Coriolano

(Coriolanus). Tragedia di Shakespeare, scritta probabilmente tra il 1607 e il 1608 e pubblicata per la prima volta nell'in folio del 1623. Ispirata al Coriolano delle Vite di Plutarco tradotte da North, l'opera è incentrata essenzialmente sul protagonista, visto come ostinato e superbo difensore dei diritti dell'aristocrazia. Coriolano nel suo orgoglio di aristocratico, che si esprime in modo insultante nei confronti delle necessità del popolo poichè disprezza la massa plebea, è da questa prima eletto poi privato del consolato e bandito da Roma. Si rifugerà ad Anzio dal suo nemico Aufidio, insieme al quale prima muoverà guerra a Roma e poi, commosso dall'intercessione della madre, firmerà una pace che gli costerà la vita. L'orgoglio di Coriolano, il suo ideale di onore e le ragioni della fedeltà dell'uomo al suo cuore sono il “leitmotiv” del dramma shakespeariano; ad esso fa da sfondo una Roma la cui politica interna è caratterizzata dalle lotte di classe fra patrizi e plebei, mentre quella esterna è segnata dalle prime guerre di espansione. Al di là dell'evidente intento politico, la tragedia presenta uno dei grandi personaggi shakespeariani nel suo aspro conflitto tra bene e male. Tra le non numerose rappresentazioni, si ricordano quella del 1934 a Parigi, quella di G. Strehler al Piccolo di Milano nel 1957, quella di L. Olivier a Stratford nel 1959 e il rifacimento di Brecht presentato al Berliner Ensemble nel 1964. In campo musicale, eccelle l'ouverture in do min. op. 62 Coriolano, che Beethoven scrisse nel 1807 come introduzione orchestrale a una tragedia (sempre intitolata Coriolano, 1804) del poeta drammatico viennese H. J. von Collin.

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