Cosènza (provincia)

Indice

provincia della Calabria, 6650 km², 732.072 ab. (stima 2007), 110 ab./km², capoluogo: Cosenza. Comuni: 155. Sigla: CS.

Generalità

È la più estesa e popolosa fra le province calabre e occupa la parte settentrionale della regione. Si affaccia a E sul mar Ionio (golfo di Taranto) e a W sul mar Tirreno, e confina con le province di Potenza, Matera, Crotone e Catanzaro.

Territorio

Morfologicamente assai varia, comprende interamente tre unità geografiche ben definite: l'ampia e terrazzata piana di Sibari, che si apre sul mar Ionio tra il gruppo montuoso del Pollino, del quale appartiene alla provincia l'intero settore meridionale, e la parte settentrionale della Sila Greca; l'allineamento montuoso della Catena Costiera, detta anche Paolana, (la cui vetta più elevata, il monte Cocuzzo, raggiunge un'altezza di 1541 m), che si allunga parallelamente alla costa tirrenica tra il passo dello Scalone e il basso corso del fiume Savuto; e, infine, il Vallo del Crati, profondo solco vallivo, che si estende in direzione meridiana, con un orientamento longitudinale al sistema appenninico, separando la Catena Costiera dall'altopiano della Sila, che presenta versanti ripidi e valli strette e tortuose, e culmina, in territorio provinciale, con i 1928 m del monte Botte Donato. Il fiume principale è il Crati, che tributa al mar Ionio, sfociando nel golfo di Corigliano, dopo aver raccolto le acque che scendono dai versanti interni della Catena Costiera (tra cui quelle dei fiumi Follone ed Esaro) e dell'altopiano della Sila, e dal fianco meridionale del Pollino. Altri corsi d'acqua tributari del Tirreno sono il Lao e il Savuto, che segna per un tratto il confine con la provincia di Catanzaro, mentre il Trionto scende allo Ionio. Nel territorio si trovano i laghi artificiali di Cecita, Ariamacina, Savuto e Arvo, e una parte del lago Ampollino, al confine con le province di Catanzaro e Crotone. Le principali emergenze ambientali riguardano il dissesto idrogeologico, che colpisce con movimenti franosi, anche di grande portata, sia i fianchi della Catena Costiera sia le pendici della Sila; il rischio sismico, elevato nella Catena Costiera e nel Vallo del Crati; e l'urbanizzazione spesso selvaggia lungo le coste a fini turistici. Rientrano nel territorio provinciale sia una parte del Parco Nazionale della Sila sia una parte del Parco Nazionale del Pollino, oltre a numerose riserve naturali statali. Il clima della piana di Sibari e delle fasce costiere è tipicamente mediterraneo, con estati calde e asciutte e inverni miti e piovosi; sui rilievi dell'interno le precipitazioni sono assai più copiose, le temperature più basse e più marcate le escursioni termiche stagionali. Come per l'intera Calabria, la popolazione è in fase di diminuzione. Permangono attivi i movimenti migratori, sia pur non paragonabili per consistenza a quelli verificatisi tra gli anni Cinquanta e Settanta del sec. XX; essi sono diretti dalle aree a economia agricola e pastorale verso i maggiori centri provinciali, ma soprattutto verso altre province e regioni. Il principale centro abitato è il capoluogo, che concentra circa un decimo della popolazione del Casertano; seguono, con un certo peso demografico, Corigliano Calabro, Rende, Rossano, Castrovillari, Paola, Acri e San Giovanni in Fiore. La principale via di comunicazione è costituita dall'autostrada A3 Napoli-Reggio di Calabria, che attraversa la provincia passando per il capoluogo. Grande importanza ha anche la SS 107, che partendo da Paola, sulla costa tirrenica, giunge, via Cosenza, a San Giovanni in Fiore e quindi a Crotone, sulla costa Ionica. Le SS 18 e 106 seguono rispettivamente l'andamento della costa tirrenica e di quella ionica, unendosi a Reggio di Calabria. La viabilità nella parte più interna della provincia è resa difficoltosa dalla conformazione montuosa del territorio. Le linee ferroviarie principali seguono le due coste; un ramo si stacca dalla linea tirrenica e, dopo aver raggiunto Cosenza, si dirige a Catanzaro e alla costa ionica.

Economia

L'agricoltura costituisce ancora la principale risorsa economica, nonostante il calo del numero degli addetti, e produce in prevalenza cereali, uva da vino, olive, barbabietole da zucchero, patate, agrumi (tra cui i cedri), ortaggi e frutta. Diffusi sono l'allevamento bovino e ovino, ma anche l'apicoltura. I boschi, che si estendono nelle aree più elevate, sono sfruttati per la produzione di legname e di carbone. L'industria è poco sviluppata e opera soprattutto nel comparto relativo alla trasformazione dei prodotti agroalimentari (oleifici, caseifici, conservifici ecc.); a questo si affiancano aziende attive nei settori tessile, dell'abbigliamento, dei materiali da costruzione e della lavorazione del legno. In crescita è il campo informatico (software), non solo nel capoluogo, ma anche in vari comuni della provincia (Rende, Rovito, Montalto Uffugo, Castrolibero ecc.). Per quanto riguarda il terziario, polarizzato nel capoluogo, le attività più diffuse sono quelle legate all'amministrazione pubblica, all'università e al commercio dei prodotti agricoli locali. Nell'economia della provincia una voce di rilievo è rappresentata dal turismo balneare, sia lungo la costa tirrenica (Praia a Mare, Scalea, Diamante, Marina di Paola, Amantea ecc.) sia lungo quella ionica (Rocca Imperiale Marina, Trebisacce, Corigliano Scalo, Cariati ecc.), dove numerosi centri dei primi rilievi collinari hanno sviluppato, in seguito al risanamento delle paludi costiere un tempo malariche e allo sviluppo turistico, delle gemmazioni costiere. Anche la Sila è divenuta sempre più meta turistica, grazie allo sviluppo dell'agriturismo, del turismo escursionistico e degli itinerari enogastronomici.

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