenti storici e preziosi cimeli. Nel Palazzo della Provincia è allestita la Gipsoteca “Francesco Jerace”.

Economia

Catanzaro è centro prevalentemente amministrativo e commerciale; sono presenti aziende industriali e artigianali operanti nei settori alimentare, meccanico, chimico, tessile, dei materiali da costruzione, del legno e della ceramica. Nel territorio comunale sono attivi l'agricoltura (cereali, barbabietole da zucchero, ortaggi, frutta, soprattutto agrumi, uva da vino, olive e noci), l'allevamento (soprattutto ovino) e lo sfruttamento dei boschi. Notevoli sono le attività legate al turismo.

Curiosità

Il Venerdì Santo si svolge ’A Nanca, processione rituale durante la quale vari personaggi danno vita a momenti della Passione di Cristo. Catanzaro Lido ospita, ai primi di agosto, la Festa dell'Aquilone. La città ha dato i natali al biologo Renato Dulbecco (1914) e al pittore Mimmo Rotella (1918).

R. Colapietra, Potere e cultura a Catanzaro, Catanzaro, 1982; C. Mulé, Una storia di Catanzaro, Catanzaro, 1984; E. Zimatore, Catanzaro vicoli e strade, piazze e contrade, Catanzaro, 1988.

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