Fétti o Féti, Doménico

pittore italiano (Roma ca. 1588-Venezia 1623). Attivo a Roma, dove fu allievo del Cigoli, fu poi a Mantova alla corte dei Gonzaga (1613-21), quindi a Venezia fino alla morte. Figura di primo piano tra gli artisti del Seicento italiano, fu sensibile alle più vitali suggestioni del suo tempo, da Rubens a Elsheimer e a Caravaggio, e soprattutto alla grande pittura veneta del Cinquecento (Veronese, Bassano e, in particolare, Tintoretto), che agì come stimolo determinante sulla cultura figurativa di Fetti. Soltanto dopo il periodo mantovano, caratterizzato da opere di ampio respiro (Moltiplicazione dei pani e dei pesci e S. Martino in estasi in Palazzo Ducale), Fetti si espresse compiutamente in dipinti di minore formato e in un genere più congeniale alla sua sensibilità lirica, quello delle parabole evangeliche (Il buon samaritano, Venezia, Gallerie dell'Accademia ; La parabola dei vignaioli e La dracma perduta, Firenze, Galleria Pitti) e delle composizioni a figure singole (David, La Meditazione, Venezia, Gallerie dell'Accademia). La sua pittura contribuì al rinnovamento formale di quella veneziana seicentesca.

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