Eòlie o Lìpari, ìsole-

Indice

Generalità

Arcipelago (114,7 km²) del mar Tirreno, a N della Sicilia, costituito dalle isole Lipari, Vulcano e Salina (il gruppo centrale), Alicudi e Filicudi a W, Panarea e Stromboli a NE, e dalle isolette di Basiluzzo, Lisca Bianca e Strombolicchio, oltre a scogli minori. "Vedi cartina geografica vol. IX, pag. 85" "Per la cartina geografica vedi il lemma dell'8° volume." Amministrativamente le isole fanno parte della provincia di Messina di cui costituiscono il comune di Lipari, comprendente l'isola omonima e tutte le altre isole, tranne quella di Salina, divisa nei tre comuni di Leni, Malfa e Santa Marina Salina.

Territorio ed economia

Parte emersa di edifici vulcanici cenozoici (ancora attivi a Stromboli, dove le eruzioni sono continue, e a Vulcano, dove l'ultima eruzione risale al 1888-90), le isole sono caratterizzate da un clima di tipo mediterraneo, con inverni miti ed estati calde, spesso completamente secche. Per la scarsità di precipitazioni atmosferiche e la rarità di acque sorgive, l'acqua potabile è fornita da navi provenienti dalla Sicilia o ricavata da quella piovana raccolta in apposite cisterne. La scarsa vegetazione arborea si limita a pochi olivi, castagni, carrubi, mandorli, fichi e salici; sono frequenti le ginestre giganti, l'erica e i capperi. La popolazione delle Eolie, che al primo censimento postunitario (1861) era quasi doppia di quella attuale, ha subito un pesante decremento fino agli inizi degli anni Settanta del sec. XX. In seguito si è registrata una modesta inversione di tendenza, con un pressoché costante incremento, determinato dalle migliorate condizioni sociali della popolazione, conseguenti all'attività turistica e alla pesca, le quali hanno contribuito ad arginare l'emigrazione. L'unica eccezione è rappresentata ancora dall'isola di Salina, dove l'emigrazione influenza, anche se in misura ridotta, la dinamica demografica. L'economia si basa sulla viticoltura, con produzione di vini rinomati e uva passa, sulla raccolta dei capperi, sull'estrazione, lavorazione ed esportazione di pomice e soprattutto sul turismo. Unica città dell'arcipelago è Lipari, che svolge funzioni di servizio per tutte le isole.

Archeologia

Gli scavi stratigrafici, eseguiti in varie isole (soprattutto a Lipari) e ampiamente illustrati nel Museo Archeologico Regionale Eoliano “Luigi Bernabò Brea”, situato nel castello di Lipari, hanno fornito un quadro della successione di diverse civiltà, dal Neolitico alla colonizzazione greca, che risulta valido per tutta la Sicilia e l'Italia meridionale. Il Neolitico eoliano è caratterizzato dall'abbondanza di ossidiana, il vetro vulcanico lavorato in loco e ampiamente esportato sotto forma di lame e altri strumenti da taglio. Il Neolitico finale è ben rappresentato alla contrada Diana (Lipari); all'Eneolitico appartengono le facies culturali del III millennio a. C. di Piano Conte e Piano Quartara, con ceramica di impasto bruno derivata da prototipi egeo-anatolici. L'antica Età del Bronzo ha avuto inizio intorno al 2200 a. C. ca. con la più ricca cultura di Capo Graziano (dal villaggio con capanne ovali sul promontorio omonimo dell'isola di Filicudi) ed è proseguita, dal 1500 a. C. ca., con la cultura detta “del Milazzese”, ambedue in stretti rapporti con il mondo miceneo, di cui le Eolie divennero quasi un avamposto. Intorno al 1250 a. C. la civiltà del Milazzese ebbe fine con l'ingresso delle Eolie nell'orbita culturale della penisola, nel periodo cui è stato dato il nome di Ausonio seguendo la tradizione di Diodoro della colonizzazione da parte degli Ausoni guidati da Liparo. La cultura ausonia cessò bruscamente intorno all'850 a. C. e fu seguita da uno hiatus di oltre due secoli, prima della colonizzazione greca a opera dei Cnidi, intorno al 570 a. C. (le leggende omeriche presentano le Eolie come sede di Eolo re dei venti, di Efesto, che aveva la sua officina a Vulcano, e dei Ciclopi); nel 251 a. C., al termine della prima guerra punica, Lipari entrò nel dominio romano. L'altura del Castello costituisce l'acropoli di Lipari greca, di cui rimangono resti delle fortificazioni, non anteriori al sec. IV a. C., e di edifici di età ellenistica e romana. Gli scavi delle necropoli attestano una notevole ricchezza. In età romana, dopo una certa prosperità sotto Augusto, Lipari non ebbe importanza particolare e scarsissime sono le testimonianze artistiche dei secoli successivi.

L. Bernabò Brea, M. Cavalier, Meligunis Lipara, I e II, Palermo, 1960-65; idem, Il Castello di Lipari e il Museo archeologico eoliano, Palermo, 1978; idem, L'acropoli di Lipari nella preistoria, IV, Palermo, 1981; idem, Gli Eoli e l'inizio dell'età del bronzo nelle isole Eolie e nell'Italia meridionale, Napoli, 1985; B. Nuti, Natura e ambiente nelle Eolie, Roma, 1986; G. Racheli, Eolie di vento e di fuoco, Milano, 1989.

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