Cosbuc, George

poeta romeno (Năsăud 1866-Bucarest 1918). Nato in ambiente rustico, formatosi a Cluj, stampò i suoi primi versi nel 1884; nel 1889, dopo la pubblicazione della ballata Le nozze di Zamfira, su invito di Maiorescu si stabilì a Bucarest, dove però non riuscì mai ad ambientarsi. Il suo primo volume di versi, Ballate e idilli, è del 1893; l'anno successivo, la poesia Noi vogliamo terra, ispirata alla condizione sociale dei contadini, lo portò a rompere con Maiorescu. Nel 1896 stampò una seconda raccolta di versi, Fili di conocchia, e nel 1901 fondò con Vlahută la rivista Semănătorul (Il Seminatore), di ispirazione tradizionalista e in polemica col simbolismo, a sostegno di una poesia accessibile anche al popolo. Sono del 1902 la raccolta Il diario di un perdigiorno e del 1904 i Canti di guerra. Dotato di una vasta cultura classica, come provano le formule metriche, complesse e raffinate, da lui introdotte, C. cantò la comunità rustica, il villaggio inteso come elemento conservatore della tradizione romena. Traduttore eccellente dal greco, dal latino e dal tedesco, dedicò tutta la sua vita alla traduzione integrale della Divina Commedia (postuma, 1924-32), in cui riuscì a conservare la terzina dantesca e che completò con un commento vivace, spesso in polemica con i precedenti commentatori di Dante.

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