Comune, La-

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(La Commune). Denominazione del governo municipale in vigore a Parigi dal 1789 al 1794 e del potere rivoluzionario installato nella stessa con l'insurrezione popolare del 18 marzo 1871. § La prima Comune (Comune rivoluzionaria), di cui furono sindaci l'astronomo Bailly (1789-1791) e, dopo il 1791, Pétion, fino all'agosto 1792 agì come normale amministrazione comunale: era composta dal sindaco, da un procuratore, da 16 rappresentanti, dal consiglio municipale e dal consiglio generale, eletti dai 60 distretti municipali. Il 10 agosto 1792 le sezioni di Parigi sostituirono gli amministratori municipali con dei commissari (tra i più noti si ricordano Robespierre, Hébert e G. M. Chénier) e da quel momento la Comune divenne un'emanazione del governo del Terrore: dopo aver provocato la rovina dei girondini, fu dominata dal Comitato di Salute Pubblica, eretto a tribunale rivoluzionario. La caduta di Robespierre, il 9 termidoro 1794, finì per condurre allo scioglimento dell'istituzione. § La Comune del 1871 (Comune di Parigi) ebbe origine negli sconvolgimenti seguiti alla guerra franco-prussiana. La sconfitta francese e le conseguenti durissime condizioni imposte dai vincitori, il timore di una restaurazione monarchica, la tradizione ideologica giacobina del 1789 e socialista del 1848 contribuirono a esasperare i contrasti tra il proletariato parigino e il governo conservatore di A. Thiers, scatenando la guerra civile il 18 marzo 1871. Thiers, con l'esercito regolare, si ritirò a Versailles, mentre in città la Guardia Nazionale costituiva, sotto la direzione di un Comitato Centrale, la Federazione repubblicana della Guardia Nazionale. Le nuove elezioni per il Consiglio Comunale portarono a un governo di tipo socialista e rivoluzionario, che realizzò sensibili riforme, quali la socializzazione delle aziende, l'abolizione di ogni spesa per i culti, l'elettività delle cariche burocratiche, l'abolizione della coscrizione. Questo nuovo esperimento rivoluzionario riavvicinò, però, la Prussia bismarckiana al governo conservatore di Thiers, nell'intento di mantenere l'ordine in Europa. Parigi, dopo essere stata cinta d'assedio dall'esercito franco-prussiano, comandato da Mac Mahon, venne attaccata e ripresa il 22 maggio, nonostante la strenua difesa dei comunardi, che si prolungò per una settimana (la “settimana di sangue”) con ca. 20.000 morti. I prigionieri (più di 11.000) vennero processati e condannati alla fucilazione o, per la maggior parte, alla deportazione in Nuova Caledonia.

Bibliografia

P. M. Kergentsev, La Comune di Parigi, Roma, 1951; P. H. Lissagaray, Storia della Comune, Roma, 1962; H. Alistair, L'assedio e la Comune di Parigi: 1870-71, Milano, 1971; E. Civolani, Anarchismo dopo la Comune, Milano, 1981.

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