Enrico VII (imperatore)

di Lussemburgo, imperatore (Valenciennes ca. 1275-Buonconvento, presso Siena, 1313). Figlio del conte Enrico II di Lussemburgo, duca della Bassa Lorena, venne eletto imperatore nel 1308 alla morte di Alberto d'Asburgo. Nel 1310 assegnò la corona del Regno di Boemia e Moravia al figlio Giovanni, togliendola al duca Enrico di Carinzia. La fama di Enrico VII è legata in particolare alla sua politica di intervento in Italia. Infatti i suoi predecessori Rodolfo e Alberto di Asburgo si erano preoccupati soprattutto di consolidare il proprio potere in Germania e in Austria. Inoltre, il trasferimento della sede pontificia da Roma ad Avignone a opera del papa francese Clemente V (1309-14) contribuì a convincere i ghibellini italiani che potevano confidare nel suo intervento per restaurare l'autorità imperiale in Italia. Anche Dante Alighieri ne sollecitò l'intervento quale liberatore, sperando tra l'altro con questo di poter fare ritorno a Firenze. Nel 1310 Enrico VII scese in Italia; nel 1311, a Milano (dove ricevette il giorno dell'Epifania la corona ferrea), coinvolto nelle lotte tra Visconti e Torriani, si schierò dalla parte dei Visconti, ghibellini, concedendo loro la dignità di vicari imperiali. Osteggiato dalle leghe guelfe della Toscana e dell'Umbria, scese fino a Roma, nel frattempo invasa dall'esercito del suo avversario Roberto d'Angiò, re di Napoli; superando molti contrasti riuscì a farsi incoronare imperatore nella basilica del Laterano (1312). Il pontefice Clemente V che lo aveva inizialmente favorito, si era fatto nel frattempo sostenitore di Filippo il Bello. Successivamente Enrico VII tentò invano di assediare Firenze, difesa dalle leghe guelfe, e di guidare una spedizione contro Roberto d'Angiò, ma morì improvvisamente a Buonconvento senza aver potuto realizzare il suo programma di pacificazione e di restaurazione del potere imperiale.

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