Confalonièri, Federico

uomo politico (Milano 1785-Hospenthal, Uri, 1846). Discendente di una nobile famiglia lombarda, fautore dell'indipendenza italiana da qualsiasi ingerenza straniera, si oppose nel 1814 a Eugenio Beauharnais e nello stesso anno sostenne a Parigi l'indipendenza della Lombardia contro l'assetto voluto dal Congresso di Vienna. Inviso fin da allora alla polizia austriaca viaggiò molto all'estero (Francia, Inghilterra, Belgio) stringendo rapporti coi liberali, soprattutto francesi. Tornato in Italia (1819), si fece promotore di molte iniziative tecniche e culturali e prese attivamente parte alla fondazione del Conciliatore. Si iscrisse alla Carboneria e allo scoppio della rivoluzione in Piemonte (1821) tentò di costituire un governo provvisorio e una milizia civile in Lombardia per liberarla dagli Austriaci. Arrestato a Milano il 13 dicembre 1821, fu processato e condannato alla pena di morte (1823) che venne poi commutata nel carcere duro allo Spielberg grazie all'intervento della moglie Teresa Casati. Nel 1835 Ferdinando I gli commutò la pena nella deportazione in America. Nel 1837 rientrò in Europa: visse in Francia e in Belgio e nel 1840 venne riammesso in patria.

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