Devoniano

agg. e sm. [sec. XIX; dalla contea di Devon, in Inghilterra]. Periodo del Paleozoico (detto anche Devonico) compreso tra Siluriano e Carbonifero; fu istituito da Murchison e Sedgwich nel 1839 su terreni del Devonshire rappresentati da calcari e scisti d'ambiente marino. La facies più caratteristica è però data dai depositi continentali delle “arenarie rosse antiche” (old red sandstone) della Scozia che si estendono verso W. Il Devoniano viene suddiviso in piani e sottopiani (questi si diversificano secondo la regione considerata). Il limite con il sottostante Siluriano è ben individuato nell'area corrispondente al continente delle Arenarie Rosse Antiche dalla “trasgressione caledoniana” conseguente all'orogenesi caledoniana, anche se in alcune zone il passaggio dalle facies marine a quelle continentali presenta al limite una formazione caratteristica con alternanze di strati a facies lagunare e marina denominata “Downtoniano”. Questo complesso presenta caratteri di transizione tra Siluriano e Devoniano avendo facies lagunari a Gigantostraci e Ostracodermi alternate a facies marine a Molluschi e Brachiopodi. Formazioni simili a quella downtoniana si trovano in alcune zone delle Ardenne, nei Lowlands della Scozia, nella regione di Oslo, in Estonia, in Polonia (Lysa Gora) e sul bordo occidentale del Continente delle Arenarie Rosse Antiche (New Brunswick) con faune a pesci corazzati, simili a quelle europee. Al passaggio dal Siluriano al Devoniano la paleogeografia subì una profonda trasformazione nelle regioni interessate dall'orogenesi caledoniana. Nell'Europa settentrionale all'inizio del Devoniano l'area occupata dalla geosinclinale caledoniana emerse a formare catene montuose che, saldandosi allo Scudo Baltico, diedero origine al Continente delle Arenarie Rosse Antiche. A S di questo continente si estendeva una caratteristica fascia, in cui i depositi marini si alternavano a quelli continentali (regione scistoso-arenacea o a facies ardennese), comprendente la zona renana, quella delle Ardenne e la Vestfalia, mentre nell'Europa meridionale e in quella orientale il Devoniano è in netta facies marina: facies pelagiche, di sinclinale, con calcari spesso marnosi a grana fine, in genere metamorfosati dalla successiva orogenesi ercinica nell'Europa sudoccidentale (Pirenei, Massiccio Centrale Francese, Alpi Carniche e Austriache, Sardegna). Anche in Africa (Marocco) e in Asia (Armenia, Cina, Birmania) si conoscono depositi di questo tipo, appartenendo tali territori al vasto dominio della Tetide. Sedimenti del Devoniano marino pelagico si riconoscono anche nella geosinclinale degli Urali, mentre sulla piattaforma russa e in alcune località dell'Europa centrale le facies sono neritiche. Nell'emisfero boreale, oltre al citato Continente delle Arenarie Rosse Antiche, approssimativamente coincidente con la Laurentia, che l'orogenesi caledoniana aveva saldato alla Fenno-sarmatia, emergeva dai mari devonici, a oriente della geosinclinale degli Urali, il continente di Angara. Nell'emisfero australe esisteva un vasto complesso di terre emerse americane, antartiche, africane e indo-australiane, raggruppate sotto il nome di continente di Gondwana; il Devoniano è stato segnalato in Perú, in Bolivia e in Argentina, nel Sahara, nel Sudafrica e in Australia. Nell'America Settentrionale il Devoniano è presente nelle Montagne Rocciose, nelle cordigliere pacifiche e in margine allo Scudo Canadese. In Italia il Devoniano è presente nelle Alpi Carniche con una serie riccamente fossilifera, potente ca. 1000 m, concordante sul Siluriano, mentre in Sardegna il Devoniano è trasgressivo e rappresentato solo dal Devoniano superiore. L'attività orogenetica e quella magmatica nel Devoniano sono state abbastanza contenute, solo all'inizio e alla fine si manifestarono fasi orogenetiche. La prima, la fase delle Ardenne, è collegata alle ultime manifestazioni dell'orogenesi caledoniana, mentre la seconda, detta fase bretone in Europa e fase acadiana nell'America Settentrionale, rappresenta l'inizio del ciclo orogenetico ercinico. Il clima non sembrerebbe molto differenziato anche se la presenza di catene montuose implica necessariamente variazioni locali. Paleontologicamente è da rilevare la scomparsa quasi totale delle Graptoliti che avevano invece caratterizzato il Siluriano, alla quale si contrappone lo sviluppo esplosivo dei Pesci – già comparsi alla fine del precedente periodo – con forme caratteristiche di Ostracodermi (Lasanius, Birkenia, Pteraspis, Cephalaspis, ecc.), Placodermi (Dinichthys, Pterychthys), Crossopterigi (Eusthenopteron, Osteolepis), Attinopterigi e Dipnoi i cui discendenti sopravvivono nelle forme attuali. Dai Crossopterigi, verso il termine del periodo, hanno avuto origine i primi anfibi (i meglio conosciuti sono gli Ichthyostegidae della Groenlandia) e da questi i tetrapodi più evoluti. Nel Devoniano le Graptoliti scompaiono quasi totalmente, conservano invece importanza i Tetracoralli (ai quali viene riferita la Calceola sandalina), gli Stromatoporidi e i Tabulati (caratteristico il Pleurodictym problematicum). Le Trilobiti sono in regresso (significativi però i generi Dalmanites e Phacops) mentre sono assai diffusi i Fillocaridi, specialmente nella Renania. Tra gli Echinodermi sono ben sviluppati i Blastoidei, i Crinoidei e gli Asteroidei; i Brachiopodi sono abbondantemente rappresentati (caratteristici Uncites e Stringocephalus), così come i Molluschi con Bivalvi (Megalodon), Gasteropodi (Pleurotomaria) e Cefalopodi (Goniatiti e Climenie). La flora continentale diviene sempre più sviluppata con Psilofitali, Equisetali, Licopodiali e Felci.

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