Chrétien de Troyes

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poeta francese (Troyes 1130/35-ca. 1183). Da indicazioni incerte sulla sua vita si deduce che Chrétien de Troyes, primo grande poeta francese, dovette frequentare le corti della Champagne e della Fiandra e che la sua attività letteraria ebbe inizio intorno al 1160. Le prime opere, imitazioni di poemi antichi (Art d'aimer, Commandements d'Ovide), sono andate perdute, tranne Philomena, derivata dalle Metamorfosi d'Ovidio. Intorno al 1165 dovette comporre un poema su Tristano e Isotta, il primo di argomento nuovo, ma anch'esso è perduto. Impadronitosi ormai della “materia brettone”, ne fece l'argomento dei romanzi che seguirono (eccetto Cligès), attingendo a una fonte allora nota, il Roman de Brut di Wace. Superando le convenzioni e l'elemento pittoresco, Chrétien de Troyes creò un genere nuovo, quello del romanzo cavalleresco, dando della cavalleria le regole, la morale, l'alto significato ideale, riuscendo quindi, pur attraverso la creazione fantastica, a rappresentare la vita aristocratica del tempo con il suo codice. Vi inserì soprattutto la tematica amorosa, in parte convenzionale e in parte arricchita dal gusto personale per l'analisi psicologica e per la lezione morale. Intorno al 1168 è datato il primo romanzo conosciuto, Érec et Énide, cui seguirono Cligès (di argomento orientale), Yvain ou le chevalier au lion (ca. 1177; Ivano o il cavaliere dal leone), Lancelot ou le chevalier à la charrette (Lancillotto o il cavaliere della carretta), lasciato incompiuto e terminato da Godefroy de Lagny, e Perceval ou le conte du Graal (Parsifal o il racconto del Graal), incompiuto e continuato da due autori diversi, dove è inserito nel racconto arturiano il tema della ricerca del Graal, cioè dell'amore mistico e non più umano. Il successo di questo poeta fu immenso sia in Francia, sia negli altri Paesi d'Europa, come è stato dimostrato dalle numerose traduzioni e imitazioni che vennero diffuse durante i secoli XIII e XIV.

Bibliografia

G. Angeli, L'“Eneas” e i primi romanzi volgari, Milano-Napoli, 1971; J. Bednar, La spiritualité et le symbolisme dans les œuvres de Chrétien de Troyes, Parigi, 1974; S. Gallien, La conception sentimentale de Chrétien de Troyes, Parigi, 1975; J. Le Goff, Il meraviglioso e il quotidiano nell'Occidente medievale, Roma-Bari, 1983; D. Poirion, Symbole et conjointure du roman: Chrétien de Troyes, in Résurgences. Mythe et littérature à l'âge du symbole, XIIe siècle, Parigi, 1986.

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