Ermengarda (figlia di Desiderio)

(o Desiderata), figlia di Desiderio re dei Longobardi (sec. VIII). Di lei si hanno scarse e confuse testimonianze: il nome stesso è alquanto discusso e si deve, più che agli storici medievali, all'Adelchi del Manzoni. Da un oscuro passo di Pascasio Radberto (sec. IX) si ricaverebbe il nome Desiderata. Sappiamo comunque che Ermengarda, per volontà della regina Berta (o Bertrada), sposò nel 770 Carlo Magno, malgrado l'opposizione di papa Stefano III, ostile a un'alleanza matrimoniale tra la corte dei Franchi e quella dei Longobardi. Un anno dopo, quando già le relazioni tra Carlo e Desiderio erano tese, Ermengarda venne ripudiata e il papa non fu estraneo alla vicenda. L'innocenza di Ermengarda appare chiaramente dalla disapprovazione di Berta per l'operato del figlio; essa fu vittima della fluttuante politica del suo tempo. Dopo il ripudio, Ermengarda tornò a Pavia: secondo lo storico tedesco Aventinus sarebbe morta dando alla luce un figlio. Manzoni (Adelchi, atto IV) immagina che Ermengarda muoia nel monastero di S. Salvatore a Brescia, combattuta tra l'anelito alla pace in Dio e il sempre risorgente amore per Carlo, e fa di lei la vittima innocente, destinata dalla Provvidenza a espiare i soprusi e le violenze della sua gente e dello stesso Carlo, per mano del quale finiva il regno di suo padre.

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